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Discussione: Il Vostro Pensiero In Questo Momento...

  1. #65986
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    E come dice il detto? " Non c'è due senza tre..."
    Ieri sera per la terza volta in una giornata il finimondo fu!
    Vento a non so quanto all'ora improvviso, cielo nero e si è scatenato un bombardamento di grandine, acqua e vento. Grandine grande anche 8cm di diametro, sassi!
    Chiusi in casa auto al sicuro chi ha potuto chi no....danneggiate, botte sul tetto da fare paura!
    Noi per fortuna c'è la siamo cavata solo con due tegole rotte e un poco d' acqua entrata nel solaio.
    Altri... probabilmente i miei vicini danno ai pannelli solari e alle auto che erano fuori gibollate.
    In altre parti del paese alberi rotti caduti, auto distrutte o dalla grandine o da alberi caduti, gente rimasta senza corrente.
    Danni anche a case, tetti scoperchiati, e cappotti che rivestivano facciate di ville e case ho sentito da altri tutte gibollate.

    Insomma al sud si cuoce qui si annega e bombardati da sassate.
    Ci potrebbe anche bastare per un po'.....
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  2. #65987
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    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Ieri a Siracusa 51°

    Per parasafrare Ungaretti :

    Ci si essicca al sole, come tanti baccalà.
    Ho fatto benissimo a non venirti a trovare in estate, allora!

  3. #65988
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    Mi spiace per i disagi del maltempo, qui per il momento giornata piovosa, ma niente di che anzi, il caldo si è attenuato e l'erba è rinverdita, la pioggia è la benvenuta.

  4. #65989
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    Citazione Originariamente Scritto da Ale Visualizza Messaggio
    Dopo leggo con calma, l'articolo è a pagamento e mi serve avere pace attorno per applicare il trucchetto di escludere i dati subito dopo aver aperto la pagina... 😇

    Ecco qui l'articolo.


    Morto Marc Augé, l’antropologo francese dei non luoghi
    di Carlo Bordoni
    Ascolta l'articolo
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    Nato a Poitiers nel 1935, aveva dedicato i suoi studi alla condizione contemporanea dell’uomo, caratterizzata da una solitudine patologica e dalla ricerca dell’evasione

    Morto Marc Augé, l’antropologo francese dei non luoghi
    Se c’è una cosa che ha caratterizzato Marc Augé, antropologo e filosofo scomparso ieri all’età di 87 anni, è la laicità. Il suo Genio del paganesimo (1982) è la risposta, a 180 anni di distanza, al Génie du Christianisme (1802) di Chateaubriand, per culminare nella dissacrazione ironica e irriverente de Le tre parole che cambiarono il mondo (2016), divertissement di genere fantapolitico, dove un insolito Papa Francesco si affaccia su Piazza San Pietro per annunciare che “Dio non esiste”.

    Nato a Poitiers il 2 settembre 1935, Augé ha svolto ricerche etnografiche soprattutto in Africa e nell’America latina, ha diretto la prestigiosa École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, di cui è stato anche Presidente, e l’Istituto francese di Ricerche per lo sviluppo (IRD).


    PUBBLICITÀ


    Instancabile viaggiatore, ha dedicato molti suoi lavori alla “mobilità” umana nel mondo, come Un etnologo nel metrò (1986) e il divertente Il bello della bicicletta (2008), ma la sua fama internazionale è legata soprattutto all’intuizione dei “non-luoghi” (Non-luoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità, 1992).

    «L’uomo è un animale simbiotico – scrive – e ha bisogno di relazioni inscritte nello spazio e nel tempo, ha bisogno di “luoghi” in cui la sua identità individuale si costruisca col contatto e grazie al riconoscimento degli altri». I non-luoghi sono allora quegli spazi realizzati artificialmente per esigenze di scambio, dove l’individuo è un’unità priva di identità personale.

    Sono gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, i grandi centri commerciali, in cui confluiscono e transitano ogni giorno milioni di persone, senza che questo enorme afflusso riesca a costruire relazioni significative. Qui l’individuo è solo, utilizza codici impersonali e segue regole di comportamento generali. I non-luoghi sono il prodotto della modernità avanzata o, meglio, nella definizione di Augé, della “surmodernità”: l’evoluzione della società per effetto della globalizzazione e del superamento della postmodernità.

    I non-luoghi sono il prodotto del consumismo, non solo dei beni materiali o deperibili, ma soprattutto della comunicazione: «La comunicazione è il bene di consumo per eccellenza e, paradossalmente, non smette di individualizzarsi». Il bisogno di relazioni, in cui costruire “luoghi” per confermare la propria identità e uscire da una solitudine devastante, spinge a ricercare brandelli di comunità negli stessi non-luoghi – come quei gruppi di giovani che si ritrovano nei supermercati o attorno alle stazioni – ma soprattutto nella rete, nei social, affascinanti non-luoghi di dipendenza ossessiva e compulsiva, dove si consuma il desiderio insoddisfatto di essere riconosciuti (e amati) dall’Altro.

    In più occasioni Augé ha celebrato il bistrot come esempio perfetto di luogo per eccellenza (Un etnologo al bistrot, 2015), dove la gente pratica rapporti autentici e trova la gioia di vivere. Il problema è che da una società di massa si è passati a una più rigida suddivisione in tre classi: i potenti, minoranza che si sottrae alle leggi nazionali; i consumatori, privilegiati eredi della scomparsa classe media; gli esclusi, per i quali è negata persino la speranza. Si cerca la salvezza nell’evasione, nel viaggio, nell’allontanamento da sé.

    Le nuove pratiche sociali spesso scelgono vie di fuga irrituali, vere e proprie forme di realizzazione dell’utopia – gli “eterotopi” di Foucault – ricreando nuovi legami, anche effimeri, nei villaggi-vacanza o nei paesi più accoglienti per la terza età (Portogallo, Messico, Costa Rica, Panama, Malta, Marocco), destinazioni finali di pensionati in cerca di tranquillità e benessere a prezzi accessibili. Ma anche le migrazioni dai paesi più poveri sono forme di “eterotopia”, di ricerca di luoghi d’accoglienza in cui realizzare il sogno di un’esistenza migliore, spesso naufragato nel Mediterraneo o nei campi profughi.

    Per i migranti Augé ritiene sia necessaria l’assimilazione, la piena integrazione nel Paese d’arrivo, ad evitare i rischi del terrorismo; vede nel multiculturalismo una trappola micidiale, che mantiene ed esaspera la divisione etnica, istituzionalizzandola.

    Sul tempo ha scritto pagine illuminanti (Che fine ha fatto il futuro?, 2008; Futuro, 2012; Il tempo senza età, 2014; Un altro mondo è possibile, 2017), arrivando alla conclusione che «si muore sempre giovani», poiché si sono perdute le differenze generazionali che scandivano le età della vita umana, con i ruoli e i comportamenti (anche estetici) delle tappe evolutive. Al punto da poter dire oggi che «la vecchiaia non esiste». Così il tempo si cristallizza e riduce il futuro a un’eventualità probabilistica.

    La modernità ha cancellato le narrazioni del passato e ha fatto delle utopie ottocentesche una questione unicamente economica e quantitativa. L’incapacità di progettare il futuro sta forse nella conflittualità esistenziale del presente: «Cambiamo il mondo prima ancora di immaginarlo». Sarà per questo che lo sentiamo come estraneo, qualcosa che non ci appartiene. Insomma, un non-luogo.

  5. #65990
    Bi-a-ba... bi-e-babe...bi-e-i-babebi...bi-e-o-babebibo...bi-e-u-babebobu
    Ci-a-ca... ci-e-cace...ci-e-i-caceci...ci-e-o-cacecico...ci-e-u-cacecicocu
    Di-a-da...di-e-dade...di-e-i-dadedi...di-e-o-dadedido...di-e-u-dadedidodu
    .................................................. .....
    ....Si, intensa attività letteraria...

  6. #65991
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    Morto Marc Augé, l’antropologo francese dei non luoghi
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    Nato a Poitiers nel 1935, aveva dedicato i suoi studi alla condizione contemporanea dell’uomo, caratterizzata da una solitudine patologica e dalla ricerca dell’evasione

    Morto Marc Augé, l’antropologo francese dei non luoghi
    Se c’è una cosa che ha caratterizzato Marc Augé, antropologo e filosofo scomparso ieri all’età di 87 anni, è la laicità. Il suo Genio del paganesimo (1982) è la risposta, a 180 anni di distanza, al Génie du Christianisme (1802) di Chateaubriand, per culminare nella dissacrazione ironica e irriverente de Le tre parole che cambiarono il mondo (2016), divertissement di genere fantapolitico, dove un insolito Papa Francesco si affaccia su Piazza San Pietro per annunciare che “Dio non esiste”.

    Nato a Poitiers il 2 settembre 1935, Augé ha svolto ricerche etnografiche soprattutto in Africa e nell’America latina, ha diretto la prestigiosa École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, di cui è stato anche Presidente, e l’Istituto francese di Ricerche per lo sviluppo (IRD).


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    Instancabile viaggiatore, ha dedicato molti suoi lavori alla “mobilità” umana nel mondo, come Un etnologo nel metrò (1986) e il divertente Il bello della bicicletta (2008), ma la sua fama internazionale è legata soprattutto all’intuizione dei “non-luoghi” (Non-luoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità, 1992).

    «L’uomo è un animale simbiotico – scrive – e ha bisogno di relazioni inscritte nello spazio e nel tempo, ha bisogno di “luoghi” in cui la sua identità individuale si costruisca col contatto e grazie al riconoscimento degli altri». I non-luoghi sono allora quegli spazi realizzati artificialmente per esigenze di scambio, dove l’individuo è un’unità priva di identità personale.

    Sono gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, i grandi centri commerciali, in cui confluiscono e transitano ogni giorno milioni di persone, senza che questo enorme afflusso riesca a costruire relazioni significative. Qui l’individuo è solo, utilizza codici impersonali e segue regole di comportamento generali. I non-luoghi sono il prodotto della modernità avanzata o, meglio, nella definizione di Augé, della “surmodernità”: l’evoluzione della società per effetto della globalizzazione e del superamento della postmodernità.

    I non-luoghi sono il prodotto del consumismo, non solo dei beni materiali o deperibili, ma soprattutto della comunicazione: «La comunicazione è il bene di consumo per eccellenza e, paradossalmente, non smette di individualizzarsi». Il bisogno di relazioni, in cui costruire “luoghi” per confermare la propria identità e uscire da una solitudine devastante, spinge a ricercare brandelli di comunità negli stessi non-luoghi – come quei gruppi di giovani che si ritrovano nei supermercati o attorno alle stazioni – ma soprattutto nella rete, nei social, affascinanti non-luoghi di dipendenza ossessiva e compulsiva, dove si consuma il desiderio insoddisfatto di essere riconosciuti (e amati) dall’Altro.

    In più occasioni Augé ha celebrato il bistrot come esempio perfetto di luogo per eccellenza (Un etnologo al bistrot, 2015), dove la gente pratica rapporti autentici e trova la gioia di vivere. Il problema è che da una società di massa si è passati a una più rigida suddivisione in tre classi: i potenti, minoranza che si sottrae alle leggi nazionali; i consumatori, privilegiati eredi della scomparsa classe media; gli esclusi, per i quali è negata persino la speranza. Si cerca la salvezza nell’evasione, nel viaggio, nell’allontanamento da sé.

    Le nuove pratiche sociali spesso scelgono vie di fuga irrituali, vere e proprie forme di realizzazione dell’utopia – gli “eterotopi” di Foucault – ricreando nuovi legami, anche effimeri, nei villaggi-vacanza o nei paesi più accoglienti per la terza età (Portogallo, Messico, Costa Rica, Panama, Malta, Marocco), destinazioni finali di pensionati in cerca di tranquillità e benessere a prezzi accessibili. Ma anche le migrazioni dai paesi più poveri sono forme di “eterotopia”, di ricerca di luoghi d’accoglienza in cui realizzare il sogno di un’esistenza migliore, spesso naufragato nel Mediterraneo o nei campi profughi.

    Per i migranti Augé ritiene sia necessaria l’assimilazione, la piena integrazione nel Paese d’arrivo, ad evitare i rischi del terrorismo; vede nel multiculturalismo una trappola micidiale, che mantiene ed esaspera la divisione etnica, istituzionalizzandola.

    Sul tempo ha scritto pagine illuminanti (Che fine ha fatto il futuro?, 2008; Futuro, 2012; Il tempo senza età, 2014; Un altro mondo è possibile, 2017), arrivando alla conclusione che «si muore sempre giovani», poiché si sono perdute le differenze generazionali che scandivano le età della vita umana, con i ruoli e i comportamenti (anche estetici) delle tappe evolutive. Al punto da poter dire oggi che «la vecchiaia non esiste». Così il tempo si cristallizza e riduce il futuro a un’eventualità probabilistica.

    La modernità ha cancellato le narrazioni del passato e ha fatto delle utopie ottocentesche una questione unicamente economica e quantitativa. L’incapacità di progettare il futuro sta forse nella conflittualità esistenziale del presente: «Cambiamo il mondo prima ancora di immaginarlo». Sarà per questo che lo sentiamo come estraneo, qualcosa che non ci appartiene. Insomma, un non-luogo.
    Grazie per il copia_incolla, a quest'ora non ho abbastanza riflessi per escludere i dati in mezzo secondo...
    ...interessanti osservazioni, da notare che in certi non luoghi, ad esempio per strada, si interagisce solo per litigare

  7. #65992
    Opinionista L'avatar di Ale
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    Bi-a-ba... bi-e-babe...bi-e-i-babebi...bi-e-o-babebibo...bi-e-u-babebobu
    Ci-a-ca... ci-e-cace...ci-e-i-caceci...ci-e-o-cacecico...ci-e-u-cacecicocu
    Di-a-da...di-e-dade...di-e-i-dadedi...di-e-o-dadedido...di-e-u-dadedidodu
    .................................................. .....
    ....Si, intensa attività letteraria...
    Ma cantiamo insieme la canzone e forse...
    ...a volte guardavo anche questo cartone ai tempi delle medie, ma preferivo la principessa Zaffiro

  8. #65993
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    Bi-a-ba... bi-e-babe...bi-e-i-babebi...bi-e-o-babebibo...bi-e-u-babebobu
    Ci-a-ca... ci-e-cace...ci-e-i-caceci...ci-e-o-cacecico...ci-e-u-cacecicocu
    Di-a-da...di-e-dade...di-e-i-dadedi...di-e-o-dadedido...di-e-u-dadedidodu
    .................................................. .....
    ....Si, intensa attività letteraria...


    Faceva così:

    Bie aaaaa
    Bie eeee
    Babe babe i
    Babe bi
    Bi e o
    Ba be bi bo
    Bi e u bu ba be bi bo buuuu

    Ci e aaa
    Ci e eee
    Cace ci
    Ci e o
    Ca ce ci co
    Ci e u cu
    Ca ce ci co cuuuu
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  9. #65994
    Citazione Originariamente Scritto da Ale Visualizza Messaggio
    Ma cantiamo insieme la canzone
    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio


    Faceva così:

    La piantate con questo baccano?
    Mi state distraendo e rovinando "il ripasso alfabetico"

  10. #65995
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    La piantate con questo baccano?
    Mi state distraendo e rovinando "il ripasso alfabetico"
    Parti dalla fine!
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  11. #65996
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    Per fugare ogni dubbio:

    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  12. #65997
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    La mia maghetta preferita quando ero piccola era lei!

    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  13. #65998
    Opinionista L'avatar di Ale
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    Buongiorno e buon mercoledì cari...
    ...sono lieto di annunciarvi che, quassù finalmente ha rinfrescato
    ...non durerà tanto, ma almeno per qualche ora non boccheggeremo più

  14. #65999
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Anche da me Ale! Finalmente rispetto a ieri si può respirare...
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  15. #66000
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Io invece spero che dopo l'ultima tempesta di stanotte, sia finalmente tornata la pace.
    Oggi il cielo è sereno, l'aria limpida, la temperatura di 23 gradi. Ottimale. Vedremo quanto dura,
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

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