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  1. #12
    Palloso Spagnolesco Permaloso L'avatar di Churchil
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    Le banche in Spagna non falliscono, perch

    Sapevate Voi perché in Spagna non falliscono le banche?
    Semplice, perché le ditte in fallimento non falliscono




    Sapeva Lei che la Spagna è un paese pieno di ditte zombi, che gironzolano come morti viventi, grazie ad un accordo negoziato fra tutti i partiti -sì, sì tutti d'accordo!-, che gli permette di non presentare il fallimento, sebbene siano appieno scapitalizzate, perché si è abilitato un regime speciale per evitare i fallimenti, che consiste in sospendere le legge che vigono questa valvola di scappo del sistema? In questo modo, e come si protegge specialmente le immobilarie, le banche spagnole non falliscono.

    Sì, già so che gli interati, professori universitari, ragionieri, assessori, auditori, economisti ed avvocati mercantilisti conoscono questa situazione. Il problema è che gli altri, quelli che siamo "gentaglia", il "popolino" disinformato, coloro che riceviamo il "soma" del mondo felice del Telegiornale de la Uno (rete televisiva spagnola) senza annunci, che ci amministrano stupri, assassini di donne, calcio, attentati massivi nel Pachistan, e poco più - tuttalpiù Carmen Lomana ballando-, non abbiamo la più pallid idea dell'esistenza di questo palesissimo inganno.

    Perché ci racconterebbero a noi quello che c'è? Allora lo sapremmo, e già non ci potrebbero ingannare come ci ingannano: questoloarrangiamofratutti.org e tutto quello, è il che ci meritiamo.

    Però è che dovremmo saperlo. Un regime di eccezionalità giuridica incamminato a ingannarci tutti, fra tutti, soltanto si può tessere in un paese in cui la democrazia pure è stata sospesa da Reale Decreto.

    Per questo c'è molta gente che continua a pensare che qui non succede niente - non ha Lei un vicino cerebroleso che gli rompe le palle nel portico con quello che la crisi è un invento di quattro pessimisti ossessivi?-, perché in realtà quasi tutto, in materia contabile, è menzogna, da quando si sono adottati questi provvedimenti straordinari, abilitati affinché Zapatero possa uscire in TV dicendo che la differenza fra la Spagna e gli Stati Uniti o il Regno Unito, è che que le banche non falliscono Come possono fallire, se le ditte che gli debbono realmente denaro, la maggioranza del denaro, non falliscono, perché hanno un regime di eccezionalità che gli permette di ingannarsi ed ingannarci tutti, e specialmente i suoi creditori!

    Il Reale Decreto-legge10/2008, de 12 de diciembre, “per cui si addottano dei provvedimenti finanziari per il miglioramento della liquidità delle piccole e mediane imprese, e altri provvedimenti economici complementari", apriva questo sorprendente beccuccio, nella sua disposizione adizionale unica:

    Il presente Reale Decreto-legge abborda altri provvedimenti complementari che affettano l'ordenamento giuridico mercantile. Così, la norma detta con una vigenza temporale limitata un regime eccezionale per le riduzioni obbligatorie di capitale e le dissoluzioni di Società per Azioni e di responsabilità limitata come conseguenza di perdite. La recente evoluzione dell'attività economica internazionale ci mette in un contesto eccezionale. Le perdite per deterioramento, congiunturalmente significative in determinate compagnie, all'incorporarsi al conto di perdite e guadagni dovrebbero computare agli effetti del calcolo della perdita del patrimonio netto nei supposti segnalati di riduzione di capitale e dissoluzione. Per questa ragione si sospende, con un vigore temporale di due anni unicamente per i casi di perdite per deterioramento dell'immobilizo materiale, degli investimenti immobiliari e delle esistenze, il regime societario applicabile, senza che quello supponga, per altro, alterazioni del corrispondente regime contabile.
    Cioé, quel Reale Decreto sospendeva il nucleo essenziale del complesso impalcato del diritto mercantile, che è il fallimento, la valvola di sicurezza per cui si scappa la pressione nelle situazioni specialmente complesse, con la cui regolazione si assicurano i diritti degli creditori, fra chi distaccano i crediti preferenziali delle amministrazioni pubbliche e i lavoratori. Con questo decreto si autorizzava le ditte, "in situazione di fallimento", a continuare le sue attività con normalità, con evidente incidenza nelle ditte fallite del settore immobiliare, anche se non solo.

    Dei giorni fa, la Sua Maestà Il Re della Spagna firmava il Reale Decreto-legge 5/2010, 31 marzo, "per il quale si ampia il vigore di determinati provvedimenti economici di carattere temporale, in cui si dice che:

    Hace unos días, Su Majestad El Rey de España firmaba el Real Decreto-ley 5/2010, de 31 de marzo, “por el que se amplía la vigencia de determinadas medidas económicas de carácter temporal”, en el que se dice que


    La recente evolucione dell'attività economica internazionale ci segue situando in un contesto eccezionale, e le perdite per deterioramento, congiunturalmente significative in determinate compagnie, all'incorporarsi al conto di perdite e guadagni dovrebbero computarsi agli effetti del calcolo della perdita del patrimonio netto nei supposti segnalati di riduzione di capitale e dissoluzione. Per questa ragione è necessario continuare a sospendere con un vigore temporale di due esercizi sociali dal momento in cui entri in vigore il reale decreto-legge, e unicamente per i casi di perdite per deterioramento dell'immobilizzo materiale, degli investimenti immobiliari e delle esistenze, il regime societaria applicabile, senza che quello supponga, per altro, alterazione del corrispondente regime contabile
    Hanno visto questo in qualche giornale? Forse in qualche tv? Le imprese che protagonizzano la crisi, e specialmente le grandi risponsabili della bolla immobiliare, in connivenza con la politica, stanno dispensate del fallimento. È come se ai particolari gli si autorizzi eccezionalmente, e per un tempo, l'alzamento dei bieni come una pratica autorizzata. O quello che gli si venga in mente.

    Rinuncio a cercare di fare per i miei mezzi, un'evaluazione di quello che farebbe necessario il titanico concorso di una legione di professori, economisti, avvocati, ragionieri, auditori e storici dell'economia, per mettere, bianco su nero, quello che significano queste decisioni, che si prorogano per altri due anni, però ci potrebbe bastare con sapere, che nella contabilità di un'immobilare, gli appartamenti sono "esistenze".

    Basti sapere che instare il fallimento di una societa è un palese meccanismo di protezione contro il frode, che la responsabilità di amministratori va connessa alla mancanza di dichiarazione di fallimento, e che per definizione, l'immagine fedele delle aziende, la sua gestione, e, insomma, tutta la realtà socioeconomica di un paese, si sono messe sotto il tappeto, con un decreto, al quale segue un'altro che lo proroga, senza che sappiamo quante proroghe in più si possano arrivare ad abilitare, per impedire il fallimento in catena di quello che in realtà è fallito, in massa, però non si dichiara, con grave pregiudizio dei diritti di innumerevoli cittadini, e soprattutto, con un'artificiale e incomprensibile occultazione di quello che è la realtà economica di un paese che si inganna a sé stesso, e pretende ingannare gli altri, facendoci credere che qua non succede niente.

    Comincio ad avere dei seri dubbi che questo possa essere riferito seriamente come democrazia. Si hanno messo tutti d'accordo per creare uno Stato Economico di Eccezione, di cui non si parla in nessun posto. La gravità di queste decisioni, cioè, delle conseguenze di queste decisioni, è limitata, per cominciare, la responsabilità su quello che si sta rinviando.

    La differenza fra la Spagna e i paesi in cui falliscono le banche, è que qui nascondiamo il problema in una fognatura di opacità. Le conseguenze non possono che essere terribili, poiché quello che non mi posso credere è que si possano saltare così le leggi che vigono l'attività economica in modo sfrontato, per dilatare le conseguenze di una crisi, senza que questo ci risulte dispendioso a tutti, giacché come minimo, quanto più si dilati lo scoppio del problema, più si dilaterà la soluzione.

    http://elcomentario.tv/escandalera/c...an/05/04/2010/


    ORIGINALE

    ¿Sabían ustedes por qué en España no quiebran los bancos?
    Sencillo, porque las empresas en quiebra no quiebran




    ¿Sabía usted que España es un país lleno de empresas zombis, que andan por ahí como muertos vivientes, gracias a un acuerdo negociado entre todos los partidos -sí, sí, ¡todos de acuerdo!-, que les permite no presentar la quiebra, aunque estén totalmente descapitalizadas, porque se ha habilitado un regimen especial para evitar las quiebras, que consiste en suspender las leyes que rigen esta válvula de escape del sistema? De esta forma, y como se protege especialmente a las inmobiliarias, los bancos españoles no quiebran.

    Sí, ya sé que los enterados, profesores universitarios, contables, asesores, auditores, economistas y abogados mercantilistas conocen esta situación. El problema es que los demás, los que somos “chusma”, la “gleba” desinformada, los que recibimos el “soma” del mundo feliz del Telediario de la Uno sin anuncios, que nos administran violaciones, asesinatos de mujeres, futbol, atentados masivos en Paquistán, y poco más -como mucho Carmen Lomana bailando-, no tenemos ni puta idea de la existencia de este monumental engaño.

    ¿Por qué nos van a contar a nosotros lo que hay? Entonces lo sabríamos, y ya no nos podrían engañar como nos engañan: estoloarreglamosentretodos.org y todo eso, es lo que nos merecemos.

    Pero es que deberíamos saberlo. Un régimen de excepcionalidad jurídica encaminado a engañarnos a todos, entre todos, sólo se puede tejer en un país en el que la democracia también ha sido suspendida por Real Decreto.

    Por eso hay mucha gente que sigue pensando que aquí no pasa nada -¿no tiene usted un vecino subnormal que le da la paliza en el portal con eso de que lo de la crisis es un invento de cuatro pesimistas obsesivos?-, porque en realidad casi todo, en materia contable, es mentira, desde que se adoptaron estas extraordinarias medidas, habilitadas para que Zapatero pueda salir en televisión diciendo que la diferencia entre España y los Estados Unidos o el Reino Unido, es que aquí los bancos no quiebran. ¡Cómo van a quebrar, si las empresas que les deben realmente dinero, la mayoría del dinero, no quiebran, porque tienen un régimen de excepcionalidad que les permite engañarse y engañarnos a todos, y especialmente a sus acreedores!

    El Real Decreto-ley 10/2008, de 12 de diciembre, “por el que se adoptan medidas financieras para la mejora de la liquidez de las pequeñas y medianas empresas, y otras medidas económicas complementarias”, abría esta asombrosa espita, en su disposición adicional única:

    El presente Real Decreto-ley aborda otras medidas complementarias que afectan al ordenamiento jurídico mercantil. Así, la norma dicta con una vigencia temporal limitada un régimen excepcional para las reducciones obligatorias de capital y las disoluciones de sociedades anónimas y de responsabilidad limitada como consecuencia de pérdidas. La reciente evolución de la actividad económica internacional nos sitúa en un contexto excepcional. Las pérdidas por deterioro, coyunturalmente significativas en determinadas compañías, al incorporarse a la cuenta de pérdidas y ganancias habrían de computar a los efectos del cálculo de la pérdida del patrimonio neto en los supuestos señalados de reducción de capital y disolución. Por esta razón se suspende, con una vigencia temporal de dos años y únicamente para los casos de pérdidas por deterioro del inmovilizado material, de las inversiones inmobiliarias y de las existencias, el régimen societario aplicable, sin que ello suponga, por lo demás, alteración del correspondiente régimen contable.
    Es decir, aquel Real Decreto suspendía el núcleo esencial del complejo entramado del derecho mercantil, que es la quiebra, la válvula de seguridad por la que escapa la presión en las situaciones especialmente complejas, con cuya regulación se aseguran los derechos de los acreedores, entre los que destacan los créditos preferentes de las administraciones públicas y los trabajadores. Con este decreto se autorizaba a las empresas, “en situación de quiebra”, a seguir sus actividades con normalidad, con evidente incidencia en las empresas quebradas del sector inmobiliario, aunque no sólo.

    Hace unos días, Su Majestad El Rey de España firmaba el Real Decreto-ley 5/2010, de 31 de marzo, “por el que se amplía la vigencia de determinadas medidas económicas de carácter temporal”, en el que se dice que

    La reciente evolución de la actividad económica internacional nos sigue situando en un contexto excepcional, y las pérdidas por deterioro, coyunturalmente significativas en determinadas compañías, al incorporarse a la cuenta de pérdidas y ganancias habrían de computar a los efectos del cálculo de la pérdida del patrimonio neto en los supuestos señalados de reducción de capital y disolución. Por esta razón es necesario seguir suspendiendo con una vigencia temporal de dos ejercicios sociales a partir de la entrada en vigor del real decreto-ley, y únicamente para los casos de pérdidas por deterioro del inmovilizado material, de las inversiones inmobiliarias y de las existencias, el régimen societario aplicable, sin que ello suponga, por lo demás, alteración del correspondiente régimen contable.
    ¿Han visto esto en algún periódico? ¿En alguna televisión quizás? Las empresas que protagonizan la crisis, y especialmente las grandes responsables de la burbuja inmobiliaria, en connivencia con la política, están dispensadas de la quiebra. Es como si a los particulares se les autoriza excepcionalmente, y por una temporada, el alzamiento de bienes como una práctica autorizada. O lo que se les ocurra.

    Renuncio a intentar hacer por mis medios, una evaluación de lo que haría necesario el titánico concurso de una legión de profesores, economistas, abogados, contables, auditores e historiadores de la economía, para poner, blanco sobre negro, lo que significan estas decisiones, que se prorrogan por otros dos años, pero nos podría bastar con saber, que en la contabilidad de una inmobiliaria, los pisos son “existencias”.

    Baste con saber que instar la quiebra de una sociedad es un evidente mecanismo de protección contra el fraude, que la responsabilidad de administradores va aneja a la falta de declaración de quiebra, y que por definición, la imagen fiel de las empresas, su gestión, y en definitiva, toda la realidad socioeconómica de un país, se han metido bajo la alfombra, con un decreto, al que sigue otro que lo prorroga, sin que sepamos cuántas prórrogas más se pueden llegar a habilitar, para impedir la quiebra en cadena de lo que en realidad está quebrado, en masa, pero no se declara, con grave menoscabo de los derechos de innumerables ciudadanos, y sobre todo, con una artificial e incomprensible ocultación de lo que es la realidad económica de un país que se engaña a sí mismo, y pretende engañar a los demás, haciéndonos creer que aquí no pasa nada.

    Empiezo a tener serias dudas de que esto pueda ser tildado seriamente como democracia. Se han puesto todos de acuerdo para crear un Estado Económico de Excepción, del que no se habla en ningún sitio. La gravedad de estas decisiones, es decir, de las consecuencias de estas decisiones, es ilimitada, para empezar, la responsabilidad sobre lo que se está aplazando.

    La diferencia entre España y los países en los que quiebran los bancos, es que aquí escondemos el problema en un sumidero de opacidad. Las consecuencias sólo pueden ser tremebundas, pues lo que no me puedo creer es que se puedan saltar así las leyes que rigen la actividad económica a la torera, para dilatar las consecuencias de una crisis, sin que esto nos salga carísimo a todos, puesto que como mínimo, cuanto más se dilate el estallido del problema, más se dilatará la solución.

    http://elcomentario.tv/escandalera/c...an/05/04/2010/
    Ultima modifica di Churchil; 16-04-2010 alle 00:17

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