Sono d’accordo, se è il risultato che vogliamo "definire" intelligente o meno, altrimenti, come ti ho accennato, bisognerebbe trovare degli argomenti più approfonditi. In ogni caso il discorso, a mio modo di vedere, è molto più complesso e nello stesso tempo facile, solo se noi dovessimo partire dall'inizio della nascita della prima forma vivente che, come ho accennato, aveva già una memoria fisica "incorporata" che gli serviva a delimitare i paletti a lei più adatti, per riconoscere le temperature che gli avevano permesso quel famoso passaggio: dalla non vita alla vita. Allora vedremmo che tante complessità si scioglierebbero come un gelato al sole. Infatti, se noi fin dall'inizio degli albori lo avessimo fatto, avremmo potuto costatare che la sua evoluzione è stata sempre consequenziale alle esperienze fatte, siano state esse: fisiche, chimiche o biologiche. E questo, fino alla costruzione del mondo che conosciamo. A quel tempo, come si può facilmente intuire, la memoria non aveva a disposizione il pensiero, l'intelligenza, le intuizioni ecc. semplicemente si adattava all'ambiente che la circondava, con il solo scopo di sopravvivere o di vivere nelle migliori condizioni. Un po’ come facciamo ancora oggi. Per questo ho sempre affermato che la memoria doveva essere considerata il centro cui ruota intorno tutto il resto, poiché se la togliessimo di mezzo, sparirebbe tutto il resto. Mica cazzi. In pratica, questa teoria ci porta a considerare l'Universo come una immensa memoria fisica, da cui parte tutto il resto che conosciamo e quello che ancora non conosciamo.