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Discussione: Obama e la coerenza.

  1. #31
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    I territori storici li ha tirati fuori chi si è cimentato nel tentativo di ricostruire l'evoluzione millenaria delle vicende, a me poco frega se gli ebrei stavano o non stavano li e costituivano o non costituivano una entità nazionale comunque dispersa per venti secoli il che non è trascurabile.
    In tale contesto fu pensato pure di insediarli in madagascar al che il problema sarebbe stato di altri, però restano altre storie di altri attori comunque.
    Potrebbero qua tornare gli etruschi a rivendicare lazio e toscana o i più recenti papalini a rivendicare gli antichi territori e l'accoglienza sarebbe calda, sarebbe comunque affare solo che nostro risolverci il problema.

    Però se poi la situazione si è incapaci di gestirla al meglio e quelli si trovano una stato come definibile attualmente formalmente riconosciuto nella sede opportuna e comunque riconosciuto lo stesso dalle entità nazionali mondiali, mentre io non ciò niente, ciò va a costituire un dato di fatto che è ben difficile variare e ciò se la cosa mi coinvolgesse direttamente.
    Se tale coinvolgimento proprio nemmeno ci sta ecco che lo stato di fatto ratificato dove lo si deve ratificare con tutti i bolli, timbri e appoggi concreti del caso va a costituire il punto di riferimento da cui partire.
    Punto a cui chi desidera si può opporre, certo a posteriori è problematico, ma ciò fatto con quello che può e riesce a fare, non certo a mio onere e rischio, in senso lato e se mio malgrado mi ci vuole coinvolgere per di più offrendomi rogne e rischi non ottiene di certo la mia gratitudine e tantomeno attivo appoggio per una parte che alla fine dei conti nulla mi rappresenta di realmente significativo.
    Volendo proprio sarei più interessato a pigliarmi l'istria per l'italia che non un pezzo di deserto in lande desolate per altri a cui non rappresento niente.

    Resta quindi il fatto che nessuno va a fare la guerra lui per la gloria dei palestinesi, a questo punto diventati una entità generica, per la situazione che si è creata e a cui hanno collaborato, di peso e non di valore per chi si dovrebbe interessare e ne cosegue quel: accordatevi o scannatevi come meglio credete, che sembra conseguirne.

    Nel contenzioso in corso israele paga con il subire una guerriglia senza sbocchi a breve termine, ma con danni solo politicamente significativi, i palestinesi per contro rischiano l'estinzione, quindi si dessero una regolata perchè la guerra ad israele per salvare loro non la farà nessuno.
    Ne si può minacciare attraverso bin laden che opera su altre motivazioni ben più paganti, il regno saudita, altro che palestinesi, e che comunque se fosse in grado di mettere in ginocchio gli usa in primis e l'occidente in generale ancora meglio, e lo avrebbe già fatto potendolo fare, avrebbe messo in ginocchio israele risovendo la questione dove stava secondo le affermazioni verbali.
    Ultima modifica di Il gatto; 21-03-2010 alle 13:27

  2. #32
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  3. #33
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    Se sei cos
    Ultima modifica di Il gatto; 21-03-2010 alle 17:44

  4. #34
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  5. #35
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    Forse l'impazienza non

  6. #36
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    Ma anche no, Gatto: Io credo che continuare a procrastinare la soluzione del conflitto israelo-palestinese sia delittuoso e politicamente miope. Altri 70 anni cosi' non c'e' nemmeno da pensarlo!
    amate i vostri nemici

  7. #37
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    Cosa che si poteva dire anche 70 anni fa, ma che non ha variato i 70 anni successivi in cui magari ogni scelta "lungimirante" poi finiva per presentare delle controindicazioni per cui farla d'ufficio, di forza poteva comportare delle conseguenze più negative ancora di quello che solo forse si sarebbe risolto.

    Ne è secondario che la scelta "lungimirante" dovrebbe essere fatta uguale e allo stesso tempo da una molteplicità di entità la cui lungimeranza è diversa avendo ciascuno una sua giusta e prioritaria visione, diversa, della situazione.

    Come se poi quello fosse pure l'unico fronte aperto e pure il più caldo e il più pericoloso

    A bordo c'era un equipaggio di 104 unità: è in corso un'operazione di salvataggio
    E' successo nel mar Giallo, nei pressi del confine marittimo tra Corea del Sud e del Nord

    Affonda nave militare sudcoreana
    Colpita da un siluro di Pyongyang?

    Secondo un'agenzia sparati alcuni colpi di risposta vero un'altra imbarcazione

    SEUL - Un'unità della marina militare sudcoreana da 15.000 tonnellate di stazza sta affondando per cause ancora da accertare nel Mar Giallo, nei pressi del confine marittimo con la Corea del Nord: lo ha reso noto lo stato maggiore della marina di Seul, precisando che è in corso un'operazione per portare in salvo l'equipaggio. Secondo l'agenzia Yonhap a bordo c'era un equipaggio di 104 unità.

    Nessun elemento sulle cause dell'incidente è stato finora diffuso, mentre è in corso un'operazione di salvataggio. Tuttavia la tv di Seul, Ytn, ha lanciato l'ipotesi secondo la quale la nave potrebbe essere stata colpita da un siluro della Corea del Nord.

    L'agenzia Yonhap ha inoltre detto che una nave della marina sudcoreana ha sparato diversi colpi contro una nave non meglio identificata "verso nord". Secondo la stessa agenzial'allerta delle truppe di Seul è al massimo livello, al punto che il governo ha convocato una riunione d'emergenza dei ministri interessati del comitato di Sicurezza.
    http://www.repubblica.it/esteri/2010...yang_-2921986/

    Obama alla Nord Corea: "L'America è pronta al deterrente nucleare"
    Le provocazioni devono finire ed è tempo che Pyongyang torni al tavolo negoziale: i presidenti di Usa e Corea del Sud, Barack Obama e Lee Myung-bak, concordano sulla necessità di dare una svolta alle trattative in stallo per la denuclearizzazione della penisola coreana.
    I legami tra "i nostri due paesi sono solidi: gli Stati Uniti sono fortemente motivati a difendere la Corea del Sud, anche con il deterrente nucleare", ha aggiunto ancora Obama, rinnovando in questo modo la validità del cosiddetto "ombrello nucleare" a protezione del Paese asiatico.
    http://www.ilgiornale.it/esteri/obam...e=0-comments=1
    Ultima modifica di Il gatto; 26-03-2010 alle 15:27

  8. #38
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    Quanti giri di parole, pero'! Una patria per i palestinesi e una patria per gli israeliani e' troppo difficile da dire?
    amate i vostri nemici

  9. #39
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    Mi sembra evidente che non basta dire e affermare un concetto, quindi si ingenera quel giro di parole, a che un concetto del tutto generico diventi cosa reale, fatta e pure, soprattutto, di reciproca e profonda soddisfazione, altrimenti poco ottiene un disegnino su una cartina che tutti disconoscono.

    Questa patria, concetto ideale di per se insufficiente a determinare alcunch

  10. #40
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    Non e' semplice, ma e' l'unica strada percorribile, Gatto. Specie se consideriamo quanta sofferenza stà producendo l'immobilismo.
    amate i vostri nemici

  11. #41
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    La stanno percorrendo da 70 anni, proseguiranno e obama e successori ci aggiorneranno sugli eventuali progressi del loro progredire pure fatto nei limiti di ciò che possono chiusi a tenaglia nelle esigenze contrastanti che li circondano, perchè es se obama forza oltre ad un certo limite su israele poi piglia mazzate nella politica interna dove l'elettorato ebraico pesa, magari come qua pesa quello cattolico e per gli stessi motivi per cui questo perora il suo, quello perora il proprio.
    Sullo scenario internazionale lo stesso piglierebbe mazzate perchè ciò sarebbe presentato come una vittoria del fondamentalismo islamico al che theran e alchaida se la rivenderebbero come propria grande vittoria sul demone usa, situazione che obama lo stesso non si può permettere sia per quello che gli significherebbe nella politica interna, sia nello scenario internazionale.

    Resta quindi il gioco morbido diplomatico che salva un po tutto, ma non risolve. è molto lungo e ottiene forse qualcosa nei decenni, necessari al lavorio di taglio e cucito dei merletti lavorati di fino e al contorno.

    E comunque ciascuno resta con i ben più grossi problemi propri.

    La conferma dalla Casa Bianca. Il nuovo trattato sarà sottoscritto a Praga
    Lo Start 1 era stato ratificato nel 1991 ed era scaduto il 5 dicembre 2009
    Disarmo, l'8 aprile la firma dello Start 2
    Obama: "E' l'intesa più ampia in 20 anni"
    E' ufficiale. La Casa Bianca ha annunciato che Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un accordo sulla riduzione dei rispettivi arsenali nucleari. Lo Start 2 sarà firmato l'8 aprile a Praga. Stabilisce un tetto di 1.550 testate nucleari operative e di 800 vettori nucleari. La riduzione prevista è equivalente al 30 per cento degli arsenali attualmente in funzione. I missili, da terra e da sottomarino, così come i bombardieri, saranno dimezzati, da 1.600 a 800.
    http://www.repubblica.it/esteri/2010...-data-2921162/

    Sufficienti comunque a cancellare diverse volte il mondo intero e già questo è un problemino ancora più prioritario per il mondo e pure per obama che comunque deve dotarsi di uno scudo missilistico per gli eventuali tiri macini dell'amicone iraniano, altro problemino di primo piano e la giornata continua ad essere fatta di 24 ore senza tener conto dell'aumento delle criticità che sono di conseguenza loro ad essere messe in fila.
    Ultima modifica di Il gatto; 26-03-2010 alle 16:12

  12. #42
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    Siamo pazienti pi

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    Mo se credi continua con "una patria ciascuno" e pensa di aver risolto con tanto poco e in modo cos
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  13. #43
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    Certo che non è una storia che vedrà questa generazione e per questo sarà demandata ai posteri anche l'ardua sentenza su una coerenza di obama poi valutata su vari criteri, per alcuni sarà su quello che gli ha lasciato pensare, magari embargo e pressione militare su israele per ottenere i risultati voluti di sgomebero e sterelizzazione di ogni capacità operativa e per altri su quello che ha detto corretto con le moine che il gioco diplomatico vede come breviario fisso del suo svilupparsi

    La 'nuova' politica mediorientale di Obama: i palestinesi devono realizzare gli interessi di Israele.
    Infopal. Nel corso del suo incontro con il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmud Abbas, alla Casa Bianca, il presidente americano Barak Obama ha confermato l'impegno degli Stati Uniti a garantire la sicurezza e la protezione di Israele. Egli ha inoltre sottolineato il suo impegno per la "Road Map" e la "soluzione dei due Stati", rilevando che quest'ultima è nell'interesse della sicurezza di Israele.

    Obama ha chiesto a Israele di fermare la costruzione degli insediamenti in Cisgiordania, e ai palestinesi l'adozione di quelle misure di sicurezza che Abbas ha già avviato insieme al generale statunitense Dayton. Tali misure intendono convincere Israele sulle "garanzie della sicurezza". Ha inoltre invitato i palestinesi a fermare "le istigazioni contro Israele".

    E ha aggiunto che in entrambe le riunioni, Obama ha chiesto alle parti di "adottare misure volte a creare fiducia per smuovere il processo di pace": Israele deve porre termine alla costruzione di insediamenti (prima fase della Road Map), i palestinesi devono fermare "la violenza e smantellare le infrastrutture del terrorismo" e smettere di "incitare all'odio contro Israele nelle scuole e nelle moschee".

    Alla fine dell'incontro, Obama ha ribadito che gli Stati Uniti sono "amici di Israele" e intendono garantirne la sicurezza e la protezione.

    Niente di nuovo sotto il sole.
    http://www.infopal.it/leggi.php?id=11328

    Nel campo della coerenza ragionevole di un capo di stato che comunque deve tener conto di impegni prioritari si direbbe che obama cerchi di ottenere lo scopo facendo si che le parti emarginino le rispettive componenti radicali, i palestinesi i gruppi combattenti di hamas e gli israeliani i gruppi utraradicali, che poi sono quelli che sfuggendo al controllo generano quelle provocazioni che riaccendono la tensione.
    Fare ciò lo demanda ai rispettivi governi ufficiali, dopo lui interverrà in una mediazione costruttiva, ma ciò solo dopo che si sono eliminati i falchi delle due parti, cosa non semplice per i rispettivi governi che dai falchi a modo loro dipendono.
    Ultima modifica di Il gatto; 26-03-2010 alle 21:16

  14. #44
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    Udite udite udite!

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  15. #45
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    Ovviamente chi dall'esterno si trova nell'interesse di ridurre e possibilmente spegnere quella conflittualità, visto che ben altri fronti gli si prospettano, iran, non gradisce i giochini provocatori che le parti condocuno e che ostacolano i loro piani.
    Poi come amazen se la deve sbrigare con hamas, nethaniau ha il licud ed entrambi dipendono da questi falchi che, volendo, entrambi possono sfuggire al potere politico e determinare autonomamente un andamento incerto di una situazione che poi per entrambi va a coinvolgere intere generazioni educate e convinte alla guerra, che vivono di essa nella ferra coinvizione di una luminosa vittoria finale.
    Ci sono anche risvolti sociali non indifferenti, per diverse generazioni i coloni sono stati mandati a lavorare e morire per israele, non è così semplice mo dirgli abbiamo cambiato idea, fate la valigia e migrate in città, a fare chè?
    ma che importa, fate la valigia e migrate, quella è gente coriacea non abituata ad arrendersi altrimenti non sarebbe nemmeno sopravvissuta dove stava e sono tanti.
    Lo stesso dicasi dei combattenti di hamas, lascia il mitra, il contrabbando di esplosivi e migra in citta, a fare che? sono coriacei pure questi e tanti pure loro, non sarebbero sopravvissuti se fossero stati dei teneroni con una vocazione sedentaria di impigati del catasto o manovali muratori.

    Tutta questa massa combattente, coriacea e fortemente insoddisfatta da una mediazione comunque insoddisfacente, lo è sicuramente nelle loro ferre convinzioni, chi la para?

    Ci sono anche problemi pratici, a questi la nuova vita chi la ripaga, l'ultimo spostamento di coloni, nemmeno grandissimo, è costata 500 milioni di dollari, una riallocazione di ampia portata su due fronti chi la paga? e ciò solo per il lato economico.
    Il mondo non sembra faccia la fila per pagare lui la cassa integrazione e il prepensionamento loro, ammesso che non ci siano motivazioni proprie meno venali e ci stanno perchè quella vita di generazioni che entrambi hanno fatto sui due fronti non si fa solo per soldi, anche quelli, ma non solo.

    Anche la capitale se quella la ritieni e vuoi proprio noi poco possiamo dire, volevamo roma e sono andati i bersaglieri a prendersela, ne che i papalini si sarebbero risparmiati avendo i mezzi e alla fine a decidere furono le baionette e non il dire.
    Vale così per tutti, checchè si dica a puri scopi giocosi o istrionici del momento.

    Il golan è cosa diversa, deserto di valore strategico, si sistema similmente al sinai con l'egitto, se i siriani sono disponibili, ma li dietro c'è theran come sulla linea libanese e diverse cosette richiedono la circovallazione per arrivarci.

    C'è chi della tensione ha fatto il suo mestiere e la paura manco la conosce, su entrambe le parti, fortemente convinto pure che la morte è meglio della sconfitta.
    Ultima modifica di Il gatto; 27-03-2010 alle 21:59

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