Sono i principi della nostra Costituzione che dovrebbero guidare il legislatore, non i dieci comandamenti.
Sono i principi della nostra Costituzione che dovrebbero guidare il legislatore, non i dieci comandamenti.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Ma la costituzione appunto è fatta da principi, non da leggi applicabili nel concreto ed è appunto la guida per fare le leggi che regolano il comportamento corrente che non lo definisce lei.
I principi per loro natura sono generali e per molti aspetti vaghi perchè non trovano corrispondenza nelle azioni quotidiane correnti che perciò sono soggette ad una certa discrezionalità da attuarsi entro i limiti del principio.
Ciò dato, il principio lascia spazio a che l'azione reale possa essere codificata in un modo, ma anche in un altro, entrambi rientranti nella previsione generica e generale del principio e tali spazi di manovra spesso sono ampi.
Non esistendo una correlazione stretta, fissa e stabilita fra legge ordinaria, quella applicata alle persone e principio costituzionale, applicato alla stesura delle leggi, possono sorgere dubbi e contrasti, per risolvere c'è l'apposita magistratura che emette una decisione finale senza appello e le cui decisioni vanno ad integrare la costituzione scritta con l'insieme delle sentenze di interpretazione ove la questione si ponga.
Ciò però avviene quando a fronte di un principio costituzionale si sono fatte le leggi applicative, più problematico è quando a fronte di un principio non seguono le leggi ordinarie, perchè nel primo caso le leggi ordinarie debbono rientrare nei limiti di scelta della costituzione, mentre nel secondo caso, assenza di leggi, nulla obbliga a farle, tanto meno in tempi definiti.
Nel vuoto legislativo la cosa si complica e ogni singolo caso va risolto, non secondo la discrezionalità propria, ma tramite decisione giuridica formale, decisione che a sua volta farà riferimento al principio solo che in una causa poi ogni sentenza fa storia a se, quindi escono anche sentenze diverse per uno stesso problema, i passaggi e i tempi per arrivare ad una decisione finale nel singolo caso sono quelli che sono e ciò rende la situazione molto problematica per il fare o non fare con certezza e diritto, pensato, dell'individuo che nel problema concreto e non nel problema di principio si trova.
Ne l'interpretazione attuativa del principio costituzionale è delegato in alcun modo all'interpretazione o al desiderato dell'individuo normale il che lascia ampio spazio a mugugni, insoddisfazioni e pure dispiaceri pure perchè chi delegato a fare certe interpretazioni, ove c'è spazio a farle, non lo fa lo stesso sul desiderato o pensiero popolare corrente, ma sul voluto interpretabile di scrisse a suo tempo la costituzione nel contesto di allora.
Ultima modifica di Il gatto; 26-03-2010 alle 09:56
Esaminiamo il rapporto tra art. 3 della Costituzione e mancato riconoscimento delle coppie gay, e conseguente interdizione della possibilit
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Direi tipico, insieme alla libera discrezionalità sulla gestione della salute propria.
Il principio li esposto, che a suo tempo con gli usi e costumi, attuali in quel tempo, ha dato origine alle leggi ordinarie, che regolano in concreto la vita del privato, raccolte nel diritto di famiglia ancora vigente e che nella sua configurazione si è dimostrato sufficiente a rispondere alle esigenze correnti e presenti del contesto sociale dove tali leggi erano applicate.
Però passano i decenni e cambiano sia i voluti che i contesti, quindi si generano richieste che non trovano risposta in quelle leggi e nelle consuetudini fino al momento applicate, consuetudini che, in mancanza di altro, fanno pure esse legge applicabile e di riferimento per l'applicazione concreta corrente.
Nel concreto, a fronte di un principio matrimoniale costituzionale dettagliato dalla legge matrimoniale del diritto di famiglia, dove prima si presentavano a chiedere uomo e donna, ora si presentano pure uomo uomo, donna donna e il sistema cade nel panico non essendo strutturato per formalizzare tali risposte.
Ne deriva che il primo tentativo di rispondere o forzare una risposta lo si faccia chiedendosi se la legge ordinaria nelle sue pieghe lasci spazio a rispondere come voluto dalle richieste.
Nel concreto le parti che sostengono tesi diverse e incompatibili non hanno trovato in tali leggi risposta certa e sicura, quindi in seconda battuta chi doveva decidere, di iniziativa propria, o sollecitato dalle parti in contrasto è andato a vedere se la legge corrente è conforme al mandato costituzionale sempre che nella costituzione il problema sia risolto in maniera certa e senza ambiguità, in un senso o nell'altro.
Tale indagine e decisione sono in corso d'opera, però chi chiamato a decidere, come detto, non deciderà sulle aspirazioni sociali attuali, ma sul voluto della costituente di fine guerra determinato dal contesto di allora e su quella base dirà, visto che ne la costituzione, ne le leggi ordinarie entrano nello specifico fisiologico dei sessi, ma deciderà se i "padri della costituzione" nel loro dire di principio effettivamente includevano in quanto poi scritto il matrimonio gay, oppure no.
Se dicono si, ciò era incluso, difficile considerati i personaggi e i contesti di allora, allora si precisano le leggi e il problema si risolve da solo perchè alla dizione moglie e marito non corrisponde come da prassi una corrispondenza diretta con maschio e femmina come fisiologicamente conosciuti.
Se invece dicono no e il no significa solo che i costituenti quella possibilità non pensavano, ne questa è inclusa nelle conseguenti leggi ordinarie, il problema si complica, fermo restando il fatto che quella era la risposta che la costituzionale poteva dare nei suoi compiti, perchè si ha un contrasto fra la costituzione e il contesto sociale dove questa è applicata che sollecita diverse o più ampie risposte.
In tal caso sorge l'esisgenza di variare il principio, formulato allora per adeguarlo alla situazione di ora e ciò avviene però non su criteri stabiliti, ma sui meccanismi decisionali maggioritari di applicazione corrente il che lascia spazio a diverse soluzioni, ovviamente contrastanti che a quel punto possono essere messe in correlazione con altri principi come quello di uguaglianza nominato che lo stesso non è univoco come si potrebbe pensare perchè l'uguaglianza nominata poi lo stesso non implica una uguaglianza assoluta, ma va a tenere comunque conto di varie differenze parte integrante della realtà corrente e sempre come pensate dai padri costituenti nel contesto di allora.
Cosa per cui l'uguali non mi rende equivalente il maschio e la femmina che fisiologicamente diversi sono, ma li rende uguali solo nella specifica situazione propria il che non ci risolve di per se il problema posto, che quindi necessita per essere risolto di ulteriori decisioni da prendersi con i meccanismi decisionali in essere.
Da ciò consegue che le varie parti in campo si aspettino dai loro campioni, che come tali gli si propongono, che vadano a realizzare quanto voluto e se i campioni nel loro fare politico che dovrebbe ottenere ciò poi con atti, parole ed omissioni contraddicono le aspettative del pubblico che in loro confida per avere il proprio insorge lo sbigottimento perchè ci si rende conto che se chi non lo vuole cercherà di non fartelo avere, chi dovrebbe volerlo per te si defila, difficile che poi ne derivi un risultato proprio.
Resta lo scoglio sostanziale che ad interpretare la costituzione è titolata solo e senza appello la corte costituzionale e questa interpreta secondo il voluto supposto dei padri costituenti nei contesti di allora e non secondo le richieste di ora la cui realizzazione è delegata allo scontro politico di ora.
Ultima modifica di Il gatto; 26-03-2010 alle 10:44
[QUOTE=Il gatto;1154472]Tutto comprensibile solo che poi il "vorrei", io, si schianta contro il "che staccassero", loro, ovvero ci vai a mettere di mezzo altri e su questo passaggio esce quel confine fra la libert
I medici sono solo gli operatori tecnici che, volendo, fanno come gli pare nella commercializzazione del loro servizio tecnico, ma oltre a loro poi altre figure vengono coinvolte perch
Ultima modifica di carnil_carani; 28-03-2010 alle 15:52
Oddio...
Il Vaticano con il suo catechismo non rispetta il "non uccidere" visto che definisce "lecita" la pena di morte in casi di delitti particolarmente efferati e soprattutto mettendosi di traverso all' educazione verso il preservativo come fonte di protezione nei confronti dell'AIDS in tutto il mondo, soprattutto in Africa...
Dopodich
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Il segretario del Pd parla di Bagnasco e difende l
[FONT="Lucida Console"][COLOR="Blue"]La fantasia
O forse bersani ha capito anche troppo bene che esiste una forza, l'elettorato cattolico e forze sociali al contorno, che da sola non garantisce la supremazia, ma senza la quale, in un appoggio diretto o in allenza con altri, non si va da nessuna parte ed in tale ottica si trova comunque a dover minimizzare i punti di attrito e massimizzare quelli di convergenza accettandone pure i costi propri, ammesso che li ritenga costi, che ci
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