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Discussione: Poesie

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  1. #11
    Orribile grassone L'avatar di Zazzauser
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    Leopardi generalmente non mi piace, ma la poesia migliore di lui, secondo me è questa.

    GIACOMO LEOPARDI

    Il passero solitario

    D'in su la vetta della torre antica,
    Passero solitario, alla campagna
    Cantando vai finchè non more il giorno;
    Ed erra l'armonia per questa valle.
    Primavera dintorno
    Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
    Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
    Odi greggi belar, muggire armenti;
    Gli altri augelli contenti, a gara insieme
    Per lo libero ciel fan mille giri,
    Pur festeggiando il lor tempo migliore:
    Tu pensoso in disparte il tutto miri;
    Non compagni, non voli
    Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
    Canti, e così trapassi
    Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
    Oimè, quanto somiglia
    Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
    Della novella età dolce famiglia,
    E te german di giovinezza, amore,
    Sospiro acerbo de' provetti giorni,
    Non curo, io non so come; anzi da loro
    Quasi fuggo lontano;
    Quasi romito, e strano
    Al mio loco natio,
    Passo del viver mio la primavera.
    Questo giorno ch'omai cede alla sera,
    Festeggiar si costuma al nostro borgo.
    Odi per lo sereno un suon di squilla,
    Odi spesso un tonar di ferree canne,
    Che rimbomba lontan di villa in villa.
    Tutta vestita a festa
    La gioventù del loco
    Lascia le case, e per le vie si spande;
    E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
    Io solitario in questa
    Rimota parte alla campagna uscendo,
    Ogni diletto e gioco
    Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
    Steso nell'aria aprica
    Mi fere il Sol che tra lontani monti,
    Dopo il giorno sereno,
    Cadendo si dilegua, e par che dica
    Che la beata gioventù vien meno.
    Tu, solingo augellin, venuto a sera
    Del viver che daranno a te le stelle,
    Certo del tuo costume
    Non ti dorrai; che di natura è frutto
    Ogni vostra vaghezza.
    A me, se di vecchiezza
    La detestata soglia
    Evitar non impetro,
    Quando muti questi occhi all'altrui core,
    E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro
    Del dì presente più noioso e tetro,
    Che parrà di tal voglia?
    Che di quest'anni miei? che di me stesso?
    Ahi pentirornmi, e spesso,
    Ma sconsolato, volgerommi indietro.
    Ultima modifica di Zazzauser; 24-11-2005 alle 13:34
    [I][B][FONT="Century Gothic"][COLOR="Navy"]"...Cose errate che paiono giuste dapprima, ma per quanto ci

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