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Discussione: Poesie

  1. #1546
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Scrivere come sai dimenticare,
    scrivere e dimenticare.

    Tenere un mondo intero sul palmo
    e dopo soffiare.

    Pierluigi Cappello
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  2. #1547
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Sei diversa, via. Sei cambiata.
    amate i vostri nemici

  3. #1548
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Sei diversa, via. Sei cambiata.
    Sto invecchiando
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  4. #1549
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    E gnacche alla formica

    Io t’amo o pia cicala e un trillargento
    ci spàffera nel cuor la tua canzona.
    Canta cicala frìnfera nel vento:
    E gnacche alla formica ammucchiarona!

    Che vuole la formica con quell’umbe
    da mòghera burbiosa?E’vero,arzìa
    per tutto il giorno,e tràmiga e cucumbe
    col capo chino in mogna micrargìa.

    Verra’ l’inverno si,verra’il mordese
    verranno tante gosce aggramerine,
    ma intanto il sole schìcchera gigliese
    e sgnèllida tra cròndale velvine.

    Canta cicala,càntera il manfrore,
    il mezzogiorno zàmpiga e leona.
    Canta cicala in zìlleri d’amore:
    E gnacche alla formica ammucchiarona!


    Fosco Maraini
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  5. #1550
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    Sto invecchiando
    mADDàààIIII: Fino ai 40 una Donna è giovane.
    amate i vostri nemici

  6. #1551
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    mADDàààIIII: Fino ai 40 una Donna è giovane.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  7. #1552
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    A diciotto anni le convinzioni sono le colline da cui ci affacciamo alla vita. A quaranta sono le caverne in cui ci nascondiamo.
    (Francis Scott Fitzgerald)
    amate i vostri nemici

  8. #1553
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    A diciotto anni le convinzioni sono le colline da cui ci affacciamo alla vita. A quaranta sono le caverne in cui ci nascondiamo.
    (Francis Scott Fitzgerald)
    Gli aforismi stanno di lá.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  9. #1554
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    Ai suoi ordini, Mademoiselle Bauxite!

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
    Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede.
    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
    non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
    Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
    le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
    erano le tue.

    EUGENIO MONTALE
    amate i vostri nemici

  10. #1555
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
    E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
    Per ogni cosa ha metodi e risposte.
    E’ lesto a indovinare il chi il come il dove
    e a quale scopo.
    Appone il timbro a verità assolute,
    getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
    e le persone ignote
    dentro appositi schedari.
    Pensa quel tanto che serve,
    non un attimo in più,
    perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.
    E quando è licenziato dalla vita,
    lascia la postazione
    dalla porta prescritta.
    A volte un po’ lo invidio
    per fortuna mi passa.

    Wislawa Szymborska
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  11. #1556
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    Questa la voglio scolpita per quando schianto:

    Laus Vitae

    O Vita, o Vita,
    dono terribile del dio,
    come una spada fedele,
    come una ruggente face,
    come la gorgóna,
    come la centàurea veste;
    o Vita, o Vita,
    dono d'oblìo,
    offerta agreste,
    come un'acqua chiara,
    come una corona,
    come un fiale, come il miele
    che la bocca separa
    dalla cera tenace;
    o Vita, o Vita,
    dono dell'Immortale
    alla mia sete crudele,
    alla mia fame vorace,
    alla mia sete e alla mia fame
    d'un giorno, non dirò io
    tutta la tua bellezza?
    Chi t'amò su la terra
    con questo furore?
    Chi ti attese in ogni
    attimo con ansie mai paghe?
    Chi riconobbe le tue ore
    sorelle de' suoi sogni?
    Chi più larghe piaghe
    s'ebbe nella tua guerra?
    E chi ferì con daghe
    di più sottili tempre?
    Chi di te gioì sempre
    come s'ei fosse
    per dipartirsi?
    Ah, tutti i suoi tirsi
    il mio desiderio scosse
    verso di te, o Vita
    dai mille e mille vólti,
    a ogni tua apparita,
    come un Tìaso di rosse
    Tìadi in boschi folti,
    tutti i suoi tirsi!

    Nessuna cosa
    mi fu aliena;
    nessuna mi sarà
    mai, mentre comprendo, mondo
    Laudata sii, Diversità
    delle creature, sirena
    del mondo! Talor non elessi
    perché parvemi che eleggendo
    io t'escludessi,
    o Diversità, meraviglia
    sempiterna, e che la rosa
    bianca e la vermiglia
    fosser dovute entrambe
    alla mia brama,
    e tutte le pasture
    co' lor sapori,
    tutte le cose pure e impure
    ai miei amori;
    però ch'io son colui che t'ama,
    o Diversità, sirena
    del mondo, io son colui che t'ama.

    Vigile a ogni soffio,
    intenta a ogni baleno,
    sempre in ascolto,
    sempre in attesa,
    pronta a ghermire,
    pronta a donare,
    pregna di veleno
    o di balsamo, tòrta
    nelle sue spire
    possenti o tesa
    come un arco, dietro la porta
    angusta o sul limitare
    dell'immensa foresta,
    ovunque, giorno e notte,
    al sereno e alla tempesta,
    in ogni luogo, in ogni evento,
    la mia anima visse
    come diecimila!

    È curva la Mira che fila,
    poi che d'oro e di ferro pesa
    lo stame come quel d'Ulisse.

    Tutto fu ambìto
    e tutto fu tentato.
    Ah perché non è infinito
    come il desiderio, il potere
    umano? Ogni gesto
    armonioso e rude
    mi fu d'esempio;
    ogni arte mi piacque,
    mi sedusse ogni dottrina,
    m'attrasse ogni lavoro.
    Invidiai l'uomo
    che erige un tempio
    e l'uomo che aggioga un toro,
    e colui che trae dall'antica
    forza dell'acque
    le forze novelle,
    e colui che distingue
    i corsi delle stelle,
    e colui che nei muti
    segni ode sonar le lingue
    dei regni perduti.

    Tutto fu ambìto
    e tutto fu tentato.
    Quel che non fu fatto
    io lo sognai;
    e tanto era l'ardore
    che il sogno eguagliò l'atto.
    Laudato sii, potere
    del sogno ond'io m'incorono
    imperialmente
    sopra le mie sorti
    e ascendo il trono
    della mia speranza,
    io che nacqui in una stanza
    di porpora e per nutrice
    ebbi una grande e taciturna
    donna discesa da una rupe
    roggia! Laudato sii intanto,
    o tu che apri il mio petto
    troppo angusto pel respiro
    della mia anima! E avrai
    da me un altro canto.

  12. #1557
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Giusto due parole
    La parte in neretto
    -Healthy body, clear mind, peaceful spirit-

    -Where there’s will there’s a way-

    -Work hard have fun & be nice-



  13. #1558
    Eufonista L'avatar di BiO-dEiStA
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    Siede la patria mia tra il monte e 'l mare,
    Quasi teatro ch'abbia fatto l'arte,
    Non la natura, a' riguardanti appare,
    E 'l Tagliamento l'interseca, e parte:
    S'apre un bel piano, ove si possa entrare,
    Tra 'l merigge e l'occaso, e in questa parte
    Quanto aperto ne lassa il mar e 'l monte
    Chiude Liquenza con perpetuo fonte.

    Nel mezzo siede la città, ch'eresse
    Attila, e gli Unni, onde il suo nome ottenne;
    Nobil Città, ch'ad Aquilea successe,
    Che innanzi a quel flagello a terra venne:
    E lo stesso crudel, che l'una oppresse,
    Sollevò l'altra, ove il suo campo ei tenne:
    Così si cambia il mondo, e le ruine
    Son de le cose ad un principio e fine.

    Non è di basso nome, e fu già caro
    Albergo al grande Julo, onde s'appella:
    Dolci acque, verdi selve, ed aer chiaro,
    Bei colli, largo pian, vaghe castella,
    Fertil terren, che la speranza raro
    Ingannar suol, la fan leggiadra e bella:
    E 'l liquor di Lieo cresce in tal copia,
    Ch'a largo anco d'altrui tempra l'inopia.



    (Erasmo da Valvasone, La caccia canto I, stanze 102-104)
    Citazione Originariamente Scritto da Careful with that Visualizza Messaggio
    i miei post in media sono di una dozzina di righe, al più;
    Citazione Originariamente Scritto da Ned Flanders Visualizza Messaggio
    Sono stato tanto...ma tanto Laurina, lontano dal Signore: Ne ho combinate di cotte e di crude. Ti basti sapere soltanto questo....

  14. #1559
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    L'ho già postata, la riposterò.



    Come, my friends,
    'T is not too late to seek a newer world.
    Push off, and sitting well in order smite
    The sounding furrows; for my purpose holds
    To sail beyond the sunset, and the baths
    Of all the western stars, until I die.
    It may be that the gulfs will wash us down:
    It may be we shall touch the Happy Isles,
    And see the great Achilles, whom we knew.
    Tho' much is taken, much abides; and tho'
    We are not now that strength which in old days
    Moved earth and heaven, that which we are, we are;
    One equal temper of heroic hearts,
    Made weak by time and fate, but strong in will
    To strive, to seek, to find, and not to yield.

  15. #1560
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Non ti amo come fossi rosa di sale, topazio
    o freccia di garofani che propagano il fuoco,
    t’amo come si amano certe cose oscure,
    segretamente, tra l’ombra e l’anima.
    Ti amo come pianta che non fiorisce e reca
    dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori,
    e grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
    il denso aroma che sale dalla terra.

    Ti amo senza sapere come, né quando, né da dove,
    ti amo direttamente senza problemi né orgoglio,
    ti amo così perché non so amare altrimenti

    che in questo modo in cui non sono e non sei,
    tanto vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
    tanto vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio
    sonno.

    Saprai che non t’amo e che t’amo
    perché la vita è in due maniere,
    la parola è un’ala del silenzio,
    il fuoco ha una metà di freddo.
    Io t’amo per cominciare ad amarti,
    per ricominciare l’infinito,
    per non cessare d’amarti mai:
    per questo non t’amo ancora.

    T’amo e non t’amo come se avessi
    nelle mie mani le chiavi della gioia
    e un incerto destino sventurato.

    Il mio amore ha due vite per amarti.
    Per questo t’amo quando non t’amo
    e per questo t’amo quando t’amo.

    Sete di te m’incalza nelle notti affamate.
    Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
    Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
    Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
    Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
    in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
    Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
    Mi segui come gli astri seguono la notte.
    Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
    Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
    Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
    Solco per il torbido seme del mio nome.
    Esista una terra mia che non copra la tua orma.
    Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

    Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
    Come poter non amarti se per questo devo amarti.
    Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
    Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
    Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
    Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
    Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
    La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
    L’anima è accesa di queste braccia che ti amano.
    Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
    Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
    E in essa si distrugge come l’acqua nel fuoco.

    PABLO NERUDA
    amate i vostri nemici

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