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Discussione: Poesie

  1. #1786
    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Non ti chiedere mai, ché non si può,
    quale destino gli dei abbiano pronto per me, per te, Leucònoe,
    né ti curar di oroscopi Babilonesi.
    Meglio, quel che verrà, prenderlo così com'è.
    Se molti inverni Dio ci darà, o sarà questo l'ultimo
    che spumeggiante scaglia il Tirreno contro le rupi a infrangersi.
    Sii saggia, versami il vino, le tue speranze regola giorno per giorno.
    Mentre parliamo, l'ora già scorre rapida.
    Cogli il tuo tempo, meno che puoi fidati del domani.

    (Quinto Orazio Flacco)

    Splendida! La saggezza degli antichi...

  2. #1787
    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    La saggezza degli antichi...
    Parole sante

    "Al modo delle foglie che nel tempo
    fiorito della primavera nascono
    e ai raggi del sole rapide crescono,
    noi simili a quelle per un attimo
    abbiamo diletto del fiore dell’età,
    ignorando il bene e il male per
    dono dei Celesti.
    Ma le nere dee ci stanno a fianco,
    l’una con il segno della grave vecchiaia
    e l’altra della morte. Fulmineo
    precipita il frutto di giovinezza,
    come la luce d’un giorno sulla terra.
    E quando il suo tempo è dileguato
    è meglio la morte che la vita.
    Molti mali giungono nell'animo: a volte, il patrimonio
    si consuma, e seguono i dolorosi effetti della povertà;
    sente un altro la mancanza di figli,
    e con questo rimpianto scende all'Ade sotterra;
    un altro ha una malattia che spezza l'animo. Non c'è
    un uomo al quale Zeus non dia molti mali."
    Mimnermo, il famoso frammento 2.

    (Esclusivamente per Pazza
    ἡμεῖς δ', οἷά τε φύλλα φύει πολυάνθεμος ὥρη
    ἔαρος, ὅτ' αἶψ' αὐγῆις αὔξεται ἠελίου,
    τοῖς ἴκελοι πήχυιον ἐπὶ χρόνον ἄνθεσιν ἥβης
    τερπόμεθα, πρὸς θεῶν εἰδότες οὔτε κακὸν
    οὔτ' ἀγαθόν· Κῆρες δὲ παρεστήκασι μέλαιναι,
    ἡ μὲν ἔχουσα τέλος γήραος ἀργαλέου,
    ἡ δ' ἑτέρη θανάτοιο· μίνυνθα δὲ γίνεται ἥβης
    καρπός, ὅσον τ' ἐπὶ γῆν κίδναται ἠέλιος.

    αὐτὰρ ἐπὴν δὴ τοῦτο τέλος παραμείψεται ὥρης,
    αὐτίκα δὴ τεθνάναι βέλτιον ἢ βίοτος·
    πολλὰ γὰρ ἐν θυμῶι κακὰ γίνεται· ἄλλοτε οἶκος
    τρυχοῦται, πενίης δ' ἔργ' ὀδυνηρὰ πέλει·
    ἄλλος δ' αὖ παίδων ἐπιδεύεται, ὧν τε μάλιστα
    ἱμείρων κατὰ γῆς ἔρχεται εἰς Ἀΐδην·
    ἄλλος νοῦσον ἔχει θυμοφθόρον· οὐδέ τίς ἐστιν
    ἀνθρώπων ὧι Ζεὺς μὴ κακὰ πολλὰ διδοῖ."

  3. #1788
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Se...

    Se lei ti morde un orecchio,
    ma quella "lei" è un rottweiler...

    Se lei ti dice: "Lasciati andare",
    ma tu sei appeso al cornicione...
    Se quando fai la barba la prima lama tira fuori il pelo,
    ma la seconda lo rimette a posto...

    Se una mattina arrivi in anticipo al lavoro e pensi: "Che culo non ho trovato traffico",
    ma poi ti accorgi che è domenica...

    Se lei ha il reggiseno a balconcino,
    ma ha anche le mutande a saracinesca...

    Se la fortuna è cieca,
    ma tu sulla fronte hai scritto: "Sono sfigato" in braille...

    Se pesti una merda e dici: "Porta fortuna! ",
    ma cazzo... in salotto!

    Se sei sano come un pesce,
    ma ti fanno male le branchie...

    Se ti sei montato la testa,
    ma non hai seguito le istruzioni...

    Se la vita è una ruota,
    ma sulla tua gira un criceto...

    Se la prima volta che hai fatto l'amore è stata un'esperienza unica,
    ma purtroppo è rimasta un'esperienza unica...

    Se giochi a nascondino,
    ma nessuno ti viene a cercare...

    Se lei ha il viso d'angelo,
    ma, cazzo!
    Angelo è tuo fratello...

    Se hai un sogno nel cassetto,
    ma ti hanno fottuto la scrivania...

    Se tu rincorri il mito del fallo,
    ma lei rincorre il fallo del mito...

    Se una sera decidi di fargliela pesare...
    e scopri che sono due chili!

    Se hai vinto una vacanza a Capri,
    ma ci abiti da trent'anni...

    Se dal tuo viso sprigiona una luce,
    ma è solo perché hai le dita nella presa...

    Se il mattino ha l'oro in bocca,
    ma tu hai un termometro nel culo...

    Se parli sette lingue,
    ma tutte in italiano...

    Se lei ti tiene sulla corda,
    ma dà anche un calcio allo sgabello...

    Se quando il gioco si fà duro,
    lei è già andata via...

    Se non ti entra la retro,
    ma nel retro ti entra...

    Se a Capodanno hai trombato,
    ma poi hai capito che i proverbi sono solo una gran presa per il culo...

    Se, messo di fronte ad un sacchetto di tisana,
    ci metti solo due minuti per fumarla tutta...

    Se hai preso il coraggio a due mani,
    ma poi guardi bene...
    e non è il coraggio...
    e forse non servivano nemmeno due mani...

    Se il paese và a puttane...
    e sono tutti a casa tua...

    Se succede tutto questo...
    e tu riesci a mantenere la calma mentre tutti attorno a te hanno perso la testa...

    Forse non hai capito bene che cazzo sta succedendo.


    Flavio Oreglio
    Poesie catartiche
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  4. #1789
    A mio figlio
    (Juan Rodolfo Wilcock)

    Abbi fiducia nella vita
    e non nelle ideologie;
    non ascoltare i missionari
    di quest’illusione o quell’altra.

    Ricorda che c’è una sola cosa
    affermativa, l’invenzione;
    il sistema invece è caratteristico
    della mancanza d’immaginazione.

    Ricorda che tutto accade
    a caso e che niente dura,
    il che non ti vieta di fare
    un disegno sul vetro appannato,

    né di cantare qualche nota
    semplice quando sei contento;
    può darsi che sia un bel disegno,
    che la canzone sia bella:

    ma questo non ha certo importanza,
    basta che piacciano a te.
    Un giorno morirai; non fa niente,
    poiché saranno gli altri ad accorgersene.

  5. #1790
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    La sera fiesolana

    Fresche le mie parole ne la sera
    ti sien come il fruscìo che fan le foglie
    del gelso ne la man di chi le coglie
    silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
    su l’alta scala che s’annera
    contro il fusto che s’inargenta
    con le sue rame spoglie
    mentre la Luna è prossima a le soglie
    cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
    ove il nostro sogno si giace
    e par che la campagna già si senta
    da lei sommersa nel notturno gelo
    e da lei beva la sperata pace
    senza vederla.

    Laudata sii pel tuo viso di perla,
    o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
    l’acqua del cielo!

    Dolci le mie parole ne la sera
    ti sien come la pioggia che bruiva
    tepida e fuggitiva,
    commiato lacrimoso de la primavera,
    su i gelsi e su gli olmi e su le viti
    e su i pini dai novelli rosei diti
    che giocano con l’aura che si perde,
    e su ’l grano che non è biondo ancóra
    e non è verde,
    e su ’l fieno che già patì la falce
    e trascolora,
    e su gli olivi, su i fratelli olivi
    che fan di santità pallidi i clivi
    e sorridenti.

    Laudata sii per le tue vesti aulenti,
    o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
    il fien che odora!

    Io ti dirò verso quali reami
    d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
    eterne a l’ombra de gli antichi rami
    parlano nel mistero sacro dei monti;
    e ti dirò per qual segreto
    le colline su i limpidi orizzonti
    s’incùrvino come labbra che un divieto
    chiuda, e perché la volontà di dire
    le faccia belle
    oltre ogni uman desire
    e nel silenzio lor sempre novelle
    consolatrici, sì che pare
    che ogni sera l’anima le possa amare
    d’amor più forte.

    Laudata sii per la tua pura morte,
    o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
    le prime stelle!

    Gabriele d'Annunzio
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  6. #1791
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    Eugenio Montale serie
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  7. #1792
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    Spesso il male di vivere ho incontrato

    Spesso il male di vivere ho incontrato:
    era il rivo strozzato che gorgoglia,
    era l'incartocciarsi della foglia
    riarsa, era il cavallo stramazzato.

    Bene non seppi, fuori del prodigio
    che schiude la divina Indifferenza:
    era la statua nella sonnolenza
    del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

    Meriggiare pallido e assorto

    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d’orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.

    Nelle crepe del suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
    a sommo di minuscole biche.

    Osservare tra frondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    m entre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.

    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com’è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


    (Ossi di seppia)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:19
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  8. #1793
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    Ti libero la fronte dai ghiaccioli

    Ti libero la fronte dai ghiaccioli
    che raccogliesti traversando l’alte
    nebulose; hai le penne lacerate
    dai cicloni, ti desti a soprassalti.

    Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
    l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
    freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
    nel vicolo non sanno che sei qui.

    La speranza di pure rivederti

    La speranza di pure rivederti
    m'abbandonava;

    e mi chiesi se questo che mi chiude
    ogni senso di te, schermo d'immagini,
    ha i segni della morte o dal passato
    è in esso, ma distorto e fatto labile,
    un tuo barbaglio:

    (a Modena, tra i portici,
    un servo gallonato trascinava
    due sciacalli al guinzaglio).



    (Le occasioni)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:19
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  9. #1794
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    Gloria del disteso mezzogiorno

    Gloria del disteso mezzogiorno
    quand'ombra non rendono gli alberi,
    e più e più si mostrano d'attorno
    per troppa luce, le parvenze, falbe.

    il sole, in alto, - e un secco greto.
    Il mio giorno non è dunque passato:
    l'ora piú bella è di là dal muretto
    che rinchiude in un occaso scialbato.

    L'arsura, in giro; un martin pescatore
    volteggia s'una reliquia di vita.
    La buona pioggia è di là dallo squallore,
    ma in attendere è gioia più compita.

    Cigola la carrucola del pozzo


    Cigola la carrucola del pozzo,
    l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
    Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
    nel puro cerchio un’immagine ride.

    Accosto il volto a evanescenti labbri:
    si deforma il passato, si fa vecchio,
    appartiene ad un altro…

    Ah che già stride
    la ruota, ti ridona all’atro fondo,
    visione, una distanza ci divide.



    (Ossi di seppia)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:19
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  10. #1795
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    I limoni

    Ascoltami, i poeti laureati
    si muovono soltanto fra le piante
    dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
    lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
    fossi dove in pozzanghere
    mezzo seccate agguantanoi ragazzi
    qualche sparuta anguilla:
    le viuzze che seguono i ciglioni,
    discendono tra i ciuffi delle canne
    e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

    Meglio se le gazzarre degli uccelli
    si spengono inghiottite dall'azzurro:
    più chiaro si ascolta il susurro
    dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
    e i sensi di quest'odore
    che non sa staccarsi da terra
    e piove in petto una dolcezza inquieta.
    Qui delle divertite passioni
    per miracolo tace la guerra,
    qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
    ed è l'odore dei limoni.

    Vedi, in questi silenzi in cui le cose
    s'abbandonano e sembrano vicine
    a tradire il loro ultimo segreto,
    talora ci si aspetta
    di scoprire uno sbaglio di Natura,
    il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
    il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
    nel mezzo di una verità.
    Lo sguardo fruga d'intorno,
    la mente indaga accorda disunisce
    nel profumo che dilaga
    quando il giorno piú languisce.
    Sono i silenzi in cui si vede
    in ogni ombra umana che si allontana
    qualche disturbata Divinità.

    Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
    nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
    soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
    La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
    il tedio dell'inverno sulle case,
    la luce si fa avara - amara l'anima.
    Quando un giorno da un malchiuso portone
    tra gli alberi di una corte
    ci si mostrano i gialli dei limoni;
    e il gelo dei cuore si sfa,
    e in petto ci scrosciano
    le loro canzoni
    le trombe d'oro della solarità




    (Ossi di seppia)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:19
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  11. #1796
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    La casa dei doganieri

    Tu non ricordi la casa dei doganieri
    sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
    desolata t'attende dalla sera
    in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
    e vi sostò irrequieto.

    Libeccio sferza da anni le vecchie mura
    e il suono del tuo riso non è più lieto:
    la bussola va impazzita all'avventura.
    e il calcolo dei dadi più non torna
    Tu non ricordi; altro tempo frastorna
    la tua memoria; un filo s'addipana.

    Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
    la casa e in cima al tetto la banderuola
    affumicata gira senza pietà.
    Ne tengo un capo; ma tu resti sola
    né qui respiri nell'oscurità.

    Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende
    rara la luce della petroliera!
    Il varco è qui? (Ripullula il frangente
    ancora sulla balza che scoscende ...)
    Tu non ricordi la casa di questa
    mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.



    (Le occasioni)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:20
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  12. #1797
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    Piccolo testamento

    Questo che a notte balugina
    nella calotta del mio pensiero,
    traccia madreperlacea di lumaca
    o smeriglio di vetro calpestato
    non è lume di chiesa o d'officina
    che alimenti
    chierico rosso, o nero

    Solo quest'iride posso
    lasciarti a testimonianza
    d'una fede che fu combattuta,
    d'una speranza che bruciò più lenta
    di un duro ceppo nel focolare

    Conservane la cipria nello specchietto
    quando spenta ogni lampada
    la sardana si farà infernale
    e un ombroso Lucifero scenderà su una prora
    del Tamigi, dell'Hudson, della Senna
    scuotendo l'ali di bitume semi-
    mozze dalla fatica, a dirti: è l'ora.

    Non è un'eredità, un portafortuna
    che può reggere all'urto dei monsoni
    sul fil di ragno della memoria,
    ma una storia non dura che nella cenere
    e persistenza è solo l'estinzione.

    Giusto era il segno: chi l'ha ravvisato
    non può fallire nel ritrovarti.
    Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio
    non era fuga, l'umiltà non era
    vile, il tenue bagliore strofinato
    laggiù non era quello di un fiammifero



    (La bufera e altro)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:20
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  13. #1798
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    La bufera

    Les princes n' ont point d' yeux pour voir ces grand' s merveilles, / leurs mains ne servent plus qu' à nous persécuter. (I principi non hanno occhi per vedere questi grandi meraviglie, le loro mani servono solo a perseguitarci.)
    Agrippa d'Aubignè, À Dieu




    La bufera che sgronda sulle foglie
    dure della magnolia i lunghi tuoni
    marzolini e la grandine,

    (i suoni di cristallo nel tuo nido
    notturno ti sorprendono, dell'oro
    che s'è spento sui mogani, sul taglio
    dei libri rilegati, brucia ancora
    una grana di zucchero nel guscio
    delle tue palpebre)

    il lampo che candisce
    alberi e muro e li sorprende in quella
    eternità d'istante – marmo manna
    e distruzione – ch'entro te scolpita
    porti per tua condanna e che ti lega
    più che l'amore a me, strana sorella, -

    e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
    dei tamburelli sulla fossa fuia,
    lo scalpicciare del fandango, e sopra
    qualche gesto che annaspa...

    Come quando
    ti rivolgesti e con la mano, sgombra
    la fronte dalla nube dei capelli (*),

    mi salutasti – per entrar nel buio.


    (La bufera e altro)








    Commenta Montale: "è un ricordo realistico". Dietro Clizia si nasconde la poetessa ebrea americana Irma Brandeis, che usava portare la frangia

    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:20
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  14. #1799
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Da Xenia.

    A Drusilla Tanzi detta Mosca (moglie di Montale)

    Caro piccolo insetto

    Caro piccolo insetto
    che chiamavano mosca non so perché,
    stasera quasi al buio
    mentre leggevo il Deuteroisaia
    sei ricomparsa accanto a me,
    ma non avevi occhiali,
    non potevi vedermi
    né potevo io senza quel luccichìo
    riconoscere te nella foschia.

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
    Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede.

    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
    non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
    Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
    le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
    erano le tue.


    (Satura)



    Montale e Drusilla

    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:20
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  15. #1800
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    La storia

    La storia non si snoda
    come una catena
    di anelli ininterrotta.
    In ogni caso
    molti anelli non tengono.
    La storia non contiene
    il prima e il dopo,
    nulla che in lei borbotti
    a lento fuoco.
    La storia non è prodotta
    da chi la pensa e neppure
    da chi l'ignora. La storia
    non si fa strada, si ostina,
    detesta il poco a poco, non procede
    né recede, si sposta di binario
    e la sua direzione
    non è nell'orario.
    La storia non giustifica
    e non deplora,
    la storia non è intrinseca
    perché è fuori.
    La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
    La storia non è magistra
    di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
    a farla più vera e più giusta.
    La storia non è poi
    la devastante ruspa che si dice.
    Lascia sottopassaggi, cripte, buche
    e nascondigli. C'è chi sopravvive.
    La storia è anche benevola: distrugge
    quanto più può: se esagerasse, certo
    sarebbe meglio, ma la storia è a corto
    di notizie, non compie tutte le sue vendette.
    La storia gratta il fondo
    come una rete a strascico
    con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
    Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
    d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
    Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
    Gli altri, nel sacco, si credono
    più liberi di lui.



    (Satura)
    Ultima modifica di Tiberio; 28-02-2020 alle 13:21
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

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