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Discussione: Poesie

  1. #1906
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Il Passato

    E’ una curiosa creatura il passato
    Ed a guardarlo in viso
    Si può approdare all’estasi
    O alla disperazione.

    Se qualcuno l’incontra disarmato,
    Presto, gli grido, fuggi!
    Quelle sue munizioni arrugginite
    Possono ancora uccidere!


    Emily Dickinson
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  2. #1907
    Fra amici
    (di Friedrich Nietzsche)

    Bello è tacere insieme,
    ancor più bello ridere assieme –
    sotto il panno di seta del cielo,
    giù nel muschio, chino su un libro,
    rider forte e cordiale fra amici
    e scoprire il biancore dei denti.

    Se io sono riuscito taciamo,
    se ho fallito – ridiamoci sopra
    e facciamo ancora di peggio,
    sempre peggio, ridere e fare,
    finché nella fossa scendiamo.

    Sì, amici! Così deve andare? –
    Amen dunque! E arrivederci!

  3. #1908
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Mio fiume anche tu – Giuseppe Ungaretti

    Mio fiume anche tu, Tevere fatale,
    Ora che notte già turbata scorre;
    Ora che persistente E come a stento erotto
    dalla pietra Un gemito d’agnelli si
    propaga Smarrito per le strade
    esterrefatte; Che di male l’attesa
    senza requie, Il peggiore dei mali, Che
    l’attesa di male imprevedibile
    Intralcia animo e passi; Che
    singhiozzi infiniti, a lungo rantoli
    Agghiacciano le case tane incerte;
    Ora che scorre notte già straziata,
    Che ogni attimo spariscono di schianto O
    temono l’offesa tanti segni Giunti,
    quasi divine forme, a splendere Per
    ascensione di millenni umani; Ora che
    già sconvolta scorre notte, E quanto
    un uomo può patire imparo; Ora ora,
    mentre schiavo Il mondo d’abissale
    pena soffoca; Ora che insopportabile
    il tormento Si sfrena tra i fratelli in
    ira a morte; Ora che osano dire Le
    mie blasfeme labbra: “Cristo, pensoso
    palpito, Perché la Tua bontà S’è tanto
    allontanata?” Ora che pecorelle cogli
    agnelli Si sbandano stupite e, per le
    strade Che già furono urbane, si
    desolano; Ora che prova un popolo
    Dopo gli strappi dell’emigrazione, La
    stolta iniquità Delle deportazioni; Ora
    che nelle fosse Con fantasia ritorta E
    mani spudorate Dalle fattezze umane
    l’uomo lacera L’immagine divina E
    pietà in grido si contrae di pietra; Ora
    che l’innocenza Reclama almeno un
    eco, E geme anche nel cuore più
    indurito; Ora che sono vani gli altri
    gridi; Vedo ora chiaro nella notte
    triste Vedo ora nella notte triste,
    imparo, So che l’inferno s’apre sulla
    terra Su misura di quanto L’uomo si
    sottrae, folle, Alla purezza della Tua
    passione. Fa piaga nel Tuo cuore La
    somma del dolore Che va spargendo
    sulla terra l’uomo; Il Tuo cuore è la
    sede appassionata Dell’amore non
    vano. Cristo, pensoso palpito, Astro
    incarnato nell’umane tenebre, Fratello
    che t’immoli Perennemente per
    riedificare Umanamente l’uomo,
    Santo, Santo che soffri, Maestro e
    fratello e Dio che ci sai deboli, Santo,
    Santo che soffri Per liberare dalla
    morte i morti E sorreggere noi infelici
    vivi, D’un pianto solo mio non piango
    più, Ecco, Ti chiamo, Santo, Santo,
    Santo che soffri.
    amate i vostri nemici

  4. #1909
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    Dedicata a tutti i Bambini che in questi giorni rientrano a scuola....

    Settembre

    E dopo agosto, con la sua calura,
    viene settembre, tiepida frescura.
    L’estate non è morta, ma si ammala,
    il giorno un po’ si accorcia, il sole cala.
    Le foglie sono verdi, ma più stanche,
    le belle abbronzature tornano bianche.
    Il bosco ronza ancora, ma più quieto,
    gli uccelli fanno un canto più segreto.
    La scuola ricomincia a metà mese,
    con cose note e con delle sorprese.
    Lo zaino è più pesante, tira in basso,
    quest’anno ti rallenta un poco il passo.
    Gli amici e le amiche sono quelli,
    ma sono un po’ più alti, un po’ più snelli.
    Invece la maestra è sempre uguale:
    se è una maestra nuova, meno male.

    (Roberto Piumini)
    amate i vostri nemici

  5. #1910
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    Il tuo sorriso

    Toglimi il pane, se vuoi,
    toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso.
    Quando apro gli occhi e quando li richiudo,
    quando i miei passi vanno, quando tornano i miei passi,
    negami il pane, l'aria, la luce, la primavera,
    ma il tuo sorriso mai, perché io ne morrei.

    PABLO NERUDA
    amate i vostri nemici

  6. #1911
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    Sole d'Ottobre


    ...È così pura questa
    gioia fatta di luce e d'aria: questa
    serenità ch'è d'ogni cosa intorno
    a te, d'ogni pensiero entro di te:
    quest'armonia dell'anima col punto
    del tempo e con l'amore che il tempo
    guida.
    Non più grano, né frutti ha ormai la
    terra
    da offrire. Sta limpido l'Autunno
    sul riposo dell'anno... Il fisso
    azzurro, immemore
    di tuoni e lampi, stende il suo gran
    velo
    di pace sulle rosseggianti chiome
    delle foreste. Quand'è falciata
    la spiga, spoglia la pannocchia,
    rosso
    il vin nei tini, e le dorate noci
    chiaman l'abbacchio, e fuor del
    riccio scoppia
    la castagna, che importa la
    minaccia
    dell'Inverno, alla terra?..
    Trasparente luce
    d'ottobre, al cui tepor nulla matura
    perché già tutto maturò: chiarezza
    che della terra fa cosa di cielo.

    ADA NEGRI
    amate i vostri nemici

  7. #1912
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    Giunto Ottobre

    La natura si appresta
    alla grande battaglia
    e alla sua morte si ribella
    sfoggiando nell'agonia
    suggestive luci
    e caldi maturi colori.

    Si tinge di rosso vermiglio
    d'oro e topazio
    e in tragica pantomima
    volteggiano le foglie
    nell'aria lievi farfalle
    e di esse hanno la caducità
    e l'impalpabile polvere.

    ROSA STAFFIERE
    amate i vostri nemici

  8. #1913
    A due a due
    (Paul Éluard)

    Non andremo più alla meta a uno a uno
    ma a due a due. Conoscendoci
    a due a due noi ci conosceremo
    tutti, noi ci ameremo tutti e i nostri figli
    rideranno della leggenda nera dove
    piange un solitario.

  9. #1914
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    LAURA

    Chiare, fresche et dolci acque,
    ove le belle membra
    pose colei che sola a me par donna;
    gentil ramo ove piacque
    (con sospir’ mi rimembra)
    a lei di fare al bel fiancho colonna;
    herba et fior’ che la gonna
    leggiadra ricoverse
    co l’angelico seno;
    aere sacro, sereno,
    ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse:
    date udïenzia insieme
    a le dolenti mie parole extreme.

    FRANCESCO PETRARCA
    amate i vostri nemici

  10. #1915
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    Triumphus Mortis

    Lo spirto, per partir di quel bel seno,
    con tutte sue virtuti in sé romito,
    fatto avea in quella parte il ciel sereno.
    Nessun degli adversarii fu sì ardito
    ch’apparisse già mai con vista oscura,
    fin che Morte il suo assalto ebbe fornito.
    Poi che, deposto il pianto e la paura,
    pur al bel volto era ciascuna intenta,
    per desperatïon fatta sicura,
    non come fiamma che per forza è spenta,
    ma che per sé medesma si consume,
    se n’andò in pace l’anima contenta,
    a guisa d’un soave e chiaro lume
    cui nutrimento a poco a poco manca,
    tenendo al fine il suo caro costume.
    Pallida no, ma più che neve bianca,
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca.
    Quasi un dolce dormir ne’ suo’ belli occhi,
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi.
    Morte bella parea nel suo bel viso.

    Francesco Petrarca
    amate i vostri nemici

  11. #1916
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Conosco delle barche

    Conosco delle barche che restano nel porto per paura
    che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

    Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
    per non aver mai rischiato una vela fuori.

    Conosco delle barche che si dimenticano di partire
    hanno paura del mare a furia di invecchiare
    e le onde non le hanno mai portate altrove,
    il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

    Conosco delle barche talmente incatenate
    che hanno disimparato come liberarsi.

    Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
    per essere veramente sicure di non capovolgersi.

    Conosco delle barche che vanno in gruppo
    ad affrontare il vento forte al di là della paura.

    Conosco delle barche che si graffiano un po'
    sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.

    Conosco delle barche
    che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
    ogni giorno della loro vita
    e che non hanno paura a volte di lanciarsi
    fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

    Conosco delle barche
    che tornano in porto lacerate dappertutto,
    ma più coraggiose e più forti.

    Conosco delle barche straboccanti di sole
    perché hanno condiviso anni meravigliosi.

    Conosco delle barche
    che tornano sempre quando hanno navigato.
    Fino al loro ultimo giorno,
    e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
    perché hanno un cuore a misura di oceano.



    Jacques Brel
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  12. #1917
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Meravigliosa

  13. #1918
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Pendio, vento di corsa, cenere


    Non fare niente, stai fermo, aspetta che passi

    questo vento di corsa, più ti muovi più le corde

    ti segano i polsi e allora asseconda la tua prigionia,

    cenere alla cenere, se oggi ci fosse qualcosa da dire

    sarebbe questo e finché lo dici sei vivo, vivo

    anche se il silenzio assedia, si assiepa intorno a te

    come un canto, come un pendio sul quale posare le scapole,

    adattare la nuca al sonno, prima che la mente si dissolva

    in uno scoppio di nuvole e piova un buio senza riparo.

    Pendio, vento di corsa, cenere, mettili nelle tue vene

    strette dal cordame, mentre al di là del monitor

    va il mondo e ride e piange in una volta

    come un giorno di pioggia e di sole.



    Pierluigi Cappello
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  14. #1919
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Siete mai stati sulle colline
    belle e ridenti, di Bordighera,
    quando gennaio, nelle mattine
    chiare e nelle ore pomeridiane,
    ha già un tepore di primavera?
    Sui poggi aprichi, sui molli clivi
    e sui declivi delle costiere,
    tra i verdi opimi placidi ulivi
    splendon le nuvole gaie e leggere,
    fatte di buccole d’oro e odorose,
    delle mimose gonfie di sole
    e del respiro della marina.
    Cantate a gara con le campane
    squillanti a festa dalle lontane
    chiese dei borghi, calde parole
    d’amore, o trepide nuvole, accese
    da un dolce miele solare, scese
    forse dal cielo questa mattina,
    ora impazienti che giunga sera
    per risalirvi, poi tramontare
    insieme al sole nel glauco mare.

    Oreste Ferrari
    amate i vostri nemici

  15. #1920
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Questa parola amore

    Non accorrerò quando chiamerà
    anche se mi dirà ti amo,
    specialmente se lo dirà,
    anche se giura
    e non promette altro
    che amore amore.

    La luce in questa stanza
    copre ogni
    cosa allo stesso modo;
    neanche il mio braccio fa ombre,
    anch’esso consumato dalla luce.

    Ma questa parola amore…
    questa parola s’oscura,
    s’appesantisce e si scuote, comincia
    a farsi strada coi denti, con brividi e convulsioni
    su questo foglio
    finché anche noi scompariamo quasi
    nella sua gola trasparente e siamo ancora
    separati, lucidi, fianchi contro coscia, i tuoi
    capelli sciolti che non conoscono
    esitazioni.

    Raymond Carver
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

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