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Discussione: Poesie

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  1. #1
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ti ringrazio, non lo sapevo. Sempre pensato fosse del grande poeta cileno. Equivoco, leggo, nel quale molti cadono.
    amate i vostri nemici

  2. #2
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    A mio figlio

    Abbi fiducia nella vita
    e non nelle ideologie;
    non ascoltare i missionari
    di quest’illusione o quell’altra.

    Ricorda che c’è una sola cosa
    affermativa, l’invenzione;
    il sistema invece è caratteristico
    della mancanza d’immaginazione.

    Ricorda che tutto accade
    a caso e che niente dura,
    il che non ti vieta di fare
    un disegno sul vetro appannato,

    né di cantare qualche nota
    semplice quando sei contento;
    può darsi che sia un bel disegno,
    che la canzone sia bella:

    ma questo non ha certo importanza,
    basta che piacciano a te.
    Un giorno morirai; non fa niente,
    poiché saranno gli altri ad accorgersene.


    Juan Rodolfo Wilcock

  3. #3
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    I
    Sullo scuro rossore della collera
    la risposta scortese
    l’avversione per gli stranieri
    si regge lo Stato.

    Sui ruggiti del goal
    le catapecchie intorno ai porti
    l’alcol per i poveri
    si regge lo Stato.

    — Hermancja, se facendo girare il mio anello
    sparissero quei quartieri che il nostro corteo
    percorre in fretta, per non vedere gli occhi fissi nel vuoto,
    se invece della costrizione quotidiana
    o degli svaghi pelosi attinenti alla carnalità
    tirata a lucido, fingendo di non puzzare affatto,
    la gente a teatro rosicchiasse cioccolatini
    e si commuovesse per l’amore del pastore Aminta
    e di giorno leggesse la Summa, per fortuna troppo difficile,
    nessuno sarebbe adatto alle caserme. Lo Stato crollerebbe.


    II
    Sì, è vero, il paesaggio è un po’ cambiato.
    Dove c’erano boschi, ora ci sono pere di fabbriche e cisterne.
    Avvicinandoci ai ponti alla foce d’un fiume ci tappiamo il naso,
    la sua corrente trasporta nafta e cloro e composti di metile,
    senza parlare delle secrezioni dei Libri delle Astrazioni:
    escrementi, urina e sperma morto.
    Una grande macchia di colore sintetico avvelena i pesci del mare.
    Là dove il giunco e la canna coprivano il bordo della baia,
    ora c’è la ruggine di macchine sfasciate, di ceneri e mattoni.
    I poeti antichi ci parlavano del profumo della terra
    e delle cavallette. Oggi scansiamo i campi.
    Attraversa più in fretta che puoi l’area chimica degli agricoltori.
    Sono estinti l’insetto e l’uccello. Lontano un uomo annoiato
    trascina polvere col suo trattore, ha aperto l’ombrello da sole.
    Chi stiamo piangendo? Chiedo. La tigre? Il leone? Lo squalo?
    Abbiamo creato una seconda natura a somiglianza della prima,
    perché non ci sembrasse per caso di vivere in paradiso.

    CZESŁAW MIŁOSZ

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    IN RIVA AL MARE

    Tirreno, anche il mio petto è un mar profondo,
    E di tempeste, o grande, a te non cede:
    L’anima mia rugge ne’ flutti, e a tondo
    Suoi brevi lidi e il picciol cielo fiede.

    Tra le sucide schiume anche dal fondo
    Stride la rena: e qua e là si vede
    Qualche cetaceo stupido ed immondo
    Boccheggiar ritto dietro immonde prede.

    La ragion de le sue vedette algenti
    Contempla e addita e conta ad una ad una
    Onde belve ed arene invan furenti:

    Come su questa solitaria duna
    L’ire tue negre e gli autunnali venti
    Inutil lampa illumina la luna.

    GIOSUE' CARDUCCI
    amate i vostri nemici

  5. #5
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Domande poste a me stessa


    Qual è il contenuto del sorriso
    e d’una stretta di mano?
    Nel dare il benvenuto
    non sei mai lontana
    come a volte è lontano
    l’uomo dall’uomo
    quando dà un giudizio ostile
    a prima vista?
    Ogni umana sorte
    apri come un libro
    cercando emozione
    non nei suoi caratteri,
    non nell’edizione?
    Con certezza tutto,
    afferri della gente?
    Risposta evasiva la tua,
    insincera,
    uno scherzo da niente,
    i danni li hai calcolati?
    Irrealizzate amicizie,
    mondi ghiacciati.
    Sai che l’amicizia va
    concretata come l’amore?
    C’è chi non ha retto il passo
    in questa dura fatica.
    E negli errori degli amici
    non c’era colpa tua?
    C’è chi si è lamentato e consigliato.
    Quante le lacrime versate
    prima che tu portassi aiuto?
    Corresponsabile
    della felicità di millenni
    forse ti è sfuggito
    il singolo minuto
    la lacrima, la smorfia sul viso?
    Non scansi mai
    l’altrui fatica?
    Il bicchiere era sul tavolo
    e nessuno lo ha notato,
    finché non è caduto
    per un gesto distratto.
    Ma è tutto così semplice
    nei rapporti fra la gente?


    Wislawa Szymborska
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  6. #6
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Notizie sull'acqua

    Sta nella nuvola e nel pozzo,
    nella neve e nella noce di cocco,
    negli occhi e nel fiume,
    nell’arcobaleno e nel lago,
    nel ghiaccio e nel vapore della pentola sul fuoco,
    nella bocca.
    È la maggioranza della superficie.
    È la maggioranza del corpo.
    Una persona è acqua che cammina, dall’acqua di placenta all’acqua del sudario.
    In ebraico è plurale, màim, acque.
    In francese è una vocale sola, eau, ô.
    In greco e in tedesco è neutra.
    In russo e nelle latine è femminile.
    L’impero di Roma si costruì sull’acqua, fu idraulico.
    Resiste più di altri manufatti la fabbrica di archi, gli acquedotti.


    Dal fondo del pozzo avverte il terremoto.
    Fa tremare il ramo scortecciato in mano al rabdomante.
    La sua avventura chimica è prodigio, ossigeno più idrogeno,
    ad accostarli, esplodono.
    Spegne fuoco, anche quello dei vulcani.
    Fa il pane, fa la pasta.
    È nel bianco e nel rosso dell’uovo. È nella sua buccia.
    È nella carta e nel vino, nelle ciliege e nelle comete.
    Chi la spreca verrà assetato.
    Ho visto città al buio andare coi secchi al fiume,
    ho visto Mostar e Belgrado.
    Ho visto il Danubio avvelenato dalle rovine di Pancevo.
    Sobborgo di industrie distrutte da una guerra aerea.
    Il Danubio in maggio ha avuto la più grande piena del secolo,
    gli argini sono tracimati in alluvioni nel sud della Germania.
    Il Danubio ha chiesto acqua al cielo per lavarsi e l’ha avuta.
    Ma i banchi di aringhe che salgono dal Mar Nero no.
    Chi sporca l’acqua verrà sporcato.
    Secondo Geremia la voce di lod/Dio è chiasso di acque nei cieli.
    Giusta sarà la sorpresa di chi ascolterà la prima domanda, appena morto:
    «Quant’acqua hai versato?».
    Ognuno di noi sarà pesato a gocce.

    Erri De Luca
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  7. #7
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio


    Notizie sull'acqua

    Sta nella nuvola e nel pozzo,
    nella neve e nella noce di cocco,
    negli occhi e nel fiume,
    nell’arcobaleno e nel lago,
    nel ghiaccio e nel vapore della pentola sul fuoco,
    nella bocca.
    È la maggioranza della superficie.
    È la maggioranza del corpo.
    Una persona è acqua che cammina, dall’acqua di placenta all’acqua del sudario.
    In ebraico è plurale, màim, acque.
    In francese è una vocale sola, eau, ô.
    In greco e in tedesco è neutra.
    In russo e nelle latine è femminile.
    L’impero di Roma si costruì sull’acqua, fu idraulico.
    Resiste più di altri manufatti la fabbrica di archi, gli acquedotti.


    Dal fondo del pozzo avverte il terremoto.
    Fa tremare il ramo scortecciato in mano al rabdomante.
    La sua avventura chimica è prodigio, ossigeno più idrogeno,
    ad accostarli, esplodono.
    Spegne fuoco, anche quello dei vulcani.
    Fa il pane, fa la pasta.
    È nel bianco e nel rosso dell’uovo. È nella sua buccia.
    È nella carta e nel vino, nelle ciliege e nelle comete.
    Chi la spreca verrà assetato.
    Ho visto città al buio andare coi secchi al fiume,
    ho visto Mostar e Belgrado.
    Ho visto il Danubio avvelenato dalle rovine di Pancevo.
    Sobborgo di industrie distrutte da una guerra aerea.
    Il Danubio in maggio ha avuto la più grande piena del secolo,
    gli argini sono tracimati in alluvioni nel sud della Germania.
    Il Danubio ha chiesto acqua al cielo per lavarsi e l’ha avuta.
    Ma i banchi di aringhe che salgono dal Mar Nero no.
    Chi sporca l’acqua verrà sporcato.
    Secondo Geremia la voce di lod/Dio è chiasso di acque nei cieli.
    Giusta sarà la sorpresa di chi ascolterà la prima domanda, appena morto:
    «Quant’acqua hai versato?».
    Ognuno di noi sarà pesato a gocce.

    Erri De Luca
    Post stupendo, Bauxite.

  8. #8
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Ogni bella giornata di novembre
    è quasi sempre un’occasione persa.
    La luce ha fretta
    la luce di novembre non aspetta
    ci pensi sopra e non è più in offerta.
    E ci si illanguidisce alla promessa
    di una felicità, ah, più che certa
    se solo avessi avuto l’accortezza
    di predisporre il giusto materiale:
    un giro inconcludente in bicicletta
    e labbra sfaccendate da baciare.

    Patrizia Cavalli
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  9. #9
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Due amanti felici

    Due amanti felici fanno un solo pane,
    una sola goccia di luna nell’erba,
    lascian camminando due ombre che s’unisco,
    lasciano un solo sole vuoto in un letto.

    Di tutte le verità scelsero il giorno:
    non s’uccisero con fili, ma con un aroma
    e non spezzarono la pace né le parole.
    È la felicità una torre trasparente.

    L’aria, il vino vanno coi due amanti,
    gli regala la notte i suoi petali felici,
    hanno diritto a tutti i garofani.

    Due amanti felici non hanno fine né morte,
    nascono e muoiono più volte vivendo,
    hanno l’eternità della natura.

    PABLO NERUDA
    amate i vostri nemici

  10. #10
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Grazie, lo può fare chiunque e sicuramente anche meglio!
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  11. #11
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    San Martino

    La nebbia agli irti colli
    Piovigginando sale,
    E sotto il maestrale
    urla e biancheggia il mar;
    Ma per le vie del borgo
    Dal ribollir dè tini
    Va l'aspro odor de i vini
    L'anime a rallegrar.
    Gira sù ceppi accesi
    Lo spiedo scoppiettando:
    Sta il cacciator fischiando
    Su l'uscio a rimirar
    Tra le rossastre nubi
    Stormi d'uccelli neri,
    Com'esuli pensieri,
    Nel vespero migrar.

    Giosuè Carducci
    amate i vostri nemici

  12. #12
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Novembre

    Gèmmea l'aria, il sole così chiaro
    che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
    e del prunalbo l'odorino amaro
    senti nel cuore...

    Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
    di nere trame segnano il sereno,
    e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
    sembra il terreno.

    Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
    odi lontano, da giardini ed orti,
    di foglie un cader fragile. È l'estate
    fredda, dei morti.

    Giovanni Pascoli
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Poesie per vivere e per non vivere

    4
    Come un uscio che aspetti e fuori è il male
    Quest’uomo vedi e le staccate mani
    Il tormento vitale senza fine
    E un dolore di vita vesperale
    E il suo languore di vuoto intestino
    Stringere e a piedi e visi s’attaccare
    E una lampada messa sul malore
    Notturno le miserie senza nome
    Tra i segni della camera evocate
    Torcere arroventare dilatare

    Lividezza di grazia lapidata
    E’ dappertutto nell’immaginata
    Violenza dei misteri delle vite
    E la canaglia umana sui teatri
    Del suo a rompere rovine darsi
    Emette una colomba senza ali

    Un bagno vivo di vita distrutta
    Una miseria su tutte affacciata
    Risposte oscure di vita scavata
    Di male proprio nel male di tutti

    Viso illunato in un velo sanguato
    Stringendosi alla bocca di ogni buio
    La luce dentro i corpi torturata
    Disegna un malinconico bel viso
    Col lungo sangue della sua ferita
    E tu eri il suo rantolo infinito
    Un gesto oscuro e vago della vita

    La tortura di essere la vita
    In una carne breve e sciagurata
    Tutto il diabolico viso velato
    In una camera senza uscita
    E i testimoni delle solitudini
    Gli occhi di tutto avulsi e sanguinosi
    E le vesti sporcate e senza vita
    Della bellezza e del terrore umano
    Eccoli grande muta testa farsi
    Il viso triste che patisce sparso

    Tra i sigilli e gli arcani dolorosi
    Col suo sangue alla bocca sempre nuovo
    Per rovesciarlo in quei silenzi un uomo
    Vedi da inutile zelo prostrato;
    Dentro il cuore vivente delle ciglia
    E’ una lettura di come cucite
    Labbra che persero il cielo notturno
    E il loro tendere parola muta
    Tanto è pensiero d’abisso chiuso
    Che lo vedi tramare, essere corpo

    Tra le mute ali del contatto umano
    Il suo letto d’amore e di tortura
    Si disfà si rifà sotto la luna
    E il curvo ho sete del piantato umano
    Grida alla terra sciagura sciagura

    Tu che vortichi vortichi sul piano
    Ahi come dentro a con quanto dolore
    La luce sfanga nel segreto umano
    Vieni al mio espiante anelito creatura o creatura
    Vieni inginòcchiati al mio tormento umano

    10.

    Con quali azioni invece di canzoni
    Chiara faremo la tua notte nera
    Terra che bruci, terra che dolori
    Tristezza d’uomo, malattia d’uomo?
    Fare dolore è tutto il vostro fare:
    Se tu hai guardato in una faccio d’uomo
    Non fare niente; fare bene è non fare

    13.

    La specie umana miserabile è matura
    Da sempre per non essere mai chi suona
    Stanotte nella carne – divino archetto
    Su una schiena di cane ti strofini
    Battuta a morte, magnetico ne sanguini –
    Chi nella casa morta non muore?
    Io, pietà e lutto dell’inconoscibile
    Torso che lotta muto
    Tra una ringhiera e uno steccato stretto
    E ruota in un olivo livido
    Che non ha rive, il cuore.

    39.

    Questo peso implacabile che attrista
    Adorata vergogna di ciascuno
    (La tua essenza nascosta è un lazzaretto
    Una faccia rinchiusa di colpito)
    La piaga sordida dell’io umano,
    Gravezza di voragini in un solo
    Scarso e solitudine di un nome,
    Ricorderai che mai apriva il pugno?

    Il grande orrore della faccia umana
    E’ questa faccia dentro conficcata
    Che con demoni e angeli si bacia;
    L’ulcera lamentosa e sconosciuta
    Nei corpi i cieli della tenerezza
    Incide e slabra, un rigagnolo stinto
    Sulla notte dell’anima sfinita
    Testa le luci sacrificate

    Ricorderai come era stretto il cuore?
    In un’arida gola naufragata
    Dall’alto era gettata una misura
    Di chiaro e crudelmente si rompeva
    Sul fondo che non toccano occhi umani.
    E piangerai sul tuo feroce grumo
    Quando avrai la le dita la strettura
    Che è stato, ombra di un’ombra senza cosa?

    71.

    La porta era chiusa e nera. Dall’interno veniva
    Un affannare d’anime che avvolgeva. Qualcuno apriva.
    – chi vuol piegare alle lacrime, creatura
    Inattesa? Perché ne torchi senza misura
    Dai tuoi più di due occhi per darmi pena
    E sudario, su un lenzuolo muto di cena? –
    Tra un fitto fogliame di vecchie foto, nuda
    La nullità erotica, la nostra vita cruda
    Si spiava come una sete d’amare in un lenzuolo;
    E palpebre fatte mute vidi in un tiepido scolo
    Fare parlante il muro.

    Nacque un dolcissimo benedire furtivo
    Le stanze abitate da tanti accesi
    Movimenti di carne e luce, e sognarli
    Tutti morti non ne calmava il segreto
    Agire di portatori d’impuro
    A tutto, in cui era bello fermarli
    Nella più misteriosa delle pitture.
    E mentre benedicevo mi stupivo
    Della mia voce che su tante nuche cadendo
    Di dolorose bambole era attratta
    In un combattimento senza fine
    Tra gli emblemi del vivere e morire:
    Lamettina di cataclisma sottile
    Una carezza uscita dal grido
    Li scorporava dell’apparire.

    Oh inducible, suscitata
    Da viste pure e impure
    Vertigine rara del chiaroscuro!
    Sul collo dell’anima cade, la testa vola
    Felice, il filo bianco e il filo nero
    Con presa di voragine inflessibile

    Tra le sue labbra. Non era che una lampada
    Su un tavolo, su abisso puro,
    E il niente che chiede pane
    Di nomi ancora alle sfinite mani
    I polsi con più mistero mi succhiava.

    72.

    Vedo un canino stampo di colèra
    Sul viso umano prosciugato, padre
    Contratto che guarda fisso
    Se c’è pietà, e lo sfregio divino
    Brilla sul buio; a quel corpo di vinto
    Portatore e cloaca di misteri
    Una parola dilla, svegliata
    Nelle vie della gola come un medico
    Notturno, una foglia tenera
    Di pianta umida sul passato
    Suo turpe cada.

    Guido Ceronetti

    Ultima modifica di Tiberio; 31-10-2018 alle 09:49
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  14. #14
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Bella! Anzi, direi quasi sublime.
    Grazie Tiberio
    amate i vostri nemici

  15. #15
    Opinionista L'avatar di Host eria
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    @Tibe
    notevole Ceronetti, e non lo conoscevo

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