Pagina 124 di 140 PrimaPrima ... 24 74 114 120 121 122 123 124 125 126 127 128 134 ... UltimaUltima
Risultati da 1,846 a 1,860 di 2098

Discussione: Poesie

  1. #1846
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Qualcosa mi ha fatto pensare a @conogelato in questo testo

    Senza alcuna ironia
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  2. #1847
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Quale onore: Grazie!
    amate i vostri nemici

  3. #1848
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Se (Emily Dickinson)

    Se io potrò impedire
    a un cuore di spezzarsi
    non avrò vissuto invano
    Se allevierò il dolore di una vita
    o guarirò una pena
    o aiuterò un pettirosso caduto
    a rientrare nel nido
    non avrò vissuto invano



    Se (Rudyard Kipling)

    Se saprai mantenere la calma quando tutti intorno a te
    la perdono, e te ne fanno colpa.
    Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
    tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
    Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
    O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
    O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
    Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

    Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
    Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
    Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
    E trattare allo stesso modo questi due impostori.
    Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
    Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
    O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
    E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

    Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
    E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
    E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
    senza mai far parola della tua perdita.
    Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
    nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
    E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
    Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"

    Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
    O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
    Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
    Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
    Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
    Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
    Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
    E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  4. #1849
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Stupenda! Grazie Tiberio
    amate i vostri nemici

  5. #1850
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
    Data Registrazione
    28/04/19
    Località
    Roma
    Messaggi
    5,572
    Dicono alcuni che amore è un bambino

    e alcuni che è un uccello,

    alcuni che manda avanti il mondo,

    e alcuni che è un’assurdità,

    e quando ho domandato al mio vicino,

    che aveva tutta l’aria di sapere,

    sua moglie si è seccata e ha detto che

    non era il caso, no.


    Assomiglia a una coppia di pigiami,

    o al salame dove non c’è da bere?

    Per l’odore può ricordare i lama,

    o avrà un profumo consolante?

    E’ piangente a toccarlo, come un pruno,

    o lieve come morbido piumino?

    E’ tagliente o ben liscio lungo gli orli?

    La verità, vi prego, sull’amore.

    I manuali di storia ce ne parlano

    in qualche noticina misteriosa,

    ma è un argomento assai comune

    a bordo delle navi da crociera;

    ho trovato che vi si accenna nelle

    cronache dei suicidi,

    e l’ho visto persino scribacchiato

    sul retro degli orari ferroviari.

    Ha il latrato di un alsaziano a dieta,

    o il bum-bum di una banda militare?

    Si può farne una buona imitazione

    su una sega o uno Steinway da concerto?

    Quando canta alle feste, è un finimondo?

    Apprezzerà soltanto roba classica?

    Smetterà se si vuole un po’ di pace?

    La verità, vi prego, sull’amore.

    Sono andato a guardare nel bersò;

    lì non c’era mai stato;

    ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,

    e poi l’aria balsamica di Brighton.

    Non so che cosa mi cantasse il merlo,

    o che cosa dicesse il tulipano,

    ma non era nascosto nel pollaio,

    e non era nemmeno sotto il letto.

    Sa fare delle smorfie straordinarie?

    Sull’altalena soffre di vertigini?

    Passerà tutto il suo tempo alle corse,

    o strimpellando corde sbrindellate?

    Avrà idee personali sul denaro?

    E’ un buon patriota o mica tanto?

    Ne racconta di allegre, anche se spinte?

    La verità, vi prego, sull’amore.

    Quando viene, verrà senza avvisare,

    proprio mentre mi sto frugando il naso?

    Busserà la mattina alla mia porta,

    o là sul bus mi pesterà un piede?

    Accadrà come quando cambia il tempo?

    Sarà cortese o spiccio il suo saluto?

    Darà una svolta a tutta la mia vita?

    La verità, vi prego, sull’amore.



    Wystan Hugh Auden
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  6. #1851
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Sopra il ritratto di una bella donna, scolpito nel monumento sepolcrale della medesima

    Tal fosti: or qui sotterra
    Polve e scheletro sei. Su l'ossa e il fango
    Immobilmente collocato invano,
    Muto, mirando dell'etadi il volo,
    Sta, di memoria solo
    E di dolor custode, il simulacro
    Della scorsa beltà. Quel dolce sguardo,
    Che tremar fe, se, come or sembra, immoto
    In altrui s'affisò; quel labbro, ond'alto
    Par, come d'urna piena,
    Traboccare il piacer; quel collo, cinto
    Già di desio; quell'amorosa mano,
    Che spesso, ove fu porta,
    Sentì gelida far la man che strinse;
    E il seno, onde la gente
    Visibilmente di pallor si tinse,
    Furo alcun tempo: or fango
    Ed ossa sei: la vista
    Vituperosa e trista un sasso asconde.

    Così riduce il fato
    Qual sembianza fra noi parve più viva
    Immagine del ciel. Misterio eterno
    Dell'esser nostro. Oggi d'eccelsi, immensi
    Pensieri e sensi inenarrabil fonte,
    Beltà grandeggia, e pare,
    Quale splendor vibrato
    Da natura immortal su queste arene,
    Di sovrumani fati,
    Di fortunati regni e d'aurei mondi
    Segno e sicura spene
    Dare al mortale stato:
    Diman, per lieve forza,
    Sozzo a vedere, abominoso, abbietto
    Divien quel che fu dianzi
    Quasi angelico aspetto,
    E dalle menti insieme
    Quel che da lui moveva
    Ammirabil concetto, si dilegua.

    Desiderii infiniti
    E visioni altere
    Crea nel vago pensiere,
    Per natural virtù, dotto concento;
    Onde per mar delizioso, arcano
    Erra lo spirto umano,
    Quasi come a diporto
    Ardito notator per l'Oceano:
    Ma se un discorde accento
    Fere l'orecchio, in nulla
    Torna quel paradiso in un momento.

    Natura umana, or come,
    Se frale in tutto e vile,
    Se polve ed ombra sei, tant'alto senti?
    Se in parte anco gentile,
    Come i più degni tuoi moti e pensieri
    Son così di leggeri
    Da sì basse cagioni e desti e spenti?

    Giacomo Leopardi
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  7. #1852
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Soldati

    Si sta
    Come d'autunno
    Sugli alberi
    Le foglie

    G. Ungaretti
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  8. #1853
    No Excuses L'avatar di Jerda
    Data Registrazione
    12/04/19
    Località
    Amsterdam
    Messaggi
    3,167
    Non andartene docile in quella buona notte,
    i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
    infuria, infuria, contro il morire della luce.

    Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
    perché dalle loro parole non diramarono fulmini
    non se ne vanno docili in quella buona notte.

    I probi, con l'ultima onda, gridando quanto splendide
    le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
    s'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.

    Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
    troppo tardi imparando d'averne afflitto il cammino,
    non se ne vanno docili in quella buona notte.

    Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
    che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
    s'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.

    E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
    benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
    Non andartene docile in quella buona notte.
    Infuriati, infuriati contro il morire della luce.


    Dylan Thomas
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  9. #1854
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
    Data Registrazione
    28/04/19
    Località
    Roma
    Messaggi
    5,572
    Bob Dylan prese da Dylan Thomas lo pseudonimo.

    Dylan Thomas 1914 - 1953

    Questo pane che spezzo

    Questo pane che spezzo un tempo era frumento,
    questo vino su un albero straniero
    nei suoi frutti era immerso;
    l'uomo di giorno o il vento nella notte
    piegò a terra le messi, spezzò la gioia dell'uva.

    In questo vino, un tempo, il sangue dell'estate
    batteva nella carne che vestiva la vite;
    un tempo, in questo pane,
    il frumento era allegro in mezzo al vento;
    l'uomo ha spezzato il sole e ha rovesciato il vento.

    Questa carne che spezzi, questo sangue a cui lasci
    devastare le vene, erano un tempo
    frumento ed uva, nati
    da radice e linfa sensuali.
    E' il mio vino che bevi, è il mio pane che addenti.



    This bread I break

    This bread I break was once the oat,
    This wine upon a foreign tree
    Plunged in its fruit;
    Man in the day or wind at night
    Laid the crops low, broke the grape"s joy.

    Once in this wine the summer blood
    Knocked in the flesh that decked the vine,
    Once in this bread
    The oat was merry in the wind;
    Man broke the sun, pulled the wind down.

    This flesh you break, this blood you let
    Make desolation in the vein,
    Were oat and grape
    Born of the sensual root and sap;
    My wine you drink, my bread you snap.
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  10. #1855
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Per il mio cuore basta il tuo petto,
    per la tua libertà bastano le mie ali.
    Dalla mia bocca arriverà fino in cielo
    ciò che stava sopito sulla tua anima.
    E’ in te l’illusione di ogni giorno.
    Giungi come la rugiada sulle corolle.
    Scavi l’orizzonte con la tua assenza.
    Eternamente in fuga come l’onda.
    Ho detto che cantavi nel vento
    come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
    Come quelli sei alta e taciturna.
    E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
    Accogliente come una vecchia strada.
    Ti popolano echi e voci nostalgiche.
    Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
    gli uccelli che dormivano nella tua anima.

    PABLO NERUDA
    amate i vostri nemici

  11. #1856
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Il giorno segue la notte (da Notte sesta)

    Il giorno segue la notte
    e la notte il giorno che muore, sorgono le stelle
    e tramontano e risorgono,
    dando esempio alla terra.
    Guarda come la gaia estate
    con la sua ghirlanda verde e i fiori d’ambrosia
    appassisce nel pallido autunno,
    come il grigio inverno
    gelido di brina e burrascoso
    spazza via i frutti dorati dell’autunno
    per poi sciogliersi nella molle primavera,
    che dalle tiepide stanze a meridione chiama
    con tiepidi aliti la calda stagione. Ogni cosa
    per rifiorire ingiallisce, come in una ruota
    ove tutto affondi per poi risalire.
    Metafora dell’uomo che passa e non perisce,
    con una lieve distinzione tra il simbolo e l’oggetto,
    la Natura s’avvicenda, e intanto l’uomo avanza:
    eterni entrambi, ma cerchio l’una e linea l’altro;
    gravitante per la prima, dove l’uomo si leva in volo.
    L’animo tremante e ardente come fiamma
    rivolge al cielo un anelito
    a cui zelo e umiltà porgono ali.
    Nel multiforme mondo materiale
    tutto muore a nuova vita. E tale vita nata dalla morte,
    spiega la vastità della materia senza posa.
    Neanche un solo atomo
    l’Altissimo disperde una volta creato.

    Edward Young (1683-1765)
    da Pensieri notturni (Le notti)
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  12. #1857
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Il corvo

    I.

    Una volta in una fosca mezzanotte, mentre io meditavo, debole e stanco, sopra alcuni bizzarri e strani volumi d'una scienza dimenticata; mentre io chinavo la testa, quasi sonnecchiando - d'un tratto, sentii un colpo leggero, come di qualcuno che leggermente picchiasse - picchiasse alla porta della mia camera.
    «È qualche visitatore - mormorai - che batte alla porta della mia camera.»
    Questo soltanto, e nulla più.

    II.

    Ah! distintamente ricordo; era nel fosco Dicembre, e ciascun tizzo moribondo proiettava il suo fantasma sul pavimento.
    Febbrilmente desideravo il mattino: invano avevo tentato di trarre dai miei libri un sollievo al dolore - al dolore per la mia perduta Eleonora, e che nessuno chiamerà in terra - mai più.

    III.

    E il serico triste fruscio di ciascuna cortina purpurea, facendomi trasalire - mi riempiva di tenori fantastici, mai provati prima, sicchè, in quell'istante, per calmare i battiti del mio cuore, io andava ripetendo: «È qualche visitatore, che chiede supplicando d'entrare, alla porta della mia stanza. Qualche tardivo visitatore, che supplica d'entrare alla porta della mia stanza; è questo soltanto, e nulla più».

    IV.

    Subitamente la mia anima divenne forte; e non esitando più a lungo:
    «Signore - dissi - o Signora, veramente io imploro il vostro perdono; ma il fatto è che io sonnecchiavo: e voi picchiaste sì leggermente, e voi sì lievemente bussaste - bussaste alla porta della mia camera, che io ero poco sicuro d'avervi udito». E a questo punto, aprii intieramente la porta.
    Vi era solo la tenebra, e nulla più.



    V.

    Scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo, stupito impaurito sospettoso, sognando sogni, che nessun mortale mai ha osato sognare; ma il silenzio rimase intatto, e l'oscurità non diede nessun segno di vita;
    e l'unica parola detta colà fu la sussurrata parola «Eleonora!»
    Soltanto questo, e nulla più.

    VI.

    Ritornando nella camera, con tutta la mia anima in fiamme; ben presto udii di nuovo battere, un poco più forte di prima.
    «Certamente - dissi - certamente è qualche cosa al graticcio della mia finestra.»
    Io debbo vedere, perciò, cosa sia, e esplorare questo mistero.
    È certo il vento, e nulla più.

    VII.

    Quindi io spalancai l'imposta; e con molta civetteria, agitando le ali, si avanzò un maestoso corvo dei santi giorni d'altri tempi; egli non fece la menoma riverenza; non esitò, nè ristette un istante ma con aria di Lord o di Lady, si appollaiò sulla porta della mia camera, s'appollaiò, e s'installò - e nulla più.

    VIII.

    Allora, quest'uccello d'ebano, inducendo la mia triste fantasia a sorridere, con la grave e severa dignità del suo aspetto:
    «Sebbene il tuo ciuffo sia tagliato e raso - io dissi - tu non sei certo un vile, orrido, torvo e antico corvo errante lontanto dalle spiagge della Notte dimmi qual è il tuo nome signorile sulle spiagge avernali della Notte!»
    Disse il corvo: «Mai più». (1)

    (1) In inglese l'onomatopeica "nevermore"

    IX.

    Mi meravigliai molto udendo parlare sì chiaramente questo sgraziato uccello, sebbene la sua risposta fosse poco sensata - fosse poco a proposito; poichè non possiamo fare a meno d'ammettere, che nessuna vivente creatura umana, mai, finora, fu beata dalla visione d'un uccello sulla porta della sua camera, con un nome siffatto: «Mai più».

    X.

    Ma il corvo, appollaiato solitario sul placido busto, profferì solamente quest'unica parola, come se la sua anima in quest'unica parola avesse effusa.
    Niente di nuovo egli pronunziò - nessuna penna egli agitò - finchè in tono appena più forte di un murmure, io dissi: «Altri amici mi hanno già abbandonato, domani anch'esso mi lascerà, come le mie speranze, che mi hanno già abbandonato».
    Allora, l'uccello disse: «Mai più».

    XI.

    Trasalendo, perchè il silenzio veniva rotto da una risposta sì giusta:
    «Senza dubbio - io dissi - ciò ch'egli pronunzia è tutto il suo sapere e la sua ricchezza, presi da qualche infelice padrone, che la spietata sciagura perseguì sempre più rapida, finchè le sue canzoni ebbero un solo ritornello, finchè i canti funebri della sua Speranza ebbero il malinconico ritornello:
    «Mai, - mai più».

    XII.

    Ma il corvo inducendo ancora tutta la mia triste anima al sorriso, subito volsi una sedia con ricchi cuscini di fronte all'uccello, al busto e alla porta; quindi, affondandomi nel velluto, mi misi a concatenare fantasia a fantasia, pensando che cosa questo sinistro uccello d'altri tempi, che cosa questo torvo sgraziato orrido scarno e sinistro uccello d'altri tempi
    intendea significare gracchiando: «Mai più».

    XIII.

    Così sedevo, immerso a congetturare, senza rivolgere una sillaba all'uccello, i cui occhi infuocati ardevano ora nell'intimo del mio petto; io sedeva pronosticando su ciò e su altro ancora, con la testa reclinata adagio sulla fodera di velluto del cuscino su cui la lampada guardava fissamente; ma la cui fodera di velluto viola, che la lampada guarda fissamente Ella non premerà, ah! - mai più!

    XIV.

    Allora mi parve che l'aria si facesse più densa, profumata da un incensiere invisibile, agiato da Serafini, i cui morbidi passi tintinnavano sul soffice pavimento,
    «Disgraziato! - esclamai - il tuo Dio per mezzo di questi angeli ti ha inviato il sollievo - il sollievo e il nepente per le tue memorie di Eleonora! Tracanna, oh! tracanna questo dolce nepente, e dimentica la perduta Eleonora!»
    Disse il corvo: «Mai più».

    XV.

    - «Profeta - io dissi - creatura del male! - certamente profeta, sii tu uccello o demonio! -
    - «Sia che il tentatore l'abbia mandato, sia che la tempesta t'abbia gettato qui a riva, desolato, ma ancora indomito, su questa deserta terra incantata in questa visitata dall'orrore - dimmi, in verità, ti scongiuro
    - «Vi è - vi è un balsamo in Galaad? dimmi, dimmi - ti scongiuro. -
    Disse il corvo: «Mai più».

    XVI.

    - «Profeta! - io dissi - creatura del male! - Certamente profeta, sii tu uccello o demonio!
    - «Per questo Cielo che s'incurva su di noi - per questo Dio che tutti e due adoriamo - di' a quest'anima oppressa dal dolore, se, nel lontano Eden, essa abbraccerà una santa fanciulla, che gli angeli chiamano Eleonora, abbraccerà una rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Eleonora».
    Disse il corvo: «Mai più».

    XVII.

    - «Sia questa parola il nostro segno d'addio, uccello o demonio!» - io urlai, balzando in piedi. «Ritorna nella tempesta e sulla riva avernale della notte! Non lasciare nessuna piuma nera come una traccia della menzogna che la tua anima ha profferita! Lascia inviolata la mia solitudine! Sgombra il busto sopra la mia porta!
    Disse il corvo: «Mai più».

    XVIII.

    E il corvo, non svolazzando mai, ancora si posa, ancora è posato sul pallido busto di Pallade, sovra la porta della mia stanza, e i suoi occhi sembrano quelli d'un demonio che sogna; e la luce della lampada, raggiando su di lui, proietta la sua ombra sul pavimento, e la mia, fuori di quest'ombra, che giace ondeggiando sul pavimento non si solleverà mai più!

    Edgar Allan Poe
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  13. #1858
    Opinionista L'avatar di Tiberio
    Data Registrazione
    16/08/16
    Messaggi
    3,520
    Doppio
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  14. #1859
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Lascia che guardi dentro al mio cuore
    lascia ch'io viva del mio passato;
    se c'è sul bronco sempre quel fiore,
    s'io trovi un bacio che non ho dato!
    Nel mio cantuccio d'ombra romita
    lascia ch'io pianga sulla mia vita!

    GIOVANNI PASCOLI
    amate i vostri nemici

  15. #1860
    Opinionista L'avatar di Escolzia
    Data Registrazione
    10/08/16
    Messaggi
    6,728
    Se tardi a trovarmi

    Se tardi a trovarmi, insisti.
    Se non ci sono in nessun posto,
    cerca in un altro, perchè io sono
    seduto da qualche parte,
    ad aspettare te...
    e se non mi trovi piú, in fondo ai tuoi occhi,
    allora vuol dire che sono dentro di te.

    Walt Whitman

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato