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Discussione: Poesie

  1. #1936
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    C'è dunque una saggezza anche della morte. E poi pensate alla grazia di morire; o al contrario: pensate se non ci fosse la morte!...
    La grazia di saper morire, di essere degni di morire. Il dono di chiudere, cantando, il lungo giorno, «poiché i miei occhi hanno visto la luce delle genti». La grazia di poter dire di fronte al mondo: «Le valigie sono pronte; arrivederci, figlioli». Una morte sempre più rara, è vero, la bella morte all'antica.
    Di contro, questa civiltà di morte, questa morte a battaglioni: una morte industrializzata.
    Una vita che è già morte: morte mangiata nei cibi stessi che mangi. Morte salita con te nel Jumbo: morte che appunto con te viaggia sulla stessa auto, divertita a spingerti lei al folle sorpasso...

    DAVID MARIA TUROLDO
    amate i vostri nemici

  2. #1937
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Vabbè, oggi questa non poteva mancare

    Ei fu. Siccome immobile,
    dato il mortal sospiro,
    stette la spoglia immemore
    orba di tanto spiro,
    così percossa, attonita
    la terra al nunzio sta,
    muta pensando all’ultima
    ora dell’uom fatale;
    né sa quando una simile
    orma di pie’ mortale
    la sua cruenta polvere
    a calpestar verrà.

    Lui folgorante in solio
    vide il mio genio e tacque;
    quando, con vece assidua,
    cadde, risorse e giacque,
    di mille voci al sònito
    mista la sua non ha:
    vergin di servo encomio
    e di codardo oltraggio,
    sorge or commosso al sùbito
    sparir di tanto raggio;
    e scioglie all’urna un cantico
    che forse non morrà.

    Dall’Alpi alle Piramidi,
    dal Manzanarre al Reno,
    di quel securo il fulmine
    tenea dietro al baleno;
    scoppiò da Scilla al Tanai,
    dall’uno all’altro mar.
    Fu vera gloria? Ai posteri
    l’ardua sentenza: nui
    chiniam la fronte al massimo
    Fattor, che volle in lui
    del creator suo spirito
    più vasta orma stampar.

    La procellosa e trepida
    gioia d’un gran disegno,
    l’ansia d’un cor che indocile
    serve, pensando al regno;
    e il giunge, e tiene un premio
    ch’era follia sperar;
    tutto ei provò: la gloria
    maggior dopo il periglio,
    la fuga e la vittoria,
    la reggia e il tristo esiglio;
    due volte nella polvere,
    due volte sull’altar.

    Ei si nomò: due secoli,
    l’un contro l’altro armato,
    sommessi a lui si volsero,
    come aspettando il fato;
    ei fe’ silenzio, ed arbitro
    s’assise in mezzo a lor.
    E sparve, e i dì nell’ozio
    chiuse in sì breve sponda,
    segno d’immensa invidia
    e di pietà profonda,
    d’inestinguibil odio
    e d’indomato amor.

    Come sul capo al naufrago
    l’onda s’avvolve e pesa,
    l’onda su cui del misero,
    alta pur dianzi e tesa,
    scorrea la vista a scernere
    prode remote invan;
    tal su quell’alma il cumulo
    delle memorie scese!
    Oh quante volte ai posteri
    narrar se stesso imprese,
    e sull’eterne pagine
    cadde la stanca man!

    Oh quante volte, al tacito
    morir d’un giorno inerte,
    chinati i rai fulminei,
    le braccia al sen conserte,
    stette, e dei dì che furono
    l’assalse il sovvenir!
    E ripensò le mobili
    tende, e i percossi valli,
    e il lampo de’ manipoli,
    e l’onda dei cavalli,
    e il concitato imperio
    e il celere ubbidir.

    Ahi! forse a tanto strazio
    cadde lo spirto anelo,
    e disperò; ma valida
    venne una man dal cielo,
    e in più spirabil aere
    pietosa il trasportò;
    e l’avvïò, pei floridi
    sentier della speranza,
    ai campi eterni, al premio
    che i desideri avanza,
    dov’è silenzio e tenebre
    la gloria che passò.

    Bella Immortal! Benefica
    Fede ai trionfi avvezza!
    Scrivi ancor questo, allegrati;
    ché più superba altezza
    al disonor del Gòlgota
    giammai non si chinò.
    Tu dalle stanche ceneri
    sperdi ogni ria parola:
    il Dio che atterra e suscita,
    che affanna e che consola,
    sulla deserta coltrice
    accanto a lui posò.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #1938

    index.jpg
    Primo signore: Grandissimo! La grandeur de France!Ha dato una svolta all'Umanità! Ecco chi impersona "l'Uomo" (senza offesa per le quote rosa, nota di RdC)
    Secondo signore: Un macellaio, un assassino in grande stile, un ladrone, nessun rispetto dei diritti umani, e delle donne, poi....
    Un giovane studente di passaggio: E chi sarebbe, 'sto tizio?

  4. #1939
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Discorso di ieri di Macron su Napoleone

    https://www.ilfoglio.it/esteri/2021/...parte-2329585/
    amate i vostri nemici

  5. #1940
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    Polvere di neve

    Il modo in cui un corvo

    Di sopra una cicuta

    Scrollò sopra di me

    Una neve minuta

    Diede al mio cuore un tale

    Mutamento d’umore,

    Da salvare un mio giorno

    Ormai senza valore.



    Robert Frost
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  6. #1941
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Oh, buon dio del buon dio che voglia ho di
    scrivere una piccola poesia
    Giusto adesso ne passa una
    Piccola piccola piccola
    vieni qui che ti infilo
    sul filo della collana delle mie altre poesie
    vieni qui che ti immetto
    nel supercompresso delle mie opere complete
    vieni qui che ti impappetto
    e t’inrimo
    e t’inliro
    e t’impegaso
    e t’inverso
    e t’improso

    porca vacca
    se l’è data a gambe.


    Raymond Queneau
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  7. #1942
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Non necessariamente
    devi fornire spiegazioni
    a chi non ha capito.
    Puoi agire e tacere le tue ragioni.
    Non necessariamente
    devi restare nei posti
    dove i tuoi fiori appassiscono.
    Non esiste un solo giardino
    e tu sei fatta per ergerti al sole migliore.
    Non necessariamente
    devi accontentarti
    della compagnia di chiunque.
    La solitudine non è una punizione
    se la scegli per la tua pace.
    Non necessariamente
    devi raccogliere ogni provocazione.
    Non tutto merita
    la tua attenzione e il tuo tempo.
    Non necessariamente
    devi mantenere fede a promesse antiche.
    Le promesse vanno nutrite ogni giorno
    e l’universo benedice
    chi riconosce la fine
    e lascia andare.
    Non necessariamente
    devi essere la casa stabile
    di ogni emozione.
    Puoi lasciarti attraversare.
    Non necessariamente
    devi confermare le aspettative altrui.
    Puoi restare imprevedibile
    e libera
    e grata.

    [Manuela Toto]

  8. #1943
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    INNO ALL'AMORE

    Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
    ma non avessi l'Amore,
    sarei un bronzo risonante o un cembalo che tintinna.

    Se avessi il dono della profezia
    e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
    e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
    ma non avessi l'Amore,
    non sarei nulla.

    Se distribuissi tutti i miei beni ai poveri,
    se dessi il mio corpo alle fiamme,
    e non avessi l'Amore,
    non mi gioverebbe a nulla.

    L'Amore è paziente,
    è benigno, l'Amore;

    L'Amore non invidia, non si vanta,
    non si gonfia, non manca di rispetto,
    non cerca il proprio interesse, non si adira,
    non tiene conto del male ricevuto,
    ma si compiace della verità;

    tutto tollera, tutto crede,
    tutto spera, tutto sopporta.

    L'Amore non verrà mai meno.

    Le profezie scompariranno;
    il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
    conosciamo infatti imperfettamente,
    e imperfettamente profetizziamo;
    ma quando verrà la perfezione, ciò che è imperfetto sparirà.

    Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e l'Amore;
    ma di tutte, la più grande è l'Amore!

    PAOLO DI TARSO
    amate i vostri nemici

  9. #1944
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Il mare

    Si ara, si pettina
    si struscia
    contro se stesso
    il mare
    pizzicato dall’aria,
    mordicchiato dal vento
    nella verde-azzurra pelle.

    Mario Luzi
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  10. #1945
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Ho bisogno del mare perché m’insegna:
    non so se imparo musica o coscienza:
    non so se è onda sola o essere profondo
    o sola roca voce o abbacinante
    supposizione di pesci e di navigli.
    Il fatto è che anche quando sono addormentato
    circolo in qualche modo magnetico
    nell’università delle acque.
    Non sono solo le conchiglie triturate
    come se qualche pianeta tremante
    partecipasse lenta morte,
    no, dal frammento ricostruisco il giorno,
    da una raffica di sale le stallattiti
    e da una cucchiaiata il dio immenso.

    Ciò che m’insegnò prima lo custodisco! È aria,
    vento incessante, acqua e arena.
    Sembra poca cosa per l’uomo giovane
    che giunse a vivere qui con i suoi incendi,
    e tuttavia il battito che saliva
    e scendeva al suo abisso,
    il freddo dell’azzurro che crepitava,
    lo sgretolamento della stella,
    il tenero dispiegarsi dell’onda
    sperperando neve con schiuma,
    il potere quieto, lì, determinato
    come un trono di pietra nel profondo,
    sostituì il recinto in cui crescevano
    ostinata tristezza, oblio accumulato,
    e bruscamente cambiò la mia esistenza :
    diedi la mia adesione al puro movimento.

    Pablo Neruda
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  11. #1946
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    La speranza è un essere piumato
    che si posa sull'anima,
    canta melodie senza parole
    e non finisce mai...

    EMILY DICKINSON
    amate i vostri nemici

  12. #1947
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    “Alla vigilia di Natale”


    Oggi siamo seduti, alla vigilia di Natale,
    noi, gente misera,
    in una gelida stanzetta,
    il vento corre fuori, il vento entra.
    Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
    volgi lo sguardo:
    perché tu ci sei davvero necessario.


    (Bertolt Brecht)
    amate i vostri nemici

  13. #1948
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Devo molto
    a quelli che non amo.
    Il sollievo con cui accetto
    che siano più vicini a un altro.

    La gioia di non essere io
    il lupo dei loro agnelli.

    Mi sento in pace con loro
    e in libertà con loro,
    e questo l’amore non può darlo,
    né riesce a toglierlo.

    Non li aspetto
    dalla porta alla finestra.
    Paziente
    quasi come un orologio solare,
    capisco
    ciò che l’amore non capisce,
    perdono
    ciò che l’amore non perdonerebbe mai.

    Da un incontro a una lettera
    passa non un’eternità,
    ma solo qualche giorno o settimana.

    I viaggi con loro vanno sempre bene,
    i concerti sono ascoltati fino in fondo,
    le cattedrali visitate,
    i paesaggi nitidi.

    E quando ci separano
    sette monti e fiumi,
    sono monti e fiumi
    che si trovano in ogni atlante.

    È merito loro
    se vivo in tre dimensioni,
    in uno spazio non lirico e non retorico,
    con un orizzonte vero, perché mobile.

    Loro stessi non sanno
    quanto portano nelle mani vuote.

    “Non devo loro nulla” –
    direbbe l’amore
    su questa questione aperta.

    Wislawa Szymborska

  14. #1949
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Quale/i poesia/e ti ricordi a memoria?

  15. #1950
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Un sacco, imparate per forza sui banchi: molto Leopardi, i sonetti di Foscolo, un po' di Manzoni (ho rimosso quasi tutto, soprattutto gli Inni sacri!), sprazzi di Pascoli, Carducci, un po' di Dante e Ariosto. Col latino me la cavo meglio: ricordo lunghi passi dell'Eneide e delle Bucoliche, molte poesie di Catullo, alcuni epigrammi di Marziale e odi sparse di Orazio.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

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