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Discussione: Poesie

  1. #301
    الإمام محمد بن الحسن المهدى L'avatar di Mr. D.
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    LEGGENDA DI NATALE
    di Fabrizio De André.

    Parlavi alla luna giocavi coi fiori
    avevi l'età che non porta dolori
    e il vento era un mago, la rugiada una dea,
    nel bosco incantato di ogni tua idea
    nel bosco incantato di ogni tua idea
    E venne l'inverno che uccide il colore
    e un babbo Natale che parlava d'amore
    e d'oro e d'argento splendevano i doni
    ma gli occhi erano freddi e non erano buoni
    ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
    Coprì le tue spalle d'argento e di lana
    di perle e smeraldi intrecciò una collana
    e mentre incantata lo stavi a guardare
    dai piedi ai capelli ti volle baciare
    dai piedi ai capelli ti volle baciare
    E adesso che gli altri ti chiamano dea
    l'incanto è svanito da ogni tua idea
    ma ancora alla luna vorresti narrare
    la storia d'un fiore appassito a Natale
    la storia d'un fiore appassito a Natale
    بناهاى آباد گردد خراب
    ز باران و از تابش آفتاب

    پى افكندم از نظم كاخي بلند
    كه از باد و باران نيابد گزند

    از آن پس نميرم كه من زنده*ام
    كه تخم سخن را پراكنده*ام

    هر آنكس كه دارد هش و راى و دين
    پس از مرگ بر من كند آفرين

  2. #302
    Anima vagabonda L'avatar di lam
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    O tu a cui spesso mi avvicino silenzioso, per poter stare
    con te là dove sei,
    Quando cammino a fianco a te per strada, o ti siedo accanto,
    o quando resto assieme a te in una stanza,
    Tu poco sai del fuoco che sottile, elettrico, per amor tuo
    guizzando mi percorre..

    Walt Whitman
    Ultima modifica di lam; 15-01-2007 alle 17:50
    Siamo fatti con la stessa materia di cui sono fatti i sogni.

    omohitsutsu
    nureba ya hito no
    mietsuramu
    yume to shiriseba
    samezaramashi wo.

  3. #303
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Istanti
    Jorge Luis Borges

    Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
    nella prossima cercherei di fare pi

  4. #304
    Anima vagabonda L'avatar di lam
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    Per il mio cuore...

    Per il mio cuore basta il tuo petto,
    per la tua libertà bastano le mie ali.
    Dalla mia bocca arriverà fino in cielo
    ciò che stava sopito sulla tua anima.

    E' in te l'illusione di ogni giorno.
    Giungi come la rugiada sulle corolle.
    Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
    Eternamente in fuga come l'onda.

    Ho detto che cantavi nel vento
    come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
    Come quelli sei alta e taciturna.
    E di colpo ti rattristi, come un viaggio.

    Accogliente come una vecchia strada.
    Ti popolano echi e voci nostalgiche.
    Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
    gli uccelli che dormivano nella tua anima.


    PABLO NERUDA
    Siamo fatti con la stessa materia di cui sono fatti i sogni.

    omohitsutsu
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  5. #305
    Anima vagabonda L'avatar di lam
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    XLIV sonetto

    Saprai che non t'amo e che t'amo
    perché la vita è in due maniere,
    la parola è un'ala del silenzio,
    il fuoco ha una metà di freddo.

    Io t'amo per cominciare ad amarti,
    per ricominciare l'infinito,
    per non cessare d'amarti mai:
    per questo non t'amo ancora.

    T'amo e non t'amo come se avessi
    nelle mie mani le chiavi della gioia
    e un incerto destino sventurato.

    Il mio amore ha due vite per amarti.
    Per questo t'amo quando non t'amo
    e per questo t'amo quando t'amo.



    da "Cento sonetti d'amore"


    Pablo Neruda
    Siamo fatti con la stessa materia di cui sono fatti i sogni.

    omohitsutsu
    nureba ya hito no
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  6. #306
    William Shakespeare
    Sonetto 23


    [I]Come un pessimo attore in scena
    colto da paura dimentica il suo ruolo,
    oppur come una furia stracarica di rabbia
    strema il proprio cuore per impeto eccessivo,

    anch'io, sentendomi insicuro, non trovo le parole
    per la giusta apoteosi del ritual d'amore,
    e nel colmo del mio amor mi par mancare
    schiacciato sotto il peso della sua potenza.

    Sian dunque i versi miei, unica eloquenza
    e muti messaggeri della voce del mio cuore,
    a supplicare amore e attender ricompensa
    ben pi
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    [RIGHT][I]L'ironia

  7. #307
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Silvia, rimembri ancora
    quel tempo della tua vita mortale,
    quando beltà splendea
    negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
    e tu, lieta e pensosa, il limitare
    di gioventù salivi?

    Sonavan le quiete
    stanze, e le vie d'intorno,
    al tuo perpetuo canto,
    allor che all'opre femminili intenta
    sedevi, assai contenta
    di quel vago avvenir che in mente avevi.
    Era il maggio odoroso: e tu solevi
    così menare il giorno.

    Io gli studi leggiadri
    talor lasciando e le sudate carte,
    ove il tempo mio primo
    e di me si spendea la miglior parte,
    d’in su i veroni del paterno ostello
    porgea gli orecchi al suon della tua voce,
    ed alla man veloce
    che percorrea la faticosa tela.
    Mirava il ciel sereno,
    le vie dorate e gli orti,
    e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
    Lingua mortal non dice
    quel ch’io sentiva in seno.

    Che pensieri soavi,
    che speranze, che cori, o Silvia mia!
    Quale allor ci apparia
    la vita umana e il fato!
    Quando sovviemmi di cotanta speme,
    un affetto mi preme
    acerbo e sconsolato,
    e tornami a doler di mia sventura.
    O natura, o natura,
    perché non rendi poi
    quel che prometti allor? perché di tanto
    inganni i figli tuoi?

    Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
    da chiuso morbo combattuta e vinta,
    perivi, o tenerella. E non vedevi
    il fior degli anni tuoi;
    non ti molceva il core
    la dolce lode or delle negre chiome,
    or degli sguardi innamorati e schivi;
    né teco le compagne ai dì festivi
    ragionavan d’amore.

    Anche perìa fra poco
    la speranza mia dolce: agli anni miei
    anche negaro i fati
    la giovinezza. Ahi come,
    come passata sei,
    cara compagna dell’età mia nova,
    mia lacrimata speme!
    Questo è il mondo? questi
    i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
    onde cotanto ragionammo insieme?
    questa la sorte delle umane genti?
    All’apparir del vero
    tu, misera, cadesti: e con la mano
    la fredda morte ed una tomba ignuda
    mostravi di lontano.

  8. #308
    Nuvolosa
    Guest
    Questa

  9. #309
    Salvatore Quasimodo
    Lettera alla madre


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    [RIGHT][I]L'ironia

  10. #310
    Disappointed Idealist L'avatar di Kyra
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    su un piedistallo.
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    William Shakespeare


    From fairest creatures we desire increase,
    That thereby beauty's rose might never die,
    But as the riper should by time decease,
    His tender heir might bear his memory:
    But thou contracted to thine own bright eyes,
    Feed'st thy light's flame with self-substantial fuel,
    Making a famine where abundance lies,
    Thy self thy foe, to thy sweet self too cruel:
    Thou that art now the world's fresh ornament,
    And only herald to the gaudy spring,
    Within thine own bud buriest thy content,
    And, tender churl, mak'st waste in niggarding:
    Pity the world, or else this glutton be,
    To eat the world's due, by the grave and thee.
    I'm laying down, eating snow
    My fur is hot, my tongue is cold
    On a bed of spider web
    I think of how to change myself

    A lot of hope in a one man tent
    There's no room for innocence
    So take me home before the storm
    Velvet mites will keep us warm.

  11. #311
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    poesie di Ungaretti : Mattina





    M'illumino
    d'immenso

  12. #312
    Pablo Neruda
    Il Tuo Sorriso


    [I]Toglimi il pane, se vuoi,
    toglimi l'aria, ma
    non togliermi il tuo sorriso.

    Non togliermi la rosa,
    la lancia che sgrani,
    l'acqua che d'improvviso
    scoppia nella tua gioia,
    la repentina onda
    d'argento che ti nasce.

    Dura
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    [RIGHT][I]L'ironia

  13. #313
    Nuvolosa
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    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
    Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede.

    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
    non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
    Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
    le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
    erano le tue.

    Eugenio Montale

  14. #314
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ancora Montale

    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d’orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.

    Nelle crepe del suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
    a sommo di minuscole biche.

    Osservare tra frondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    m entre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.

    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com’è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

  15. #315
    Stronzo chi legge!! L'avatar di EVOKar
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