"La poesia unisce la Terra al Paradiso". Benedetto XVI ha sintetizzato cosi', al termine dell'udienza generale di oggi, la sua riflessione su Romano Melode, un antico autore cristiano che "aveva saputo trasformare la teologia in poesia e ha lasciato, secondo la tradizione, mille inni sacri". L'appuntamento di questa mattina era prevista in piazza, ma a causa del maltempo i 20 mila fedeli presenti sono stati divisi tra la Basilica di San Pietro e l'Aula Paolo VI. Al primo gruppo il Pontefice ha ricordato che la visita sulla tomba di Pietro "rafforza la nostra fede" e ci aiuta a "comprendere e cogliere sempre piu' l'amore di Dio, sorgente e fonte della nostra gioia", esortando i fedeli a "testimoniare questo amore che cambia la vita soprattutto alle persone piu' deboli", per "costruire un mondo piu' giusto e solidale". E nell'Aula ha poi affrontato il tema dell'arte cristiana come mezzo per elevarsi a Dio e comunicare il Vangelo: "la fede e' amore - ha detto il Papa teologo - e percio' crea poesia e musica; la fede e' gioia, percio' crea bellezza. Le cattedrali - ha sottolineato - non sono monumenti medievali ma case di vita, dove siamo a casa, incontriamo Dio e ci incontriamo l'uno con l'altro. Anche la grande musica gregoriana, Bach o Mozart cantati in Chiesa non sono cose del passato. Se la fede e' viva - ha spiegato - la cultura cristiana non diventa passato ma diventa viva e presente".