Originariamente Scritto da
BiO-dEiStA
Non vogliamo parere troppo seri
nel dipanar dell’eufonìa i misteri,
ma trattasi pur di disporre i versi,
né vi meravigliate, voi perversi,
se vi par d’udire un’aria amica
come fosse presa da un manuale:
converrete in men che non si dica
ch’ogni riferimento è ben casuale.
Chiamo l’assistenza di Calliope
cantrice d’ogni gloria epica
e sicuro approdo della metrica
affinché guidi il mio occhio miope.
Rima baciata, chiusa, alternata
poco importa, endecasillabici
i versi, è la pillola indorata
con cui m’accingo a comporre l’a b c.
Voglio andare con Obi-Wan Kenobi
a meditare nel deserto del Gobi,
un centro di gravità permanente
che riduca il momento torcente
dei miei coglioni, oltremodo lesti
ad acquistar velocità e dolore,
sicché per estinguerne l’ardore
sono costretto a scriver questi testi.
Voglio vedere i bastioni di Orione
prima che m’invada l’emozione,
voglio vedere in viso l’uom che sfoggia
le fottute lacrime nella pioggia.
Il pleure dans mon coeur comme il pleut sur la ville
ci sta come sul legno il Vinavil
se è vero che Verlaine all’amico sparò
con una pistola presa dal bureau.
A quel punto il poeta maledetto
fece i bagagli e lasciò la scrittura
per prendere la via dell’avventura
salpando verso l’Africa diretto.
Fa ancora effetto cantar tutti insieme
“Imagine all the people livin’ life in peace”:
male non fa, paura non si teme
finché non viene al completo la polìs.
S’i’ fossi Becco, come sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre
ma se per sventura fossi suo padre
gli direi di non spaccare cazzi altrui.
Perché a parlare siamo tutti bravi,
ma nell’azione molto spesso ignavi,
sovente chi va solo allo sbaraglio
si trova immantinente nel serraglio.
"Schau mal, also ist unsere Gesellschaft"
dicono, prima di spaccarti il collo.
OK capo, tutto sotto controllo,
questo è solo un innocente draft.
Quinci voglio ringraziare tutti voi:
considerate la vostra semenza
che vi fece leggere con pazienza
senza darmi in pasto agli avvoltoi.
Né può mancare una dedica al poeta
che tira bombe dentro l’acqua cheta:
non pensavo ch’io logorroico fossi
tanto da comporre questa sinossi.
Per finir mi piacerebbe, hic et nunc,
comporre un verso nella lingua dura
di cui mi servo nelle pause morte
in terra mia, selvaggia e aspra e forte,
che nel pensier rinnova la paura:
“Sturgnèl, tu sês mât, cjàle di lâ di lunc!”
Trilussa