Destinazione Francoforte - Cap. 4° - Natale 1988 (Quarta parte)
Il Giorno libero
L’indomani venne Giovanni. Parlò con me e poi con Michele. Alla fine tutto si risolse con le solite raccomandazioni. Io gli dissi che non volevo più lavorare a Konigstein, preferivo tornare a lavorare Francoforte. Mi promise che passato il capodanno, mi avrebbe ripreso a lavorare con lui. Si trattava di pazientare ancora qualche giorno. Mi suggerì di svagarmi un po’, di approfittare del giorno libero per divertirmi, di raggiungere Francoforte in treno, che era semplice. La città offriva molto divertimento. Mi diede anche un anticipo dello stipendio e disse a Riccardo se poteva farmi da guida, visto che lui era già pratico della zona.
Così il giorno di chiusura, io, Riccardo ed un suo amico, un ragazzo che lavorava in un altro ristorante italiano, sempre a Konigstein , decidemmo di andare a Francoforte per trascorrere il nostro giorno libero. Prendemmo il treno e dopo circa venti minuti arrivammo alla stazione di Francoforte. Trascorremmo la mattinata nei grandi magazzini. Mi comprai un walkman, l’ultimo Lp degli U2, Rattle and Hum che era uscito due mesi prima, nell’ Ottobre del 1988, e l’ultimo Lp dei Dire Straits, Money for Nothing. Pranzammo in un ristorante greco, il “Thessaloniki”. Si trovava nel quartiere a luci rosse, nella zona della Kaiser Strasse, appena di fronte la stazione, ed era aperto 24 ore su 24, perché quel quartiere era frequentato a qualsiasi ora del giorno e della notte. Si mangiava bene e ricordo in particolare un tipo di formaggio molto soffice e dolce, simile al Philadelphia, ma decisamente molto più buono. Nel pomeriggio continuammo a girare per le vie di Francoforte.
Di sera ci recammo in uno dei tanti sexy show che si trovavano nel quartiere. Non appena entrammo notai molta confusione. C’erano tanti uomini, di tutte le età. Appesa ad una parete si trovava una grande bacheca con il programma del giorno. Le varie esibizioni delle ragazze erano elencate per fasce orarie. Accanto al nome, una foto della ragazza dava subito l’idea del soggetto che si sarebbe esibito. L’esibizione era a ruota, cioè le stesse ragazze si esibivano più volte durante la serata, a orari diversi. Generalmente si esibivano in una stanzetta rotonda, circondata da una dozzina di cabine, dove i clienti guardavano lo spettacolo. Dentro ogni cabina, inserendo una moneta, si azionava l’apertura di una finestrella che dava sulla camera centrale dove le ragazze, su un palco girevole, si esibivano.
Entrai in una di queste cabine ed inserii una moneta da un marco. Subito si alzò la finestrella e vidi due ragazze completamente nude che a ritmo di musica, ballavano e si toccavano tra loro. Il palco girevole, consentiva a tutti coloro che erano nelle cabine di guardare integralmente lo spettacolo. Neanche il tempo di rendermi conto, che subito la finestrella si abbassò. Così misi la mano in tasca per prendere un'altra moneta e ne tirai fuori una da cinque marchi. Senza farci caso inserii la moneta e questa volta la finestrella rimase aperta per un bel pezzo, tanto che tutte le finestre degli altri “clienti” si abbassarono e le ragazze finirono per esibirsi solo per me, toccandosi sempre tra loro e simulando piacere. Appena mi resi conto che ero rimasto praticamente l’unico a guardare e di essere quindi oggetto delle loro attenzioni, provai un certo imbarazzo.
Scaduto il tempo uscii dalla cabina e mi guardai intorno. Tra la gente alcune donne si occupavano delle pulizie. Le vidi che entravano ed uscivano da altre cabine. Mi avvicinai ed entrai in una di queste. Di fronte a me c’èra una poltrona e subito sopra la poltrona, un video. Chiusi la porta e mi accorsi che dietro di essa era posizionato uno specchio grande. Inserii un marco e apparve subito un’immagine al video che lo specchio rifletteva proprio davanti alla poltrona. In tutto la cabina era poco più che due metri quadrati. Una coppia ci stava dando dentro in una tipica posizione da Kamasutra. Chissà che mi credevo. In basso, vicino alla poltrona, notai che c’era un porta fazzolettini, delle salviettine ed un cestino. Capii subito allora la presenza costante delle donne delle pulizie. Ogni dieci minuti infatti, facevano il giro delle cabine per svuotare i cestini e pulire. Rimasi di stucco. Praticamente la gente si masturbava mentre assisteva alle scene pornografiche.
Pensavo fosse normale che ci si possa masturbare vedendo immagini porno, ma se sei solo, in intimità con te stesso. Farlo lì, in una cabina di un sexy show, in quel modo, dove magari esci e tutti immaginano quello che hai appena fatto, e dove subito dopo entra qualcuno per pulire ciò che hai lasciato, questo mi inquietò parecchio. Io mi sarei vergognato a fare una cosa del genere in un posto frequentato da altre persone. Non ne sarei mai stato capace. Invece era una cosa normale, tanto che forse ero solo io che mi creavo questo tipo di problemi.
A quel punto andai a riguardare dentro le cabine dove le ragazze si esibivano. Ero curioso e infatti c’era un porta salviettine e un cestino per la bisogna che prima non avevo notato. Assurdo. Anche perché quando si apriva la finestrella, insieme alle ragazze che si esibivano, potevi guardare anche le facce degli altri “clienti” che si trovavano nelle cabine di fronte la tua … e immaginavo l’espressione assunta in certi momenti "particolari", mentre non solo sei guardato dalle ragazze, ma anche da altre persone che magari stanno facendo la stessa cosa. Mi venne da sorridere e allo stesso tempo la pelle d’oca, nell’immedesimarmi in certi atteggiamenti.
I miei amici nel frattempo si erano persi, così continuai a girare dentro al locale. Vidi un settore più intimo dove le cabine erano più grandi e di fronte alla poltrona dove sedeva il cliente, vi era un palco, separato da un vetro che in alcune parti aveva dei fori dove era possibile inserire una mano o altro. Riccardo poi mi disse che quella era la zona dove in esclusiva una ragazza, scelta tra quelle esposte in bacheca, poteva esibirsi per un solo cliente. La cifra naturalmente era da concordare prima, così come il tempo dell’esibizione e quei fori servivano per determinati “contatti”. Mi immaginai la scena, dicendomi che perlomeno era qualcosa di intimo e quindi diverso da ciò che avevo visto prima.
Uscimmo dal locale che oramai era sera. I ragazzi mi chiesero come era andata ed io, cercando di essere più indifferente possibile, risposi che era tutto ok, ma in realtà non avrei certo immaginavo qualcosa di simile, se non l’avessi visto con i miei occhi. Cenammo in un Mac Donald’s e ci avviammo verso la stazione per rientrare, ma al contrario di quello che pensavo io, non era ancora finita.
I ragazzi mi dissero che ci saremmo recati in un bordello, prima di rientrare.
Fine quarta parte.