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Discussione: Destinazione Francoforte. (ricordi di un viaggio rimasto nel cuore)

  1. #31
    PRIMAVERA


    Trascorse l'inverno. Ad Aprile le belle giornate cominciarono ad esser pi� frequenti, gli alberi prendevano vita colorandosi di verde... e i fiori nei vai parchi e giardini, con i loro colori, rendevano pi� viva la citt�. Il tempo stava cambiando dunque e tutto sembrava cambiare con esso. Le vie principali erano sempre pi� frequentate da persone. Fare delle passeggiate durante le tre ore di pausa, con la primavera, era molto bello. La citt� sembrava risvegliarsi dal torpore invernale. Sui davanzali piante e fiori sembravano parlarti, se poi ci aggiungete strade e viali puliti, allora potete immaginare quanto sia incantevole una citt� europea.

    Diversi locali che avevo visto sempre chiusi, d'inverno, apriroro. Uno di questi era una gelateria italiana che lavorava solamente in primavera e estate. Molte volte sono andato a "pranzo" in questa gelateria, dove servivano, tra l'altro, dei buonissimi "spaghetti al pomodoro", che altro non erano che spaghetti di gelato alla vaniglia, con sopra "salsa" di gelato alla fragola.

    A scuola tutto procedeva bene. Le lezioni erano interessanti e mi aiutavano a spezzare la monotonia del locale in cui lavoravo, in media, dodici ore al giorno. Naturalmente lavoravo fino a mezz'ora prima delle lezioni, e al termine di queste, riprendevo servizio fino alla chiusura del locale. L'unico giorno di riposo era la domenica. Ma ben presto la domenica prendevo il treno per andare a Kromberg, a lavorare presso il ristorante del figlio di Giovanni, che nel frattempo ne aveva aperto un altro.

    Durante il mio servizio a Francoforte, un problema affliggeva il ristorante di Giovanni, i topi. Come vi ho gi� raccontato, il locale era a pian terreno, mentre la cucina e il magazzino si trovava sotto il livello della strada. Inevitabile avere "ospiti" indesiderati. In tutto il locale vi erano trappole "appiccicose". Li preparevamo spargendo un potente attaccatutto sui classici contenitori di ortaggi in polistirolo. I topi, attratti dall'esca rimanevano spesso intrappolati e agonizzanti. Non non dovevamo fare altro che prendere il contenitore con il topo e gettarlo nel cassone della spazzatura.

    Ma spesso giravano liberi e pertanto tra i componenti del ristorante esisteva una vera e propria classifica. In cima, il Barone rosso della situazione, vi era Lucky l'indiano cuoco del ristorante con ben 16 topi uccisi a piede libero. Poi seguiva "Sandokan" un altro indiano che faceva il lavapiatti. A seguire tutti gli altri e... in fondo alla classifica io, con due topi uccisi, per caso, mentre pulivo e ramazzavo il locale. Quando uccisi il primo topo ammetto che ne ero spaventato. Era piuttosto grosso.

    Un giorno mi trovavo in cucina quando vedemmo un topo. All'improvviso tutti ad urlare cercando di catturarlo. Il topo terrorizzato si rifuggi� sotto la macchina impastatrice. Ebbi solo il tempo di gridare "NOOO LUCKY!!! NOOOOO!!!", quando questi accese la macchia e.... da sotto comincio a spuntare un rivolo di sangue.... il topo fu "macinato" dagli ingranaggi.

    Non impressionatevi. In una grande citt� � normale che ci siano i topi. L'ufficio sanitario di Francoforte non faceva tanti problemi, nel senso che davano per scontata una certa presenza di topi nei vari locali pubblici. Ci� che non era tollerato, erano gli scarafaggi. Se ti trovavano scarafaggi nel locale, potevano anche fartelo chiudere e disinfestare. Almeno cos� mi disse un giorno Giovanni.

    La sera il locale era molto pi� frequentato, pertanto il lavoro divent� pi� frenetico del normale. Molti si fermavano fino a tarda sera. Durante le ore di lavoro la musica italiana era sempre presente in sottofondo. Naturalmente Giovanni amava i cantanti classici : Albano, Toto Cutugno, I cugini di campagna.... Fausto Papetti e il suo sassofono e molti altri.

    Faticavo molto ad ascoltare Albano e Toto Cutugno e specialmente i cugini di campagna, che odiavo (e odio ancora). Cos� cervavo di compensare con altri autori come Gianna Nannini, Eros Ramazzotti... ecc. Fu a Francoforte che ascoltai per la prima volta Paolo Conte. All'inizio non mi piaceva, ma, con il passare del tempo, imparai ad apprezzarlo. Comunque dopo un anno.... devo ammettere che avevo imparato ad apprezzare anche Toto Cutugno. Ricordo che sul treno, di ritorno a casa, ascoltavo volentieri "cuore matto" del compianto Little Tony.

    Solo dopo esser rientrato definitivamente a casa, mi disintossicai e ritornai ai miei autori preferiti dell'epoca :i Dire Straits, Supertramp, America, Deep purple, Pink Floyd, Leed Zeppelin... ecc.
    Bambol utente of the decade

  2. #32
    IL GIUDICE

    Di tanto in tanto, veniva nel locale, un tizio. alto un metro e novanta circa, sui 65 anni, brizzolato, distino. Indossava sempre giacca e cravatta. Se poteva, si sedeva sempre allo stesso tavolo. Un tavolo per due, appena dentro il locale. Parlava poco e ordinava sempre la medesima pizza : "pizza salami" che poi non era altro che una margherita con fette si salame di due tipi, di cui uno molto piccante. Aveva dei modi molto cordiali. Quando salutava tendeva ad inchinare il capo, come fosse un gesto di sottomissione; poi, quando lo servivo, ringraziava sempre : "dankeshon" oppure "vielen dank".... chinando sempre in capo verso il basso. Alle volte ringraziava anche in italiano. Era difficile non provare simpatia per questo vecchietto, che aveva difficolt� ad entrare dalla porta, costretto quasi a calare il capo per non sbattere. Ricordo che aveva della mani molto grandi e affusolate che riponeva sul tavolo, unite tra loro, come in segno di preghiera.

    Per tutto il tempo che sono stato a Francoforte, questo tizio l'ho visto sempre da solo, senza alcuna compagnia. Mentre aspettava di esser servito, rivolgeva lo sguardo fuori dalla porta. Sguardo che si perdeva nel vuoto, tra mille pensieri, magari. La trovavo una persona molto malinconica. Finito di mangiare la sua pizza "salami", in genere chiedeva un bicchierino di sambuca molinari. Sambuca che gli servivo in uno bicchierino dal collo stretto e lungo, con i classici tre chicchi di caffe. Alla fine, pagava, lasciava qualche spicciolo di mancia, salutava e andava via.

    Fin qui null di eclatante. Un cliente come un altro che frequentava il locale, se non fosse che una sera, Giovanni mi disse che era un giudice e che fino a poco tempo prima che io arrivassi, frequentava il locale sempre in compagnia di qualcuno. "La moglie?" chiesi io, "in un certo senso" mi disse.... e cos� mi raccont� che aveva un compagno e che ogni volta che venivano, si sedevano quasi sempre nello stesso tavolo e, chiacchieravano tenendosi spesso le mani. Dopo un certo periodo in cui non li aveva pi� visti, spunt� lui solo... e da allora � sempre venuto da solo. "Si saranno lasciati", concluse.

    Durante il mio soggiorno a Francoforte, vidi molti omosessuali. Di fronte al nostro locale poi c'era il "Tangerine", un locale di tendenza frequentato da gay e lesbiche. Vedevo molta gente entrare in quel locale... e per scherzo, i primi giorni, mi mandarono anche a me, con una scusa, a cercare una tizia...

    Potei notare coloro che si abbigliavano in modo eccentrico, coloro che indossavano pantaloni e gil�t di pelle.... con la barba... tipo i poliziotto dei village people, per intenderci, e persone vestite in maniera ordinaria come questo giudice. Un giorno per�, in un momento di gran confusione, entr� una comitiva di sei persone che si accomodarono al tavolo. Quattro erano giovani, ma c'erano due donne sulla cinquantina. Per tutto il tempo mi sono preso cura di loro, servendoli, ma solo quando lasciarono il tavolo mi accorsi che in ragazzo era vestito met� da uomo e met� da donna... cio� per tutto il tempo che � rimasto seduto, non mi ero accorto di questo particolare, anche perch� dalla mia posizione mi capitava di vederlo solo per met�, il lato maschile in pratica. Nel momento in cui me lo trovai di fronte invece, ecco che potei notare come il lato che mi aveva nascosto, da seduto, diciamo cos�, era di taglio femminile, persino la forma dei capelli, il trucco, il rossetto.... le scarpe!!!

    Rimasi a guardarlo stupito. Del resto dalle mie parti, di queste cose non se ne vedevano mica. Il suo messaggio era chiaro, in pratica era bisex e lo dimostrava con il suo abbigliamento e atteggiamento.

    Torando al giudice, una sera venne al locale e come sempre, salut� cordialmente e si sedette al tavolo preferito. Quel giorno era particolarmente di buon umore e mi sorrise pi� di una volta. Lo servii come sempre e notai che i suoi sguardi erano insistenti, tanto che poi, con una scusa, accenn� ad una conversazione. Io per un p� cercai di andarci dietro con la discussione, ma il mio tedesco non � che fosse cos� buono.... insomma non ci capii molto, fino a quando Giovanni con una scusa mi chiam� per servire un altro tavolo. La cosa fin� l�, ma a conclusione della serata, quando ci sedemmo io e Giovanni per cenare, con un sorrisetto mi disse che quel giudice, quella sera, in pratica mi si stava "facendo", cos� disse Giovanni per intendere che ci stava provando.

    Rimasi di sasso. Non ci volevo credere.... cio� qualcosa avevo intuito... ma non volevo crederci. Poco male comunque, perch� da quella volta quel giudice non si fece pi� vedere. Ogni tanto Giovanni me lo rinfacciava. Aveva perso un cliente per causa mia.... ricordo che mi ci incazzavo di brutto... anche se scherzava!!
    Bambol utente of the decade

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