In tutto questo periodo ho spesso sentito che basta battezzarsi , cresimarsi, andare a messa tutte le domeniche, confessarsi, comunicarsi, ecc. per essere Cristiani e quindi degni per andare in Paradiso.
Non vi sembra che in ciò vi sia qualcosa che non torna?
Innanzi tutto è il sistema di raffronto con chi in questo modo non si comporta che mi lascia da pensare, come può un Cristiano siffatto essere migliore di chi (non essendo siffatto) opera del bene per il prossimo senza obbligo alcuno?
Ultimamente poi sto leggendo qualche cosa, come tra l’altro ho già postato, sull’esoterismo Cristiano, ed un punto focale, sostenuto da tutti i sostenitori di questa tesi , è che i sacramenti e dogmi, non sono altro che resti esoterici di cui si è perso il significato, un sottofondo iniziatico, ormai dimenticato, di cui i sacramenti sono i segni tangibili, e che era presente nel Cristianesimo primitivo.
I sacramenti non hanno più nessun carattere iniziatico, essi sono solo riti puramente exoterici, tutto sommato è sufficiente tener conto del caso del battesimo, giacché tutto il resto ne dipende in modo diretto. Nonostante l'"oscuramento" di cui abbiamo parlato, si sa perlomeno che, in origine, per conferire il battesimo ci si circondava di rigorose precauzioni, e che coloro che dovevano riceverlo erano sottoposti a una lunga preparazione. Attualmente succede invece in qualche modo l'esatto contrario, e sembra che sia stato fatto tutto il possibile per facilitare in modo estremo la ricezione di tale sacramento, inteso che non soltanto esso è dato a chiunque indistintamente, senza che si ponga nessuna questione di qualificazione e di preparazione, ma è addirittura possibile che sia conferito in modo valido da chiunque, mentre gli altri sacramenti non possono esserlo se non da coloro che, preti o vescovi, esercitino una determinata funzione rituale.
Queste facilitazioni, insieme al fatto che i fanciulli sono battezzati il più presto possibile dopo la nascita, esclude evidentemente l'idea di una qualsiasi preparazione, ed esse non possono spiegarsi se non con un cambiamento radicale nella concezione stessa del battesimo, cambiamento in seguito al quale esso fu considerato condizione indispensabile per la "salvezza" e tale di conseguenza da dover essere assicurata al maggior numero possibile di individui, mentre in origine si trattava di cosa del tutto diversa. Questo modo di vedere, secondo cui la "salvezza" che di fatto è lo scopo finale di tutti i riti exoterici, è necessariamente legata all'ammissione nella Chiesa cristiana, è in definitiva una conseguenza di quella sorta di "esclusivismo" che è inevitabilmente collegato con il punto di vista di ogni exoterismo in quanto tale.