Risultati da 1 a 9 di 9

Discussione: Recessione Italia

  1. #1
    pensavo di esserlo... L'avatar di libero
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    Recessione Italia

    Ragazzi andate a vedervi questa pagina : http://cronologia.leonardo.it/biogra2/recessione.htm ,si riferisce agli anni 2000-2008 e parla della situazione di quegli anni con i titoli dei giornali,da allora nulla

  2. #2
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    Il guaio di un modello economico sbagliato perch

  3. #3
    #trollingeveryday L'avatar di Lex
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    Gatto cosa ne pensi delle teorie sulla Decrescita Felice di Lellouche come soluzione alla crisi dei modelli economici attualmente in vigore?
    schusa sono scemo
    si ono che sono scemo
    mi ritengo scemo

  4. #4
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    Prima volta che sento tale definizione, ma stando a quello che dicono qui

    La Decrescita Felice
    http://www.decrescitafelice.it/?page_id=3

    si direbbe che consista nello spostamento sostanziale della valutazione dal pil alla qualit

  5. #5
    #trollingeveryday L'avatar di Lex
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    mmm

    vabbè è poi messo in un contesto più filosofico che politico, io pensavo ad un qualcosa di più orientato alla realtà (in stile socialismo utopico, Saint-Simon ecc), ma non sono così di primo pelo da non considerare la cosa una bellissima utopia.
    schusa sono scemo
    si ono che sono scemo
    mi ritengo scemo

  6. #6
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    Quello che poi avevano realizzato in buona parte in svezia, dove però appunto le bocche aperte sono ben poche 9 milioni, noi 60 milioni, su un territorio più grosso del nostro 450.000 kmq, 372.000 il nostro e con risorse collettive, loro, ben considerevoli, i giacimenti petroliferi del mare del nord di petrolio pregiato.

    Da tale mix esce si un socialismo utopico e pur reale, come pure in alaska dove su fattori locali similari è il governo dello stato a pagare il vitalizio agli abitanti e non gli abitanti a dover fare pil per sostenere lo stato, cosa che realizza appunto quel socialismo utopico dove le cose basta distribuirle perchè ci stanno e non necessita di produrle, cosa che il sistema socialista standard dove il lavoro è tuo e il risultato di tutti inibisce fortemente.

    Tuttavia, nonostante ciò anche il sistema svedese è andato alle corde e non sul materiale, ma proprio sull'immateriale perchè riuscendo lo stato a garantire praticamente tutto a tutti, dalla culla alla bara, poi non restava niente da conquistarsi in proprio e venne a mancare la voglia di vivere con la diffusione enorme del suicidio giovanile specialmente, che cercava un terreno di scontro per l'affermazione di un io immateriale, a quel punto surrogato dall'amministrazione collettiva.

    Da cui anche quella via felice cadde in disuso al netto delle comodità che su quei presupposti continuano comunque a starci.
    Ultima modifica di Il gatto; 01-08-2010 alle 15:01

  7. #7
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    Nella media delle situazioni reali invece la ricchezza "solo da distribuire", quindi su cui nessuno può reclamare meriti e contributi propri, non ci sta, al che prima del distribuire tocca produrre quello da distribuire e ciò lo si ottiene solo con sistemi premienti che restituiscono di più a chi di più, nella situazione, contribuisce realizzando risultati di ricchezza così valutabili, ovvero rende disponibile ciò che dagli altri è cercato e quindi pagato, fare la stessa cosa, anche a costo di notevole fatica, per ciò che non è voluto e che quindi nessuno paga non è la stessa cosa.

    Ciò mi genera un certo sistema di produzione che si lega ad un meccanismo di distribuzione molto differenziato perchè molto differenziato è il contributo realizzativo introdotto nella valutazione delle quantità e del valore attribuito, che pesano entrambi.
    Variando il sistema di distribuzione, aspetto dove intervengono tutti i sistemi socialisti, si impatta così pure sulla realizzato da distribuire e, pareggiando il distribuito, il prodotto crolla perchè si allinea sulla minima contribuzione individuale, visto che chi di più non riesce a produrre non lo schiodi, ma chi di più riesce a contribuire se non ottiene il suo di più di ritorno, poco gli basta per ridurre autonomamente il proprio, guadagnandoci se non altro in tempo e tranquillità.
    Ne vale lascire il sistema di distribuzione a sostenere la produzione per poi attaccargli dietro quale correttivo socialista un ulteriore sistema di redistribuzione, come se quello fosse scemo a che dandogli il suo e poi subito levandoglielo per darlo ad altri a lui cambiasse sostanzialmente qualcosa.

    E direi a poco serve ora inventarsi di pagarlo in valori immateriali pensando che quello faccia il cambio per cui produce materialmente per ricevere immaterialmente, al massimo ti gioca alla pari, tu mi dici bravo, io ti prometto tante cose ideali da far comparire un giorno venturo.
    Ultima modifica di Il gatto; 01-08-2010 alle 15:25

  8. #8
    #trollingeveryday L'avatar di Lex
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    Boh io rinuncerei a molti soldi per la gloria e la riconoscenza eterna, ma credo di essere uno dei pochi a sto mondo per cui mi ritiro nel mio,di mondo appunto.
    schusa sono scemo
    si ono che sono scemo
    mi ritengo scemo

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    In se il concetto è comprensibile e per altro pure utilizzato, solo che poi è correlato al proprio mondo per come questo è fatto nello specifico tuo e ciò lo rende cosa unica, non esportabile e solo a te applicabile.

    La strada della ricchezza per altro va spesso in salità e il fare soldi si associa a notevole fatica e stress, quindi non così raro che avendo comunque raggiunto un buon livello di soddisfazione materiale e sicurezza di mantenersela li ci si fermi, godendosi altri benefits che il non proseguire lascia disponibili al fruire proprio.
    Il punto sta nel fatto che, allo stesso modo in cui rinunci al maggior guadagno, rinunci pure agli oneri della fatica necessaria per ottenerlo.
    Diventando, questo si molto raro, il caso in cui il tizio dice non voglio più niente però mo vado in ufficio lo stesso a subire le stesse pressioni e stress per il beneficio che il mondo può trarne.
    Altrimenti ma sai quanti rinunciano alle promozioni che portano si aumenti, ma pure spropositati carichi di lavoro e responsabilità stressanti, ma anche semplicemente trasfermenti, oppure solo l'abbandonare ambienti consolidati gestibili con minimo sforzo per dover accedere a nuovi ambienti tutti da costruire.
    Ovvero il chi me lo fa fare è molto diffuso e per questo al salire poi si lega un incremento esponenziale del ricevuto proprio.
    E qul chi me lo fa fare? ha effetti notevolissimi sulla produzione al che il trovare il chi o cosa ti motiva a fare si traduce in quelle notevoli differenziazioni che poi si ritrovano.
    Perchè anche un raddoppio di stipendio tassato al 50% con spese di trasloco e vita nella metropoli dove sta la direzione generale potrebbe non schiodare di si pone nella condizione del chi me lo fa fare? ma 10 volte lo stipendio attuale entrando in contesto dove rendi 100 volte di più potrebbe pure fartelo fare.

    O magari, pure questa soluzione adottata da tanti, fai per un certo tempo realizzando alcune cose che ti aprono altre vie più tranquille, poi resetti il tutto e chi vuole l'oro e le sue croci che si faccia avanti a pigliarsi oro e croci, che il mio sta già sul conto per quello che a me serve.
    Se quella prima linea però si spopola molto poi gli effetti si sentono sull'ultima linea che campa di ricadute.
    Ultima modifica di Il gatto; 01-08-2010 alle 16:47

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