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Discussione: Fidel Castro: sono il responsabile della persecuzione degli omosessuali cubani

  1. #16
    Zar autocrate di tutte le Russie L'avatar di Piotr Aleksejevic
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    Citazione Originariamente Scritto da Theodore Bagwell Visualizza Messaggio
    mi auguro sia il primo passo per l'arrivo della democrazia a Cuba
    ora mi tocco le palle ...

    io invece spero che sia l'inizio della Cubizzazione del resto del mondo
    CONIGLIO MANNARO

    "Ci sono amori che durano il tempo di uno sguardo e rivoluzioni che vivono lo spazio di un mattino, sono forse per questo meno importanti di certi compromessi scellerati che incatenano tutta una vita?"
    Gianni-Emilio Simonetti

    La calma

  2. #17
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Eddài Piotr....
    amate i vostri nemici

  3. #18
    like me, like me L'avatar di erin
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    Bè, anche io spererei per Cuba un futuro un po' migliore di quello che stanno costruendo le cosiddette democrazie (USA, Europa, Israele)

    (sto traducendo, ma è lunga)

    Ni sumisa ni devota, libre linda y loca!

    Nel tuo piccolo mondo, tra piccole iene, anche il sole sorge solo se conviene.

  4. #19
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    come fa israele ad essere una democrazia?

  5. #20
    like me, like me L'avatar di erin
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    Ho tradotto la prima parte:

    L'Avana. Nonostante non ci sia nulla che denoti in lui alcun malessere, credo che a Fidel non piacerà quello che sto per dire:

    - Comandante, tutto l'incanto della Rivoluzione Cubana, il riconoscimento, la solidarietà di una buona parte dell'intellighenzia universale, i grandi risultati del popolo di fronte all'embargo, alla fine tutto, tutto è andato in malora a causa della persecuzione degli omosessuali a Cuba.

    Fidel non evita la questione. Non nega né respinge l'osservazione. Chiede solamente tempo per ricordare, dice, come e quando si sciolse il pregiudizio tra le file rivoluzionarie.

    Cinque decadi fa, e a causa dell'omofobia, gli omosessuali a Cuba furono emarginati e molti furono inviati a campi di lavoro militare-agricolo, accusandoli di essere controrivoluzionari.

    - Sì - ricorda -, furono momenti di grande ingiustizia, una grande ingiustizia! - ripete enfatizzando -, chiunque la compia. Sì, la compimmo noi, noi... sto cercando di delimitare la mia responsabilità in tutto questo perché, dopo tutto, personalmente, io non ho questo tipo di pregiudizi.

    Si sa che tra i suoi migliori e più vecchi amici ci sono omosessuali.

    - Però, allora, come si formò questo odio verso il diverso?

    Lui pensa che tutto nacque come una reazione spontanea nelle file rivoluzionarie, che venivano dalla tradizione. E nella Cuba precedente non solo si discriminavano i neri: si discriminavano le donne e, naturalmente, gli omosessuali...

    - Sì sì. Ma non nella Cuba della nuova morale, della quale andavano tanto orgogliosi i rivoluzionari cubani ed esteri...

    - Chi fu, quindi, il responsabile, diretto o indiretto, del fatto che non si mise un freno a quello che stava succedendo nella società cubana? Il Partito? Perché questo è il momento in cui il Partido Comunista de Cuba non dichiara nel suo statuto il divieto di discriminazione per orientamento sessuale.

    - No - dice Fidel -. Se qualcuno è responsabile, sono io...

    "È ovvio che in quei momenti non mi potevo occupare di questo argomento... mi trovavo sommerso, principalmente, dalla Crisi di Ottobre, dalla guerra, dalle questioni politiche..."

    - Ma questo divenne un serio e grave problema politico, comandante.

    - Capisco, capisco... l'abbiamo sottovalutato... sabotaggi sistematici, attacchi armati, capitavano continuamente: avevamo tanti e così terribili problemi, problemi di vita o di morte, sai?, che non gli abbiamo prestato sufficiente attenzione.

    - Dopo tutto ciò, si fece molto difficile la difesa della Rivoluzione all'esterno... l'immagine si era rovinata per sempre in alcuni settori, soprattutto in Europa.

    - Capisco, capisco - ripete - era giusto...

    - La persecuzione degli omosessuali poteva succedere, con minori o maggiori proteste, da qualsiasi parte. Non nella Cuba rivoluzionaria- gli dico.

    - Capisco: è come quando è il santo a peccare, vero?... Non è come quando è il peccatore a peccare, no?

    Fidel abbozza un lieve sorriso, per poi tornare serio:

    - Guarda: pensa a come erano i nostri giorni in quei primi mesi della Rivoluzione: la guerra con gli yankee, la questione delle armi e, quasi contemporaneamente a questo, i piani di attentato contro la mia persona...

    Fidel rivela quanto tremendamente influirono su di lui e quanto modificarono la sua vita le minacce di attentati e gli attentati stessi di cui fu vittima:

    "No potevo stare da nessuna parte, non avevo nemmeno un posto dove vivere..." I tradimenti erano all'ordine del giorno, e lui doveva spostarsi a casaccio...

    "Sfuggire alla CIA, che comprava tanti traditori, a volte tra gli stessi parenti di qualcuno, non era facile; ma alla fine, in ogni caso, se bisogna assumere le resposabilità, assumo la mia. Non darò la colpa ad altri...", sostiene il dirigente rivoluzionario.

    Si pente solamente di non aver sistemato le cose allora...

    Oggi, comunque, si sta fronteggiando il problema:

    Sotto lo slogan "L'omosessualità non è un pericolo, l'omofobia sì", si celebro recentemente in molte città del paese la terza Giornata Cubana per la Giornata Mondiale contro l'omofobia. Gerardo Arreola, corrispondente de La Jornada a Cuba, dà un resoconto puntuale del dibattito e della lotta che si porta avanti nell'isola per il rispetto dei diritti delle minoranze sessuali.

    Arreola riferisce che è Mariela Castro, una sociologa di 47 anni - figlia del presidente cubano Raul Castro-, chi gestisce il Centro Nazionale di Educazione Sessuale (Cenesex), istituzione che -dice lei- è riuscita a migliorare l'immagine di Cuba dopo l'emarginazione degli anni 60.

    Noi cubane e cubani siamo qui per continuare a lottare per l'inclusione, perché questa sia la lotta per tutte e tutti, per il bene di tutte e tutti, ha detto Mariela Castro all'apertura della giornata, scortata da transessuali che sostenevano una bandiera cubana e un'altra multicolore del movimento gay.

    Oggi a Cuba, l'impegno per gli omosessuali includono iniziative come il cambio d'identità per i transessuali o le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

    Dagli anni '90, l'omosessualità nell'isola è depenalizzata, anche se capitano ancora casi di azioni di polizia. E dal 2008 si praticano operazioni gratuite per il cambio di sesso.

    Citazione Originariamente Scritto da Theodore Bagwell Visualizza Messaggio
    come fa israele ad essere una democrazia?
    E gli Usa come fanno?
    È proprio questo che dico: quelle che noi chiamiamo democrazie violano costantemente i diritti umani, io spero che Cuba sappia essere migliore.
    Ultima modifica di erin; 02-09-2010 alle 15:07

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  6. #21
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    gli usa sono un impero....
    io mica ho citato quelle democrazie...

  7. #22
    like me, like me L'avatar di erin
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    No, infatti le ho citate io.
    Ho detto che se prendiamo in considerazione quelle che sono considerate le principali democrazie, io non le vedrei come l'ideale a cui tendere.

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  8. #23
    Opinionista L'avatar di Shakti
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    L'articolo è senz'altro incoraggiante (la prima parte, le mie condizioni psico-fisiche non mi permettono di leggere in spagnolo al momento)

    Per quanto riguarda Cuba qualcosa di diverso da una democrazia rischierebbe di degenerare e riportarla indietro, ma al momento non sono in condizioni di approfondire neanche questo pensierino da terza elementare.

  9. #24
    like me, like me L'avatar di erin
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    Anche il Manifesto ha riportato parte dell'articolo:

    [QUOTE]Fidel e i gay. "La mia ingiustizia"

    E' stato 4 anni dibattendosi fra la vita e la morte. Entrando e uscendo dalla sala operatoria, intubato, alimentato attraverso le vene e i cateteri e perdendo di frequente conoscenza...

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