Ma questo � di scarsa importanza, secondo me. Non � della storia della critica musicale che parliamo, ma della storia della musica.
Non deve mica esserlo. Non sono d'accordo con la recensione su David Bowie, per esempio. Mi piacciono alcune canzoni dei Beatles e adesso ascolto Lara del Rey e non vorrei uno Stockhausen in cambio. Ma non dico n� che Lara del Rey n� che i Beatles abbiano inventato qualcosa.
La maggior parte dei brani dei Beatles mi ricordano le prime lezioni di solfeggio, sono belle melodie ma finisce l�. Come un bel disegno non andr� al Louvre per questo.
E' questo che contesto a molti critici di Scaruffi: rispondono in cinese ad uno che parla giapponese. Lui dice "quest'opera non ha valore assoluto" e questi rispondono "ma � una canzone bellissima!"
e beh.... da quando la bellezza ha valore assoluto? Ha valore assoluto suonare cose che non somigliano a niente di mai sentito. Che poi anche questo avr� valore in futuro, perch� ascoltare sempre le stesse cose porta a disprezzarle. Quanti dicono "ah, che musica commerciale..." no, non � perch� � commerciale che non ti piace, ma perch� il mercato di quel tipo di musica commerciale non ha iniezioni di nuovo da troppi anni.
Tipi di musica considerati "nuovi" dalla massa sono degli ibridi di musica commerciale con quella che scaruffi o critici come lui considerano degna di nota. Cos�, modificando il commerciale con spunti nuovi, ma non troppo, si creano i nuovi generi, portando il pubblico verso la novit� senza trauma.
Obiezione debole, tendi a svilire l'opera di scaruffi con un'opinione negativa sulla persona che penso sfondi una porta aperta con tutti o quasi. Non mi interessa chi lo foraggia. Nemmeno Michelangelo dipinse la cappella sistina per la gloria. Ma � il risultato che conta.
L'importante � non smettere di leggere quelle recensioni perch� lui � antipatico, perch� � come buttare via il bambino con l'acqua sporca. Se poi non si concorda con le recensioni ok, ma onore al metodo.