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Risultati da 16 a 29 di 29

Discussione: l'uomo nuovo

  1. #16
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Doppio scusami ma credo mi sfugga la nozione di uomo nuovo, me la spieghi?
    Poi ho anche qualche dubbio sul discorso che un trapianto di midollo cambia la genetica di una persona, il dna non � immodificabile nell'individuo?
    Credevo che gli esperimenti di genetica si facessero sugli embrioni non sugli individui...
    Alla seconda domanda: come dicevo non vorrei dire una castroneria, ma dato che il midollo osseo produce il sangue, mi risulta che, dopo un trapianto, il sangue (solo il sangue, il resto dei tessuti no) di una persona assuma il dna del donatore... forse capitava anche in un episodio di CSI che per poco l'assassino non la faceva franca perch� il dna del sospetto non corrispondeva con il campione di sangue sulla scena del crimine.

    Alla prima domanda, be' � un concetto sfuggente gi� di suo Neitzche avrebbe detto una cosa (http://www.filosofico.net/Antologia_...0SUPERUOMO.htm), per i nazisti era una razza dominatrice (se vogliamo un anacronismo, le civilt� antiche propongono a pi� riprese il concetto che i popoli stranieri o barbari, che dir si voglia, siano schiavi naturali), il comunismo avrebbe voluto un'uomo che si liberasse dalle sovrastrutture, il crisianesimo ancora qualcosa di diverso. Alla fine il concetto � sempre quello: che l'uomo si elevi dal suo stato animale governato da istinti e in generale da tutto ci� che lo frena rispetto alla sua realizzazione ultima, ma circa questa realizzazione non c'� accordo.
    Pensando alla genetica come una strada praticabile non pensavo a nulla di cos� universalizzante, sono abbastanza individualista da ritenere che non sar� l'umanit� ad elevarsi, ma sempre e solo i singoli e sar� una faccenda personale, pensavo solo al fatto che se c'� una strada che oggi appare aprire nuove porte ai problemi pratici che ci attanagliano (come le malattie) non mettendo una pezza dopo, ma magari trasformando la struttura in modo che risulti immunizzata, in questo momento la genetica � piena di promesse, se poi si potranno mantenere non lo so.
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  2. #17
    Opinionista L'avatar di Baboulenka
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    Alla seconda domanda: come dicevo non vorrei dire una castroneria, ma dato che il midollo osseo produce il sangue, mi risulta che, dopo un trapianto, il sangue (solo il sangue, il resto dei tessuti no) di una persona assuma il dna del donatore... forse capitava anche in un episodio di CSI che per poco l'assassino non la faceva franca perch� il dna del sospetto non corrispondeva con il campione di sangue sulla scena del crimine.
    Ma sai che non mi ero mai posta il problema. Rimango dell'idea che non cambi il dna della persona, perch� il dna non riguarda solo le cellule del sangue,ma anche quelle di tutto il resto del corpo. Ci� non toglie che un trapianto possa provocare delle alterazioni, in che entit� non lo so, perch� non mi intendo di medicina. Ma il tuo discorso non � del tutto infondato, quantomeno genera dubbio.

    Magari se si collega pesca chiediamo a lei

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    AllaAlla prima domanda, be' � un concetto sfuggente gi� di suo Neitzche avrebbe detto una cosa (http://www.filosofico.net/Antologia_...0SUPERUOMO.htm), per i nazisti era una razza dominatrice (se vogliamo un anacronismo, le civilt� antiche propongono a pi� riprese il concetto che i popoli stranieri o barbari, che dir si voglia, siano schiavi naturali), il comunismo avrebbe voluto un'uomo che si liberasse dalle sovrastrutture, il crisianesimo ancora qualcosa di diverso. Alla fine il concetto � sempre quello: che l'uomo si elevi dal suo stato animale governato da istinti e in generale da tutto ci� che lo frena rispetto alla sua realizzazione ultima, ma circa questa realizzazione non c'� accordo.
    Pensando alla genetica come una strada praticabile non pensavo a nulla di cos� universalizzante, sono abbastanza individualista da ritenere che non sar� l'umanit� ad elevarsi, ma sempre e solo i singoli e sar� una faccenda personale, pensavo solo al fatto che se c'� una strada che oggi appare aprire nuove porte ai problemi pratici che ci attanagliano (come le malattie) non mettendo una pezza dopo, ma magari trasformando la struttura in modo che risulti immunizzata, in questo momento la genetica � piena di promesse, se poi si potranno mantenere non lo so.
    Ah capisco, quindi se non si c'� accordo su quello di che si parla? Mi viene in mente un discorso che feci con una mia amica convinta che esista ancora la lotta di classe e che ci sar� una dittatura del proletariato. Una ragazza di una intelligenza fuori dal comune, ma non sapeva dirmi chi � il proletariato e in cosa sarebbe sfociata la dittutura dello stesso, quindi io mi sono un po' arenata perch� i discorsi filosofici non sono il mio forte...

    I solemnly swear that i am up to no good...

  3. #18
    Superstite L'avatar di Doppio
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    In realt�, anche se in termini molto diversi da quelli proposti da Marx, � mia opinione che fenomeni come quelli dell' sfruttamento della manodopera a basso costo nei paesi sottoviluppati, con la conseguente appropriazione delle procedure e tecnologie da parte di questi ultimi (vedi il tessile in Cina e come le aziende soprattutto biellesi si siano autodistrutte per la loro scarsa lungimiranza), abbia similitudini importanti con i concetti di lotta di classe e rivoluzione... ma siamo OT.
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  4. #19
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Citazione Originariamente Scritto da Baboulenka Visualizza Messaggio
    Ah capisco, quindi se non si c'� accordo su quello di che si parla?
    Ad esempio del fatto, chiaro a quasi tutti, che lo sviluppo attuale non � di fatto sostenibile e se questo non sar� superato non c'� futuro per l'umanit� come noi la conosciamo, interverranno fattori che riequilibrino la bilancia (come le guerre su larga scala hanno fatto in passato) e si ricomincer� (magari non da zero, ma al massimo da tre). Per me potrebbe anche andare bene, la caduta di una civilt� non � cosa che si vede tutti i giorni, ma generalmente la fase successiva vede i sopravvissuti invidiare i morti.
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  5. #20
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    ..... la dittutura ........
    Ma quella fa stringere i denti, Baboulenka

  6. #21
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Rimango dell'idea che non cambi il dna della persona
    Ovviamente � corretto, il dna della persona non cambia, su tutte le altre cellule il dna rimane quello, in particolare il semplice fatto che le cellule nelle sue gonadi restino inalterate determina il fatto che nessun cambiamento sar� trasmesso alla discendenza, pertanto non si pu� parlare di alterazioni genetiche in senso stretto.
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  7. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Ovviamente � corretto, il dna della persona non cambia, su tutte le altre cellule il dna rimane quello, in particolare il semplice fatto che le cellule nelle sue gonadi restino inalterate determina il fatto che nessun cambiamento sar� trasmesso alla discendenza, pertanto non si pu� parlare di alterazioni genetiche in senso stretto.

    proviamo a fare un esperimento per verificare se le cellule delle gonadi non producano cambiamenti nel dna. indovini che tipo di esperimento?

  8. #23
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Mhm, no... ma, anche disponessi di una mente sufficientemente zozza da indovinarlo, mi apparirebbe come un'ottima occasione per fare lo gnorri.
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  9. #24
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    in una nuvola di smog
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    http://www.medicinalive.com/medicina...schi-in-madri/

    Forse non c'entra niente, per� era una notizia che mi aveva colpito.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  10. #25
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Ma sai che non mi ero mai posta il problema. Rimango dell'idea che non cambi il dna della persona
    Ma i bipedi non sono aggressivi e autoconservativi (pensano alla pelle propria e a quella altrui solo se � funzionale alla propria) perch� il dna, per sbaglio, cos� li ha resi, ma perch� i meccanismi si sopravvivenza si cibano della vita altrui e il dna ne ha preso atto e si � adattato.
    Cambiando il dna si produrrebbe la morte perch� il comportamento non risponderebbe alle condizioni esterne, in altri altizzimi lochi cos� decise.

    Per altro verso questo ritimo di consumo/sviluppo l'ambiente non lo sostiene, ma un sviluppo inferiere non sostiene il numero dei vivi attualmente presenti, nemmeno ben sostenuti in molte sacche e ne consegue che pi� di altri fattori incide il numero delle bocche contemporaneamente aperte da cui l'alternativa � ridurle con metodi soft ave3ndo il tempo, o drastici se si provvede all'ultimo.

  11. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Scusa ma non ho capito molto quello che chiedi... mi spiegheresti meglio, per favore?

    sto dicendo che comunismo e nazismo hanno tentato senza apparente successo di formare un uomo che fosse il pi� vicino possibile alla perfezione, se non proprio perfetto. quello che chiedevo nel post d'apertura � se secondo il vostro parere sia ancora oggi possibile quanto meno sperare nella possibilit� di creare un uomo perfetto, capace di vivere in armonia con l'ambiente che lo circonda, capace di relazionarsi pacificamente con il prossimo, insomma capace di vivere la vita pienamente. adesso � pi� chiaro?

  12. #27
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Ma il concetto di perfezione � cos� unificato da evitare che il meglio dell'uno sia il peggio di un altro, in una miriade di varianti soggettive?

    capace di vivere in armonia con l'ambiente che lo circonda
    Un concetto relativo dove il numero dei soggetti incide pi� del singolo comportamento tanto che il buon selvaggio era ecocompatibile non perch� si limitasse nello sfruttamento intensivo, ma perch� erano pochi morendo prima di diventare troppi.
    La necessit� di territorio di un ecocompatibile indiano americano era notevolmente superiore al quella di un inquinante homo urbanus, solo che quelli si contavano sulle decine di migliaglia, quell'altri sui miliardi e fu cos� che i pulitissimi conisgli in australia fecero il deserto, senza diserbanti chimici.

  13. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Il gatto Visualizza Messaggio
    Ma il concetto di perfezione � cos� unificato da evitare che il meglio dell'uno sia il peggio di un altro, in una miriade di varianti soggettive?
    posso chiederti quale sia il tuo personale concetto di perfezione?

    Citazione Originariamente Scritto da Il gatto Visualizza Messaggio
    Un concetto relativo dove il numero dei soggetti incide pi� del singolo comportamento tanto che il buon selvaggio era ecocompatibile non perch� si limitasse nello sfruttamento intensivo, ma perch� erano pochi morendo prima di diventare troppi.
    guarda che alcuni sostengono che i buoni selvaggi fossero in realt� dei cattivi selvaggi, e che senza un intervento esterno non � concepibile la civilizzazione. cmq credo che l'uomo nuovo prescinda dal numero di individui presenti in un determinato spazio, se � vero che attraverso un intervento esterno � possibile modificare l'indole di una persona.

    Citazione Originariamente Scritto da Il gatto Visualizza Messaggio
    La necessit� di territorio di un ecocompatibile indiano americano era notevolmente superiore al quella di un inquinante homo urbanus, solo che quelli si contavano sulle decine di migliaglia, quell'altri sui miliardi e fu cos� che i pulitissimi conisgli in australia fecero il deserto, senza diserbanti chimici.
    cosa sono i pultissimi "conisgli"?

  14. #29
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Il mio concetto di perfezione � relativo e consiste nell'aderire strettamente ad un profilo di criteri, se poi tali criteri rappresentino "la perfezione" � tema di conflittualit� infinita, come le religioni dove ciascuna si propone come l'unica vera e perfetta in assoluto sbattendo le altre, che fanno lo stesso, nella fossa dei falsi.
    Detto ci� le mie preferenze, senza che queste vadano o necessitano di definire la persona perfetta, vanno a soggetti con un buon equilibrio che sanno pensare e realizzare soluzioni ragionevoli di buon senso per problematiche normali.
    Nei problemi straordinari la cosa cambia e va visto al momento cosa il soggetto equilibrato mette in campo quando in ha in gioco la sua esistenza.

    Normale che i buoni degli uni siano i cattivi per gli altri, � una delle problematiche fondamentali e la civilizzazione essenzialmente consiste in risposte tecnologiche e progressivamente pi� complesse agli stessi problemi di sempre, ovvero sopravvivere approcciati con il criterio di sempre che �: io, in un significato progressivamente pi� ampio secondo le proprie priorit� di appartenenza, debbo sopravvivere, il resto va dal secondario, al trascurabile, all'indifferente al da eliminarsi come ostacolo.
    Il numero conta perch� se in un spazio chiuso aumenti il numero di conigli pure questi si trasformano in leoni in lotta per la sopravvivenza e questa si persegue anche con i mezzi artificiali che implicano tutte complesse e indirette attivit� umane idirizzate alla sopravvivenza e al consolidamento di questa.

    Comunque inventati e realizza soluzioni che evitino ai bipedi di trovarsi a difendere la sopravvivenza propria e mediamente i pi� non vanno a cercare la guerra diventando buoni e civili, ma solo finch� la situazione al contorno non divnta stringente.
    Ci saranno i casi estremi, ma, in condizioni generali rilassate, anche i picchi si fronteggiano con agio e buone probabilit� di successo confermando il clima generale da et� dell'oro.
    Fare tale ragionamento su dieci persone che hanno spazio vitale sufficiente per evitarsi ove non si scelgano ha una storia ben diversa dal farlo su 100 milioni che non possono sfuggire alle interazioni che gli capitano in modo incontrollato e pongono una infinita casistica di problematiche diverse e conflittuali.

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