possono essere scelte imposte dall'alto oppure una conseguenza del dover tradurre da un testo gi� a sua volta tradotto. ma secondo me � proprio la natura delle lingue orientali, non � detto che il testo nasca oscuro e incomprensibile, ma � molto facile che la traduzione di una lingua cos� distante lo diventi.
penso sia capitato a tutti di tradurre un paio di righe, una mail o un cartello, e di rimanere come "prigionieri" delle strutture della lingua originaria. un po' come quando si traduce su due piedi dall'inglese, che usa sempre il pronome possessivo di fronte alle parti del corpo, e ci si ritrova a produrre in maniera molto maccheronica e innaturale delle traduzioni tipo "mi sono lavata i miei capelli ieri"; per non parlare delle posizioni che le parole di solito occupano all'interno della frase, o le preposizioni.. tutti questi sono gli errori normali che si fanno anche nel passaggio inverso, ovvero quando si cerca di parlare un'altra lingua rimanendo per� prigionieri della propria e producendo errori o incongruenze, ma non ne si � immuni neanche quando si traduce nonostante in questo caso si ha a che fare con la propria lingua che, almeno in teoria, si dovrebbe conoscere alla perfezione.
con le lingue orientali puoi immaginarti che l'ordine di grandezza delle differenze interlinguistiche sia enorme e che queste difficolt� pongano problemi ben pi� seri di quelli sopra indicati; se non si tengono i due compartimenti linguistici isolati in maniera stagna una lingua penetra nell'altra e il risultato � una traduzione che suona molto male perch� non � italiano e ha echi di cinese/giapponese/indiano che un lettore ignaro non decifra.