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Discussione: La letteratura orientale

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di Frutto
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    la lingua � un riflesso di come una cultura percepisce, classifica, ordina e cataloga il mondo. a seconda della cultura e della sensibilit� che si sono formate in un dato luogo la lingua, in quanto prodotto di quella cultura, riflette queste cose a livello soprattutto lessicale e sintattico. di qui, i sessanta modi di dire neve degli esquimesi o l'ossessiva distinzione tra i tipi di futuro nell'inglese.
    in cinese ci si trova davanti a parole intraducibili, non tanto perch� non le si capisce ma perch� a noi non sarebbe mai venuto in mente di dare un nome a quella cosa perch� irrilevante o inesistente nella nostra cultura, o a modi di costruire le frasi che riflettono l'impianto morfologico (pressoch� assente) della lingua, che comporta altri tipi di artifici per veicolare le affermazioni diversi da quelli a cui noi siamo abituati. sono cose che succedono tra tutte le lingue, non esiste mai una sovrapponibilit� netta tra parole e tra strutture perch� le culture che le hanno generate sono diverse. chi traduce opera continuamente una mediazione tra la strategia della traduzione il pi� possibile letterale, ovvero quella che premia e non nega l'alienit� del testo in questione e per non perdersi per strada elementi ritenuti cruciali traduce tutto alla lettera rispettando l'impianto originario in cui compaiono tali informazioni, e la strategia dell'addomesticazione, ovvero quella in cui se il romanzo parla di john armstrong che mangia pancake il traduttore dir� che giovanni fortebraccio si mangia una fetta di torta.
    da traduttrice la riflessione che mi viene da fare quando leggo romanzi tradotti � pensare in che percentuale le due strategie di cui sopra si sono mescolate nel prodotto finale, il che non si riflette banalmente solo negli aspetti culturali e lessicali ma anche nelle strutture sintattiche: ovvero, mi si sta presentando un libro tradotto con il pattern delle frasi tipico della lingua di origine oppure si � fatto uno sforzo, pi� o meno legittimo, per adattarlo alle esigenze del parlante italiano? e inoltre, da che lingua � stato tradotto il tale romanzo? in caso del cinese, se leggete un romanzo cinese tradotto in italiano al 90% quel romanzo sar� stato tradotto non dalla versione originale ma dalla traduzione inglese perch� costa meno, � pi� facile e veloce e presenta un margine di errore decisamente pi� basso, perch� se anche al traduttore scappa che john armstrong mangia pancake ci capiamo uguale, se diciamo che liu xiaotong mangia baozi forse un po' meno. quindi si sta facendo una traduzione di una traduzione, con rischi e problemi che in realt� non sono poi tanto minimizzati come invece � nelle intenzioni delle case editrici.

    insomma, i romanzi orientali che io leggo in traduzione, bench� accada poco spesso, mi danno la stessa impressione, li trovo strani a livello linguistico, banana yoshimoto per esempoio mi lascia atterrita ogni volta, ma spesso non sapendo la lingua d'origine non posso verificare. il dubbio che mi permetto di sollevare � che, oltre al fatto che ovviamente le culture sono diverse e quindi anche le lingue sono diverse, probabilmente chi traduce non sempre sa riconoscere gli aspetti fisiologici di una lingua che ha altre modalit� espressive e le replica anche in traduzione scambiandole per cifra stilistica dell'autore oppure perch� costretto a dare al romanzo un sapore volutamente e marcatamente esotico.
    No, tu non sei una persona cattiva, tu sei fantastica, sei la persona che preferisco...
    Peccato che di tanto in tanto sai essere una gran troia.

  2. #2
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Citazione Originariamente Scritto da Frutto Visualizza Messaggio
    perch� se anche al traduttore scappa che john armstrong mangia pancake ci capiamo uguale, se diciamo che liu xiaotong mangia baozi forse un po' meno.
    Ecco, il romanzo che sto leggendo � pieno zeppo di note che spiegano cosa sono i vari baozi disseminati nel testo. Lo trovo estenuante, anche perch� le note sono alla fine del libro, e non a pi� di pagina. Se vado a leggere ogni nota mi perdo e mi distraggo, santo cielo mica � un lavoro, e quindi non le sto leggendo, col risultato che spesso non capisco di che mings stanno parlando (non mi riferisco alle ceramiche, ovviamente )
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  3. #3
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    da traduttrice la riflessione che mi viene da fare quando leggo romanzi tradotti � pensare in che percentuale le due strategie di cui sopra si sono mescolate nel prodotto finale, il che non si riflette banalmente solo negli aspetti culturali e lessicali ma anche nelle strutture sintattiche: ovvero, mi si sta presentando un libro tradotto con il pattern delle frasi tipico della lingua di origine oppure si � fatto uno sforzo, pi� o meno legittimo, per adattarlo alle esigenze del parlante italiano?
    pensa allo sforzo che deve fare un poer omo che deve tradurre le leggi straniere in incomprensibiliano giuridico, per renderle omogenee al dettato pregresso
    c'� del lardo in Garfagnana

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