Semiotica, eh... non vorrei annoiare perci� mi tolgo subito una parentesi smaccatamente filosofica che cercher� di ridurre al minimo e passando in rassegna in maniera veloce le nonzioni di sinn e bedeutung (questi tedeschi... se non avessero una parola per qualcosa vorrebbe dire che quel qualcosa davvero non � nemmeno immaginabile) che Frege tratta ampiamente nei suoi scritti: potremmo affermare che ogni simbolo � un sinn (tradotto generalmente come senso) e come tale portatore di molti bedeutung (tradotto generalmente come significato), rispettivamente queste nozioni si possono interpretare come una pi� generale, ma non per questo generalista nella sua dicitura: Venere (astronomico) � sinn di quel particolare oggetto nel cielo che a seconda del contesto sar� associato al bedeutung di stella della sera, stella del mattino o secondo pianeta per distanza dal sole nel nostro sistema stellare. Nello stesso modo l'icona di Google � un oggetto univoco, ma incredibilmente denso di possibili significati.

Il potere dei simboli � innegabile (per ci avesse dubbi si riveda Ghostbuster 2) e i simboli del potere sono mezzi efficaci in molte occasioni: le bandiere in primo luogo sono simboli, dal nostro sfortunato tricolore (che ci ricordiamo solo quando l'Italia vince i mondiali... non io, che invece ci sputo sopra ad ogni vittoria, applicando una differente simbologia) al Jolly Roger che 4-500 anni fa avresti sperato di non incrociare mai su una rotta commerciale. � curioso quanto si senta il bisogno dei simboli anche quando questi sono in aperto contrasto con il messaggio che trasmettono, ne � un esempio eclatante la A cerchiata simbolo dell'anarchia... l'anarchia dovrebbe intensecamente rigettare i simboli in quanto questi sono portatori di ordine e organizzazione, eppure pare averne bisogno. I loghi commerciali sono ovunque, anche dove non hanno alcuna ragione d'essere (quale funzione svolge il dromedario che rappresenta i programmatori Perl? Sono una Lega Nerd di stampo massonico?). I simboli di uso comune adempiono egregiamente a funzioni pratiche: sfrecciando in autostrada, magari in un paese di cui non conosciamo la lingua non avremo troppe difficolt� a trovare dove fermarci a pranzo. Anche le persone possono essere simboli, pi� facilmente se morte (Gandhi, Hitler, Napoleone, Giulio Cesare, Socrate), ma non necessariamente (Bin Laden � stato simbolo dell'integralismo islamico nemico dell'occidente, a prescindere da chi fosse veramente, Pablo Escobar il simbolo dei trafficanti di droga, Jack lo squartatore il simbolo di un sanguinoso secolo che si stava concludendo per far posto ad un secolo che avrebbe superato tutti gli altri quanto a violenza).

Le arti visive da sempre (ma forse oggi pi� di ieri) sono piene di simboli: dai graffiti, ai fumetti, c'� una maestria nell'uso di un segno grafico essenziale che rimandi subito l'osservatore a qualcosa (e non sempre questo � semplice come pu� apparire: su un'immagine per forza di cosa statica rendere l'idea di un evento dinamico non � cos� immediato), ma tornado ai loghi, beh, questi sono un'espressione di un linguaggio in perpetua evoluzione (acqua calda raffreddata: tutti i linguaggi sono in perpetua evoluzione) antico (se si pensa ai sigilli con i simboli delle famiglie nobiliari ce servivano a validare documenti nei secoli passati), ma che oggi, a differenza che in passato coinvolge praticamente tutti (perch� anche l'autografo con cui conferiamo valore ad un'autocertificazione � il nostro personalissimo simbolo).

Per rispondere al quesito sui miei simboli preferiti... beh posso citarne due che uso alternativamente come sfondo del desktop:
il Jolly Roger del pirata Jack Rackham:


e il simbolo dell'Accion Mutante: