PALERMO - "Adesso la palla passa alla politica. Il parlamento, i ministeri competenti non facciano muro contro i familiari delle vittime e propongano una transazione". All'indomani della sentenza della Cassazione che ha detto la prima parola definitiva sull'incidente aereo di Ustica condannando lo Stato a risarcire i familiari delle 81 vittime, l'avvocato Vincenzo Fallica, legale di alcuni di loro, lancia un appello allo Stato affinch� a 33 anni di distanza le famiglie possano avere effettivamente il giusto risarcimento per la perdita dei loro cari.
Quella che per anni � rimasta una delle tante sentenze di corti civili e penali pronunciatesi in 33 anni di indagini, � adesso il caposaldo dell'unica "verit�" giudiziaria del disastro aereo di Ustica. La sentenza redatta a giugno del 2010 dai giudici della corte d'appello civile di Palermo presieduta da Alfredo Laurino rilegge trent'anni di indagini e perizie dagli esiti altalenanti ma anche di testimonianze e omissioni. Che servono alla corte per dire che la sera del 27 giugno dell'80 il Dc9 Itavia in servizio da Bologna a Palermo volava in uno scenario di guerra. "C'� la presenza - scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza che ha condannato lo Stato a risarcire i familiari di 4 delle 81 vittime con un milione e 240 mila euro che dovranno
ora essere rivalutati - di un altro velivolo lungo la stessa aerovia assegnata al Dc 9 Itavia a ridotta distanza e la circostanza, desunta dai nastri registrati a Fiumicino, che intorno al volo del Dc9 vi fosse uno scenario alquanto complesso (tracce di velivoli non identificati) elementi che non si spiegano altrimenti se non con uno scenario di guerra, non sembrando appunto verosimile che una bomba esploda su un aereo di linea proprio mentre lo stesso veniva utilizzato come schermo da un velivolo non identificato".
E vengono fuori particolari inediti, come ad esempio il ritrovamento tra i rottami dell'aereo di due lampadine intatte o di alcuni tappetini non bruciati, segnali incompatibili con la tesi dell'esplosione di un ordigno posizionato all'interno dell'aereo. Una verit�, quella dei giudici civili, secondo i quali non vi � alcun dubbio sul fatto che l'aereo fu abbattuto da un missile, che potrebbe ridare slancio all'indagine penale riaperta dalla Procura di Roma quattro anni fa dopo le dichiarazioni dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga che disse che il missile era partito da un aereo francese che quella notte partecipava ad una esercitazione Nato sul Mediterraneo. La Francia si � detta disponibile a collaboirare con il governo italiano alla ricerca della verit� ma le due rogatorie avanzate dal ministero di Grazia e giustizia non hanno mai avuto risposta.
(29 gennaio 2013) http://palermo.repubblica.it/cronaca...9/?ref=HREC1-7