Povero Catullo, smetti di impazzire,
e ci� che vedi esser perso consideralo perduto.
Un tempo ti rifulsero candidi soli,
quando usavi seguitare il tuo amore.
Cos� amata da te � stata lei
come nessuna da nessuno mai.
E l�, quante dolcezze nei giochi d�amore
che tu volevi allora e lei non rifiutava.
Davvero un lampo lontano, quei giorni.
Ora non vuole pi�:e tu devi accettare.
Non seguirla, se fugge, e non chiuderti alla vita:
resisti, con tutte le tue forze.
Addio Amore mio, Catullo � forte :
non verr� a cercarti, non ti pregher� , se tu non vuoi.
Ma tu, senza le sue preghiere, soffrirai.
Che sventura la tua, infelice,
e a quale vita vai incontro!
Quale uomo ti cercher�?
Chi puoi amare ancora?
Chi amerai? Chi ti dir� : �Sei mia!� ?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, non cedere, resisti.
Questa � una delle nughe del grande Catullo, non la pi� bella, ma quella che proprio stasera sembra descrivere ci� che ha caratterizzato la mia vita sentimentale diverse volte -e scommetto anche la vostra-: "mi fa male non seguire pi� l'amato, ma devo per orgoglio (...?)." Come si chiama il sentimento di Catullo in questa poesia?
E soprattutto vorrei sapere se voi siete disposti a seguire l'amato o l'amata oppure no quando questa o questi da segnali di disinteresse o delude le vostre aspettative di coppia.
E soprattutto, chi � pi� forte, chi resiste all'amore (come Catullo) o chi ci prova ad oltranza?