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Discussione: Quel mostro di comunita'

  1. #1
    Lamhia
    Guest

    Quel mostro di comunita'

    La comunit� di solito � considerata in assoluto l'ultima spiaggia, la scelta definitiva per poter risolvere il problema della tossicodipendenza.
    � piuttosto normale che un tossicodipendente non la prenda in considerazione fino a che non ha piena consapevolezza del proprio problema, per� spesso � vista come un "mostro" anche da chi gli sta intorno.
    Un percorso in comunit� ha una certa durata e c'� chi si chiede come si faccia poi davvero ad integrarsi usciti da l�. C'� anche chi pensa che la comunit� serva a poco o niente, che tanto se uno ne vuole uscire � in grado di farlo anche senza andarci. Per alcuni la comunit� � un marchio da portare addosso, per altri una prigione, per altri ancora un rifugio da cui, ad un certo punto, non vorrebbero uscire.

    Cosa pensate delle comunit� di recupero? Avete esperienze dirette o per sentito dire? Le ritenete davvero l'unico mezzo buono per uscire dalla tossicodipendenza o, secondo voi, sono sopravvalutate?

  2. #2
    Opinionista L'avatar di LaSte
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    Citazione Originariamente Scritto da Lamhia Visualizza Messaggio
    La comunit� di solito � considerata in assoluto l'ultima spiaggia, la scelta definitiva per poter risolvere il problema della tossicodipendenza.
    � piuttosto normale che un tossicodipendente non la prenda in considerazione fino a che non ha piena consapevolezza del proprio problema, per� spesso � vista come un "mostro" anche da chi gli sta intorno.
    Un tossicodipendente non ammetter� mai che ha un problema, nemmeno quando � dentro la comunit�, loro sono onnipotenti e spesso anche eterni adolescenti. Un tossicodipendente non pu� entrare in comunit� con un "autocandidatura" (tranne san patrignano) ma deve essere inviato dall'assistente sociale o dal ser.t o dal carcere (ma mi � capitato di ricevere chiamate tipo "scolta posso entrare? mi ha detto un mio amico che � stato li che si mangia bene" )
    Il percorso previsto nelle comunit� terapeutiche � di massimo 3 anni, perch� il ser.t e le asl pagano le rette solo per 3 anni, fatto sta che uno pu� andarsene quando vuole (tranne casi in cui sei agli arresti domiciliari) perch� non � un carcere puoi autodimetterti quando vuoi (e succede spesso, sempre per la questione che i tossici sono onnipotenti e non hanno problemi).

    Fatta questa noiosa premessa io credo che il lavoro educativo/psicoterapeutico ha senso ed ha efficacia solo all'interno di una struttura residenziale, senza la quotidianit� non si arriverebbe da nessuna parte. Dubito fortemente che uno � in grado di uscirne senza andare in una struttura, sono le solite palle che raccontano i tossici per mettere a tacere la loro coscienza.
    Le comunit� di recupero hanno efficacia si, ma dipende da come sono gestite, alcune comunit� in italia hanno ancora un'idea di educazione nata alla fine degli anni 60 e considerano ancora la tossicodipendenza "un periodo ribelle", questo vuol dire: mancanza di regole, uscite mai controllate, fanno "girare" le camere in modo che le coppie possano stare "sole" (non sono contro l'amore eh, ma una coppia di tossici non ne uscir� mai), ecc. Insomma come tutte le cose dipende da come � gestita la comunit�, se il responsabile � capace anche l'equip� lo sar�, se invece il responsabile sar� un falegname figlio dei fiori che � sempre strafatto magari no.
    Finito il periodo in comunit� comunque deve esserci un passaggio di "decompressione" tra la comunit� e la realt�, per questo esistono i progetti appartamenti protetti, sono altri 2 anni in cui il comune o la comunit� dov'eri ti da un appartamento e un educatore che ti affianca al passaggio con la vita vera. Senza questo passaggio � molto molto probabile che un tossico ritorni a fare la vita di prima purtroppo.

    Detto questo io dicevo sempre ai miei ragazzi che mi rendevo conto che la vita in comunit� � un po' merda offre mille opportunit� per� vivere con altri "compagni di viaggio" che non ti sei scelto e che probabilmente ti stanno anche un po' sulle palle non � semplicissimo. Comunque la peggiore rimarr� sempre e solo san patrignano
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  3. #3
    Dito nel Culo L'avatar di Cerbero
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    Mi capita di lavorare solo con tossicodipendenti che sono andati ben oltre al discorso delle comunit�, e che sono ormai quasi finiti; per quanto riguarda il discorso comunit� ne so poco, ma sicuramente trovo che siano alternative pi� valide rispetto ai SERT e al carcere.
    Credo che le persone inserite in comunit� dovrebbero essere trattate con rigore, ma anche dando loro la speranza di cambiare per tornare ad una vita normale.
    [/QUOTE=LaSte;1413611] Comunque la peggiore rimarr� sempre e solo san patrignano [/QUOTE]

    Come mai, se posso chiedere?
    "Beati i giusti, perch� saranno giustiziati". (Angelo Cecchelin)

  4. #4
    Citazione Originariamente Scritto da Lamhia Visualizza Messaggio
    Cosa pensate delle comunit� di recupero? Avete esperienze dirette o per sentito dire? Le ritenete davvero l'unico mezzo buono per uscire dalla tossicodipendenza o, secondo voi, sono sopravvalutate?
    Al tossico incallito non credo serva a molto ma a chi si f� da poco possono essere molto utili.
    La comunit� � una doverosa forma di aiuto che la societ� civile ci mette a disposizione, cos� come i sert, ma se chi ci entra pensa solo ad uscirne al pi� presto diventa un servizio sprecato.
    Non sono le comunit� ad essere sopravvalutate, � come con la sigaretta elettronica: l' 80% ce lo devi mettere tu con la buona volont�, il 20% lo f� lei.
    Io conosco gente che ha smesso quando ha avuto il primo figlio senza bisogno di andare in comunit� ma ritengo che sia bene che continuino ad esistere, anche ne salvassero uno su cento.
    A presto!

  5. #5
    Opinionista L'avatar di LaSte
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    Citazione Originariamente Scritto da Cerbero Visualizza Messaggio
    Come mai, se posso chiedere?
    Perch� non c'� nulla di educativo. Il successo e la fortuna di San Patrignano sono dovuti al fatto che � nata negli anni del boom dell'eroina e ai tempi non esistenza ancora le comunit� terapeutiche, e dalla famiglia Moratti. Il fondatore (Muccioli) ha basato tutto sulle sedute spiritiche condotte da lui in qualit� di caposupremodellabaracca-medium, da quel che ho capito dai racconti degli ex ospiti erano basate su strani concetti di medicina naturale, in sostanza la tossicodipendenza � una malattia e noi ti curiamo con strani intrugli accompagnati da riti balordi.
    Hanno un sistema di gerarchia strano, ti comporti bene, ti diamo dei privilegi, ti diamo un lavoro (carpentiere, falegname, fare il sapone, cuoco), una casa, fai famiglia e infine diventi operatore. Non voglio tirare acqua al mio mulino, ma se partiamo dal concetto che la tossicodipendenza � una malattia allora deve essere "curata" da professionisti, non so voi ma se io mi spacco un ginocchio vado da un medico non da un medium che mi cura con la barbabietola.
    Inoltre ci sono state delle morti poco chiare, e tutti gli ex ospiti che ho conosciuto fino ad oggi (tutti scappati dalla comunit� di notte e tutti chiaramente hanno iniziato a farsi anche dopo 10 anni da "puliti") mi hanno raccontato scene di violenze e stupri da parte degli operatori da far venire la pelle d'oca.
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    Moderatore Apocalisse

  6. #6
    OT : scusate potete modificare il titolo del thread togliendo i tre accenti? Altrimenti ogni volta che si cerca di leggere un post o intervenire, per qualcuno diventa un calvario. Grazie
    Bambol utente of the decade

  7. #7
    Opinionista
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    Fatto, vediamo se con l'apostrofo funziona

  8. #8
    adesso � ok, grazie!
    Bambol utente of the decade

  9. #9
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Mhm, a me le comunit� hanno sempre sollevato un forte dubbio: se � vero che una persona che non ha maurato davvero il desiderio di smettere � quasi impossibile che possa trarre beneficio da questo genere di esperienza, d'altra parte chi avesse invece compiuto gi� un percorso personale in tal senso forse non avrebbe bisogno della comunit�, resta una zona grigia di persone che si stanno allontanado dal mondo della schiavit� della droga, ma che hanno ancora un po' di strada da fare, questi potrebbero davvero riuscire a percorrere l'ultimo tratto di strada essendo messi a stretto contatto con persone delle altre due categorie? Alla fine di che si parla tra drogati che non possono accedere alla sostanza che bramerebbero? Con la prima categoria direi che si andrebbe sempre a parare su che bella storia sar� finalmente uscire e andare dal pusher di cui si conserva gelosamente il numero di telefono, con la seconda categoria potrebbe andare un po' meglio, ma non mi farei tante illusioni, vedere dei compagni, che in fondo ci assomigliano, essere pronti a voltare pagina potrebbe anche farci ritenere che tanto verr� comunque il momento in cui si dar� un taglio al passato, perci� tanto vale aspettare, perch� fare tanti sforzi per qualcosa che non si � ancora sicuri di volere veramente.
    Inoltre, secondo me, il percorso della droga � molto personale, dei punti di contatto con le storie degli altri non so se esistano veramente, certo le storie si somigliano un po' tutte esteriormente, ma ciascuno vive l'intensit� emotiva della sua, le altre sono solo anedottica senza grandi emozioni (anche perch� un drogato che ti racconta la sua storia spesso la racconta con grande freddezza, perch� il suo lato emotivo era anestetizzato quando l'ha vissuta, per lui esisteva, ma era qualcosa di troppo labile per trasparire dal racconto).
    Da quanto ho potuto vedere in linea di massima nelle comunit� spasso si finisce solo per fare nuove amicizie che sarebbe stato meglio non fare (e qui entra anche in ballo chi finisce in comunit� senza averne bisogno, penso ad esempio ad un mio amico che verso i 15 anni ci fin� per punizione, alla fine si faceva le canne, come tanti alla sua et�, quando ne usc� aveva tutta una serie di curiosit� nuove, frutto di storie che tossici navigati gli avevano raccontato, non le mise in pratica allora, ma chi pu� dire se una decina di anni dopo sarebbe scivolato la dove � scivolato senza questa esperienza formativa).
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  10. #10
    Opinionista L'avatar di LaSte
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    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Inoltre, secondo me, il percorso della droga � molto personale, dei punti di contatto con le storie degli altri non so se esistano veramente, certo le storie si somigliano un po' tutte esteriormente, ma ciascuno vive l'intensit� emotiva della sua, le altre sono solo anedottica senza grandi emozioni (anche perch� un drogato che ti racconta la sua storia spesso la racconta con grande freddezza, perch� il suo lato emotivo era anestetizzato quando l'ha vissuta, per lui esisteva, ma era qualcosa di troppo labile per trasparire dal racconto).
    Scusa Doppio ma questo cosa c'entra con la comunit�?
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    Moderatore Apocalisse

  11. #11
    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    (e qui entra anche in ballo chi finisce in comunit� senza averne bisogno, penso ad esempio ad un mio amico che verso i 15 anni ci fin� per punizione, alla fine si faceva le canne, come tanti alla sua et�,...
    Questa cosa mi ha sempre incuriosito e mi piacerebbe sentire il parere di Ste in proposito.
    Ma come cacchio si fa a mandare in comunit� uno che fuma erba?! Da quale dipendenza dovrebbe curarsi? Quella da thc � paragonabile a quella da nicotina se non inferiore, se non sono male informato.
    A presto!

  12. #12
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Direi anch'io che � inferiore, smettere di fumare sigarette non � cos� facile, non ho mai visto qualcuno fare altrettanta fatica a togliersi il vizio delle X canne al giorno. Nel caso specifico a cui mi riferisco comunque non credo che l'intenzione fosse quella di curare una dipendenza, fu un discorso meramente punitivo: la promessa era stata: "alla prossima che combini finisci in comunit�..." e furono di parola. Sistemi educativi discutibili, peraltro ancora applicati con modalit� non molto diverse, ma io sono solo l'amico malvisto... non ho autorit� per andare da questi genitori e dirgli: "ma di chi credete che sia la colpa se vostro figlio non � ancora maturato abbastanza da sapersi dare una regolata per conto suo?".
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  13. #13
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Scusa Doppio ma questo cosa c'entra con la comunit�?
    Leggendo i tuoi interventi avevo avuto il dubbio che il concetto di "comunit�" in senso stretto non mi fosse del tutto chiaro. Diciamo che sto considerando "comunit�" i molti istituti che accolgono chi ha problemi di dipendenze (o anche chi ha distubi di diverso tipo, come quelli alimentari). Pare che stia estendendo la definizione a cose che non c'entrano. Mi rimetto alla tua esperienza, cosa rientra esattamente nella definizione di "comunit�"? E gli altri istituti che si occupano di dipendenze dove la gente si ricovera come si definiscono?
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  14. #14
    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Direi anch'io che � inferiore, smettere di fumare sigarette non � cos� facile, non ho mai visto qualcuno fare altrettanta fatica a togliersi il vizio delle X canne al giorno. Nel caso specifico a cui mi riferisco comunque non credo che l'intenzione fosse quella di curare una dipendenza, fu un discorso meramente punitivo: la promessa era stata: "alla prossima che combini finisci in comunit�..." e furono di parola. Sistemi educativi discutibili, peraltro ancora applicati con modalit� non molto diverse, ma io sono solo l'amico malvisto... non ho autorit� per andare da questi genitori e dirgli: "ma di chi credete che sia la colpa se vostro figlio non � ancora maturato abbastanza da sapersi dare una regolata per conto suo?".
    Poco tempo fa un conoscente mi raccontava della cosa successa al figlio ventitreenne. Viene fermato ad un posto di blocco, gli viene ispezionata l' auto, viene perquisito e gli trovano addosso un pezzo di fumo di poco pi� di dieci grammi. Lo accompagnano in ambulanza al pronto soccorso e gli fanno esami di sangue e urine trovandolo positivo, auto sequestrata e patente ritirata.
    Convocato per direttissima dal giudice questi gli propone come alternativa al processo un percorso di disintossicazione al sert che il ragazzo, ovviamente, accetta visto che diversamente avrebbe avuto una condanna che, seppur lieve, gli avrebbe macchiato la fedina penale.
    Il padre mi diceva che ogni mattina alle dieci gli davano una pastiglia che lo faceva stare male, tanto che lui prendeva permesso dal lavoro per andarlo a prendere e portarlo a casa, dopodich� il figlio stava a letto rintronato fino al tardo pomeriggio. Un racconto surreale ma vero!
    Sembra quasi che i giudici stessi non abbiano molte altre possibilit� di scelta per "non rovinare" un giovane sano ed inserito che f� un stronzata, ...c'� forse un vuoto legislativo, boh?
    A presto!

  15. #15
    Lamhia
    Guest
    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Leggendo i tuoi interventi avevo avuto il dubbio che il concetto di "comunit�" in senso stretto non mi fosse del tutto chiaro. Diciamo che sto considerando "comunit�" i molti istituti che accolgono chi ha problemi di dipendenze (o anche chi ha distubi di diverso tipo, come quelli alimentari). Pare che stia estendendo la definizione a cose che non c'entrano. Mi rimetto alla tua esperienza, cosa rientra esattamente nella definizione di "comunit�"? E gli altri istituti che si occupano di dipendenze dove la gente si ricovera come si definiscono?
    Per quella che � la mia esperienza come comunit� di solito si intende quella legata alla tossicodipendenza, per alcolismo e disturbi alimentari, ad esempio, si parla di "centri".
    Passando ad un altro punto toccate da te: hai parlato di tossicodipendenti che raccontano la loro storia in modo molto freddo, a dire il vero io per ora ho avuto a che fare con persone che, in realt�, trasmettono molto ed a sprazzi la rabbia, il dolore, il senso di colpa e di inadeguatezza escono eccome.
    Per quella che � la mia di esperienza, un po' con l'auto mutuo aiuto, un po' anche su forum, chi � dentro e si sente incastrato ed � convinto che non ne uscir� mai trae un po' di speranza da chi invece � riuscito a fare un certo percorso. Una cosa che per� ho visto forse funzionare pi� di tutto, a dire il vero, non � tanto l'esperienza di tossicodipendenti fra tossicodipendenti, ma il realizzare quello che la tossicodipendenza pu� fare intorno a s�. Per farti un esempio, da noi � arrivato di recente un uomo di 43 anni, padre di due bambine, cocainomane da 20. Ha letto qualche storia, in particolare una, da figlia di un alcolista e poi compagna di un eroinomane, l'ha colpito. Non per il vittimismo, ma per le parole utilizzate e perch� in qualche modo ha realizzato, e l'ha pure chiesto in entrata, che le sue figlie da grandi un giorno avrebbero potuto cercare una persona come lui, quindi ha pensato a cosa avrebbero potuto passare. Vedere in qualche modo, riflessa in un'altra storia, la prospettiva che stava dando alle sue figlie ha smosso qualcosa. Fra cinque giorni entrer� in comunit�. Lo stesso � accaduto due anni fa con una ragazza eroinomane, anche se per lei � stato in seguito un percorso fatto in solitario, con le classiche scusanti del "io non sono come gli altri" e per ora non ne vuol sapere di fare una scelta che reputa troppo definitiva. Penso che spesso si calchi molto sul rapporto tossicodipendente/tossicodipendente, che in realt� non trovo essere cos� sbagliata come cosa, perch� solo chi � come te capisce cosa stai passando veramente, per� diventa pi� costruttivo se chi � stato come te pu� dirti che le cose possono migliorare, ma anche toccare in qualche modo la percezione di quello che si dilaga intorno al tossicodipendente, che spesso � convinto di fare del male solo a se stesso, pu� essere un nervo da toccare. C'� da dire che questo � fattibile solo se, in qualche modo, ci sono ancora affetti che possono andare a smuovere emozioni latenti.
    Per quanto riguarda la riuscita della comunit� credo che sia fuori discussione che ci debba essere una reale volont� di cambiamento, altrimenti la comunit� non servir� a niente (e non � comunque detto che ci sia sempre riuscita anche in quelle circostanze di volont�).

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