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Discussione: Perche' l'amore fa soffrire? Riflessioni.

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Baboulenka
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    Perche' l'amore fa soffrire? Riflessioni.

    Stavo leggendo questo estratto del saggio Perch� l�amore fa soffrire di Eva Illouz, pubblicato da Il Mulino. Queste pagine sono tratte dal terzo capitolo "La richiesta di riconoscimento: l�amore e la vulnerabilit� del S�". Mi piacerebbe sapere che ne pensate



    Il passaggio dal corteggiamento premoderno a quello moderno � il passaggio da rituali e significati pubblicamente condivisi a interazioni private in cui l�altro viene valutato secondo criteri molteplici e transitori: l�attrazione fisica, la chimica emotiva, la compatibilit� dei gusti e l�assetto psicologico. La classe sociale, il rango, il �carattere� appartengono a un mondo in cui i criteri per stabilire il valore erano noti e pubblicamente espressi; oggi invece il valore sociale deve essere negoziato nell�ambito dei gusti individuali. Per esempio, la seduttivit� e la desiderabilit�, sebbene seguano canoni pubblici di bellezza, sono soggette a una dinamica del gusto individualizzata e pertanto relativamente imprevedibile. La desiderabilit�, assunta come criterio primario di scelta del partner, complica la dinamica del riconoscimento, crea incertezza, implica che l�uomo e la donna abbiano scarsa capacit� di prevedere se verranno giudicati attraenti da un potenziale partner o riusciranno a mantenere vivo il suo desiderio. In uno studio sui single timidi gli psicologi Jacobson e Gordon descrivono un�esperienza che di fatto � sociologica:
    Nella mia esperienza di psicologo a New York affrontare un appuntamento � il denominatore comune che innesca la timidezza nei single di qualsiasi et�, siano essi donne o uomini. Nella loro ricerca di qualcuno con cui condividere la vita, molti dei miei pazienti mi riferiscono di essere colti da sentimenti di paura del rifiuto e inadeguatezza talmente forti da trovare qualsiasi scusa per non uscire di casa. [...] Circa dieci anni fa cominciai a notare che erano sempre pi� numerosi i pazienti che affermavano di sentirsi socialmente incompetenti, invisibili agli altri e spaventati � soprattutto se dovevano affrontare un appuntamento o un contesto sociale.
    Il senso di invisibilit� riferito da questi pazienti o, per usare un termine pi� comune, la loro �paura del rifiuto� � pertanto soprattutto la paura di ci� che Honneth definisce �invisibilit� sociale�, una condizione in cui l�individuo viene fatto sentire socialmente indegno. Pu� avere origine da forme di umiliazione sottili, non apertamente espresse: la mimica facciale, in particolare l�espressione degli occhi, del volto, e il sorriso costituiscono il meccanismo elementare di visibilit� sociale e una forma altrettanto elementare di riconoscimento. � questa invisibilit� a minacciare il S� nelle relazioni sentimentali, proprio perch� i segni di conferma veicolano la promessa di conferire piena esistenza sociale.
    Questa forma di autocritica � molto diversa dalle strategie di autosvalutazione ottocentesche di cui si � discusso in precedenza: non consiste nella manifestazione del carattere; riflette piuttosto quella che potremmo definire �incertezza concettuale di s�, o incertezza dell�immagine che si ha di s� e dei criteri per determinarla. L�incertezza concettuale si pone all�estremo opposto dell�autosvalutazione. Quest�ultima innanzitutto non veniva tenuta nascosta, ma dichiarata apertamente; non minacciava l�ideale del S� ma piuttosto lo rappresentava, richiedeva la rassicurazione rituale dell�altro, creava un legame, presupponeva il riferimento implicito a ideali morali noti a entrambe le parti. In una lettera al fratello Theo, Van Gogh descrive come il suo amore venne rifiutato dalla cugina Kee.
    La vita mi � diventata molto cara e sono felice di amare. La mia vita e il suo amore sono una cosa sola. �Ma ti trovi di fronte a un chiaro rifiuto!� obietterai. Rispondo: �Vecchio mio, per il momento considero quel rifiuto come un blocco di ghiaccio che mi stringo al cuore, sperando di riuscire a scioglierlo.
    Per Van Gogh essere rifiutati non rappresentava una minaccia al proprio status o al proprio valore, ma un�ulteriore opportunit� che si offre all�uomo di dare prova della sua capacit� di sciogliere il gelo del rifiuto. Lo si confronti con la testimonianza resa da una quarantenne omosessuale che si � da poco impegnata in una nuova relazione:
    Abbiamo trascorso un fine settimana fantastico: ho incontrato la sua famiglia e i suoi amici, e anche il sesso tra noi � stato stupendo� e dopo quel fine settimana lei mi dice che forse sarebbe stato meglio vederci solo per due ore stasera, o forse meglio aspettare domani. Mi sono sentita cos� arrabbiata con lei. Furiosa. E ora, mentre ne parlo, mi sento sopraffatta dall�ansia. Mi sento paralizzata. Come ha potuto farmi questo?
    Questa donna � divorata dall�ansia perch� la richiesta della sua innamorata di incontrarla �solo� per due ore si riduce a un sentimento di �annichilimento sociale�. Nelle sue memorie autobiografiche Catherine Townsend, editorialista di una rubrica sul sesso dell��Independent�, racconta la rottura della relazione con il suo compagno, circostanza che le ha procurato una sofferenza tale da indurla a frequentare un incontro dei Sex and Love Addicts Anonymous dove si presenta cos�:
    Mi chiamo Catherine e sono dipendente dall�amore [...]. Fino ad oggi non riuscivo a immaginare perch� non riuscissi a gestire con successo la mia ultima relazione. Penso fosse perch� volevo essere abbastanza in gamba da essere quella �giusta� per lui. Credo che in- consciamente volessi dare prova di valere tanto da indurre qualcuno a sposarmi. Quindi facevo di tutto per tenermi il mio ex a tutti i costi.
    Chiaramente la sofferenza di Catherine coinvolge il senso del proprio valore, che pu� essere determinato o annientato dall�amore. In un blog su internet una donna racconta che quando si � separata dal compagno il suo �cuore era a pezzi� e �gli ci sono voluti mesi (se non anni) per riprendersi�. Gli amici l�hanno aiutata a superare il dispiacere dicendole che �era splendida, facendole mangiare tanta cioccolata e guardando [insieme a lei] una serie infinita di film scadenti�. La reazione di questi amici riflette l�idea diffusa che la fine di un amore minacci il senso del valore di una persona e le fondamenta della sua sicurezza ontologica. Questi risultati sono confermati da una ricerca condotta da due sociologi citata nella rubrica del �New York Times� Modern Love: �Ci� che conta per le donne � avere una relazione, seppur disastrosa. �� un po� patetico�, riconosce Ms Simon (la ricercatrice). �Nonostante il grande cambiamento sociale occorso in questo settore, il senso che le donne hanno del proprio valore � ancora fortemente legato al fatto di avere un uomo. Ci� � deplorevole��.
    Se il valore che le donne conferiscono a se stesse � ancora legato alla necessit� di avere un uomo al proprio fianco, non significa che esse non si siano liberate da un retaggio del passato, ma che hanno sviluppato una dipendenza moderna dall�amore per riuscire a definire il senso del proprio valore. I manuali di consigli per affrontare incontri, sesso e amore sono diventati incredibilmente redditizi proprio perch� la posta in gioco dell�amore, degli appuntamenti e del sesso � diventata molto alta.

    I solemnly swear that i am up to no good...

  2. #2
    #trollingeveryday L'avatar di Lex
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    tl; dr
    schusa sono scemo
    si ono che sono scemo
    mi ritengo scemo

  3. #3
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    il concetto � giusto e importante;

    nella societ� liberale e priva di rigide divisioni di classe, l'investimento identitario nella relazione e in ci� che essa rappresenta pu� facilmente diventare quasi totalizzante;

    l'identit� � la cosa pi� importante che "abbiamo", e in modo diretto o indiretto finisce a relazionarsi in una dimensione religiosa, in senso lato;
    pu� essere religione propriamente detta, o altrimenti, e oggi pi� frequentemente, un sistema di valori, o anche di negazione di quelli;

    anche l'amore romantico � divenuto cemento di una religione, quella dell'affermazione individuale nel caso in cui lavoro e ascesa sociale siano precluse, ossia in grande misura;

    la sofferenza dipende dalla trasformazione in oggetto - che si presta all'unilateralit� - di ci� che � invece una relazione, interazione con un soggetto autonomo;

    la condizione ideale viene cristallizzata e congelata come ancora di benessere, da tenere sotto controllo, e la relazione passa in secondo piano, non orienta pi� le risposte e si determina un circolo vizioso: pi� non si vede lo stato della relazione, per paura, anche inconsapevole, di dover constatare che essa si discosta dal modello idealizzato, pi� essa si presta ad esercitare la sua funzione ansiogena, facendo deviare ancora di pi� le energie sul "controllo", e si tratta di una situazione di sofferenza;

    comunque, le son tutte cazzate;
    bisognerebbe ma'ttrombare 'me se non ci fosse un domani; altroch�...
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Cosa impone oggi la societ� ai giovani? Essere perfetti, essere alla moda, essere efficienti, autonomi, sani, belli......
    Chiaro che simili dictat possano generare ansia e spavento.
    Quando invece le scale di valori sono molto diverse, le nuove generazioni crescono con una spina dorsale: In grado di far loro accettare successi e insuccessi della vita. In questo, il ruolo della famiglia � decisivo.
    amate i vostri nemici

  5. #5
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Cosa impone oggi la societ� ai giovani? Essere perfetti, essere alla moda, essere efficienti, autonomi, sani, belli......
    sei proprio sicuro di quello che scrivi ?
    ti risulta che in qualsiasi epoca, un qualsiasi giovane sano di mente non abbia primariamente desiderato di essere sano, bello, autonomo, efficiente ? mi sembrano prerogative normali della condizione di giovane, no ?

    detto questo, credo che mai come negli ultimi 50 anni invece ci siano tanti modelli giovanili alternativi e diversi tra loro; anzi, esattamente antagonisti a quel prototipo che individui;

    forse il punto � che l'insicurezza e il timore di non essere amati magari dipende dal fatto che le relazioni non sono pi� confinate nell'abbrutimento di un tempo, in cui erano pochissime categorie minoritarie a potersi permettere il lusso dell'amore romantico;

    la gente si sposava giovanissima, col primo vicino che capitava, spesso in matrimoni combinati, borghesi con borghesi, contadini analfabeti con contadine analfabete, e poi gi� ad abbrutirsi di fatica per una vita corta, con tanta merda, guerre, obbedienza e pochi discorsi...
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #6
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Oggi leggevo in un romanzo che in ogni relazione d'amore cerchiamo la realizzazione di qualche nostro sogno, a volte sconosciuto anche a noi stessi. Forse la fine di un amore, il suo fallimento, ci fa soffrire tanto perch� ci riporta nella realt�, che � la solitudine e la morte. La vita pu� essere bella solo se privata del suo destino tragico mediante qualche droga, che pu� essere l'amore per alcuni, la religione, il lavoro, le varie passioni per altri. Qualcosa che ci distragga, insomma. Perch� di base c'� che siamo soli, e l'illusione che al mondo possa esserci qualcuno che ci riconosce per come realmente siamo, e cos� ci accetta e ci desidera, e magari per breve tempo trova piacevole la nostra compagnia, � un gran conforto. Certo, nella vita c'� dell'altro, per� questa cosa chiamata amore rimane di gran lunga l'illusione migliore.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  7. #7
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Hai centrato il punto: Se un giovane scopre la sua singolarit� e la sua particolarit�, non vivr� come un'ossessione l'essere approvato dagli altri. Se poi (in pi�) vive la vita in una dimensione eterna e trascendente, star� bene da solo, con gli altri, con la fidanzata, con la moglie, con gli amici, coi genitori e via discorrendo.....Ha la certezza che la morte non � la fine di tutto. E dunque neppure gli ostacoli, le difficolt�, le incomprensioni nei rapporti, possono annientarlo.
    amate i vostri nemici

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