Quando un caso diplomatico solleva una serie di interrogativi.

La moglie del dissidente kazako, come � noto, � stata consegnata alle autorit� del proprio paese di origine dopo un'azione delle nostre forze dell'ordine che hanno fatto irruzione nell'abitazione dove la donna viveva con la figlia. Il ministro dell'Interno Alfano ha negato di essere stato a conoscenza dell'azione e/o delle conseguenze dell'azione, il ministro degli Esteri Bonino ha criticato l'operato del collega e in definitiva � caduta la testa del capo di gabinetto del Viminale.
Prima questione: � pressoch� impossibile che Alfano non sapesse, giusto? Allora che credibilit� c'� nel trovare un capro espiatorio nel burocrate di turno? E' davvero banale come sembra? Cio� che abbiamo fatto un favore ai kazaki per via dei rapporti sulla fornitura energetica e qualcuno si � dimenticato di "zittire" i cognati della shalabayeva che hanno sollevato il caso?

Nel frattempo ci si interroga su questo fantomatico "dissidente", un miliardario che � stato anche presidente della Banca kazaka e non si fa pi� trovare neanche dalle autorit� inglesi.
Seconda questione: il fatto di essere ricco lo rende meno credibile come dissidente oppure per essere un dissidente in certi paesi (certi?) devi essere ricco perch� altrimenti non puoi fare nulla per cambiare il tuo paese?