Sar� banale ma paradossalmente nell'era dei social network � sempre pi� difficile instaurare contatti umani.
Spesso, nelle metro, fisso le persone e ne studio gli atteggiamenti, sempre quelli, stereotipati.
Volti dallo sguardo assente, occhi che guardano il vuoto, orecchie collegate ad auricolari perlopi� bianchi che escludono qualsiasi interferenza esterna.
I pi� vivi si cimentano in sporadici tornei di Ruzzle. Qualcuno telefona, parlando con tono sommesso e incomprensibile e continuando a guardare il display del proprio smartphone durante la chiamata.
Qualcuno alza gli occhi stando attento a non incrociare lo sguardo con nessuno, fissa per alcuni secondi l'infinito e ritorna a controllare le sue app.
C'� chi sfoggia tablet, magari componendo musica su una finta tastiera o muovendo il dito su e gi� con movimenti che rilevano lo stato d'animo.
Movimento veloce: sono nervoso lasciatemi stare. Movimento ritmico lento e puntuale: sono impegnato in cose importanti lasciatemi stare.
La gente semplice, meno contaminata tecnologicamente, legge il giornale o anche un libro ma a volte questa gente interrompe la propria lettura perch� dal taschino arrivano vibrazioni.
Spunta fuori un vecchio Nokia senza pretese. Gente semplice.