Ieri sera � stata trasmessa la 12^ ed ultima puntata di Gomorra, la serie che ha riscosso un notevole successo ed � stata venduta in oltre 50 paesi e che, visti questi ottimi risultati, si appresta ad una seconda stagione, ma le polemiche sono infinite e, specialmente il popolo napoletano, anche se non ha veduto neppure una puntata del programma, ha solo commenti negativi al proposito.

Roberto Saviano, furbo di 3 cotte, commenta, su La Repubblica, queste polemiche, dicendo che nel film di Ettore Scola "C'eravamo tanto amati" il personaggio interpretato dall'indimenticato Satta-Flores, all'uscita di un cinema di Nocera, ove era avvenuta la proiezione di "Ladri di biciclette", contrastava il pensiero di un professore che accusava il regista deSica di mostrare l'Italia peggiore, e che i 'panni sporchi' si lavano in famiglia e non mostrandoli anche all'estero.

A prescindere che nella realt�, quanto descritto, era avvenuto per l'altro film di deSica :"Umberto D", e, nella vita, il 'professore', altri non era, che l'allora ministro Giulio Andreotti. Il paragone con il serial non trova corrispondenza, ha ragione, invece, quando dice che la trama � frutto di fantasia (anche se ha molti riscontri nella realt�) e che se il pubblico dovesse determinare il giudizio su Napoli basandosi solo su questi telefim, sarebbe in grave errore, cosi come coloro che pensano che citt� come New York (ed anche Parigi e Londra) siano infestate solo da assassini, criminali ed investigatori, come nei tantissimi telefilm e films polizieschi ivi ambientati.

Detto questo veniamo al mio giudizio personale sulla serie, considerato anche che il mondo di cui parla l'ho ben conosciuto e frequentato, non perch� avessi legami o commettessi reati, ma per ragioni professionali, fino alla prima met� degli anni 90'.
E' chiaro che la realt� � stata artefatta ed assai gonfiata, ma le aderenze ci sono e tutte, anzi, talune figure sono sottodimensionate rispetto alla realt�, come ad esempio quella di 'donna Amalia' e sarebbe sufficiente una visita al carcere di Pozzuoli per rendersene conto, mentre altri personaggi sono assai poco credibili. Ad esempio, solo rarissimamente il regista mostra i 'guardaspalle', persone di cui i camorristi non fanno mai a meno e che cambiano pi� volte nell'arco della stessa giornata.

In una scala da 1 a 10, gli assegno un 7 d'incoraggiamento.