no, anzi; semplicemente ricorri a concetti inutili di efficienza teorica; come se stessi disquisendo del motore con le guarnizioni slabbrate di un'auto in cui � rotto tutto;
quello che non capisco � se tu sei un meccanico che vuol rettificare il motore, perch� ci guadagna, oppure solo uno che ignora tutto il resto e non si rende conto che spendere risorse per quel lavoro significa sprecarle in vista di un cambio di vettura inevitabile;
il punto in effetti � che il tuo sguardo � troppo limitato, inappropriato per capire cosa stia davvero accadendo;
metti il classico carro davanti ai buoi;Non ho scritto di non essere interessato a sapere perch� (per ora) una certa politica prevale e ovviamente trovo importante capire quali condizioni possono cambiare.
Ovviamente mi sono interrogato in merito e mi sono dato parziali risposte, ovviamente limitate dai miei mezzi e dati.
Quello che ho scritto � che � inutile porsi tali domande se si ingora totalmente la questione e si � perfino troppo pigri per fare delle ricerche su google.
lo fanno spesso economisti e scienziati sociali, anche gli urbanisti, quelli un po' fuori dalle realt� del potere o troppo narcisisti;
in una certa misura, � normale, perch� l'elaborazione teorica facilmente illude di poter "vedere chiaro" quale sia il comportamento pi� "razionale", e perch� � rassicurante poter pensare che certe teorie possano davvero guidare verso scelte opportune; al punto che si finisce per osservare la realt� selezionando quegli elementi che rientrano nel quadro interpretativo cui si � scelto di aderire;
se provi ad esporre in modo articolato le tue spiegazioni al perch� dell'austerit�, a livello europeo e italiano, magari escono fuori spunti di riflessione interessanti, e che possono condurre verso due ipotesi, al limite entrambe incidenti:
a) c'� un complotto di una cupola di decisori pi� o meno occulti che operano a favore di interessi determinati, la quale � in grado di coercire una stragrande maggioranza privata della capacit� democratica di esprimere la propria volont� e tradurla in scelte congruenti; e, oppure
b) ci sarebbe un desiderio diffuso e vago di politiche espansive, diversamente espresso, sia in Europa, sia in Italia, ma in realt� questo desiderio non si trasforma in opzioni politiche forti e capaci di incidere, perch� all'interno di quegli stessi segmenti teoricamente propensi a quelle politiche vi � una grande e sottaciuta sfiducia nelle reali capacit� competitive del sistema - nel suo complesso, ovviamente, con le debite distinzioni e fatti salvi settori di eccellenza;
soprattutto se si � cresciuti in un sistema drogato e si ha la consapevolezza che certe droghe non sono pi� sostenibili dopo 40 anni di parole d'ordine e illusioni su "rilanci" di settori puntualmente in crisi, operazioni di investimento popolare dalla discutibile redditivit� e crisi del commercio, delle professioni e del lavoro maturate su modifiche strutturali ed epocali.