Dopo essermi ripresa dalla giornata di sabato, vi racconto un po' come � andata...
Il sole e una temperatura mite accoglie i manifestanti del corteo antifascista organizzato a Cremona, in questo sabato pomeriggio invernale. La citt� � blindata, eppure inizialmente sembra quasi si respiri un'atmosfera serena. Girando con la mia fotocamera, per riprendere alcuni momenti dell'evento, vedo facce sorridenti, altre assorte, altre forse un po' inquiete. Mi sembra che alcuni ragazzi abbiano un'atteggiamento un tantino cospiratore, ma forse esagero, forse sono troppo sospettosa...
Eppure... perch� vedo alcuni ragazzi con dei caschi da motociclisti attaccati allo zaino?
Ma soprattutto... con questo caldo, per quale motivo ci sono tutte queste persone con il cappuccio sulla testa e con le sciarpe fino al naso? Forse sono tutti malati?
E.. chi � questo losco figuro che viene a minacciarmi perch� sto filmando il suo gruppetto? Se voi avete il diritto di manifestare, io avr� il diritto di fare il mio lavoro?
Con queste domande che mi frullano nella testa, inizio a seguire il corteo, che finalmente parte, con circa due ore di ritardo. Anche questo mi sembra piuttosto strano, in effetti... dovevamo iniziare alle 15, invece partiamo alle 17... gi�, proprio mentre inizia a calare il sole...
Altre domande si fanno strada in me, intanto che camminiamo: non si era parlato di corteo pacifico? E allora cosa sono tutti questi slogan che parlano di dare fuoco a delle sedi e di persone appese?
Chiamo il mio collega: "Il corteo procede verso viale Trento Trieste, per ora tutto tranquillo". Sono circa le 17.10.
Alcuni ragazzi al megafono arringano contro i fascisti. Io filmo, e vedo sempre pi� gente tutta coperta. Ma non hanno caldo? O forse la temperatura non c'entra nulla...
Ad un certo punto mi avvicina un ragazzo del Dordoni, mi chiede se sono andata avanti in mezzo la polizia, se ho visto se per caso hanno chiuso la via in cui si trova CasaPound. "Non sono arrivata fin l�" gli rispondo "ma sicuramente sar� blindata". Lui annuisce e si allontana. Mi prende una sensazione strana. Telefono di nuovo al mio collega, lo aggiorno velocemente, poi vado avanti a filmare.
Il corteo si ferma di nuovo, mentre dalle file subito dietro lo striscione iniziano a sollevarsi i fumogeni. In breve il fumo � ovunque, e sgomenta osservo che lo striscione viene arrotolato e le prime file, dove a sfilare c'erano cittadini rispettabili, vengono fatte spostare. Non si vede nulla, il fumo riempie l'aria, ma intravedo dei caschi neri, dei bastoni... � questione di pochi minuti, e dalla nebbia appare la formazione dei Black Block.
Nel frattempo il furgone che apriva il corteo viene fatto spostare, e pi� nulla c'� tra loro e la polizia. Sono ancora l� che filmo quando gli antagonisti iniziano a lanciare le prime cose. Sassi, bottiglie, chiss� che altro... Poi arrivano le esplosioni delle bombe carta.
E' il caos.
Noi giornalisti fuggiamo sotto una pioggia di oggetti, cercando di non farci colpire. Nel frattempo la polizia fa da scudo, e partono i primi lacrimogeni, per fermare i manifestanti violenti.
Chiamo il mio collega: "E' guerriglia, stanno attaccando" urlo al cellulare. "Mettiti al sicuro", mi risponde lui.
Ci troviamo in mezzo a una vera e propria guerriglia, con gli occhi che lacrimano e il respiro che si fa corto.
La polizia arretra, serra i ranghi, tiene indietro i manifestanti, che stanno cercando di raggiungere via Geromini, dove si trova la sede di CasaPound.
Ma nel frattempo i Black Block si sono divisi, e attaccano anche da via Dante, e dall'altro lato di viale Trento Trieste. Siamo circondati. Noi giornalisti ci consultiamo e ci rendiamo conto che non ci sono pi� vie di fuga: siamo "prigionieri".
Le notizie che ci arrivano sono inquetanti. Appena fuori da l� i manifestanti stanno devastando le vetrine di banche e assicurazioni.
Intanto attorno a noi continuano le esplosioni, mentre ci raduniamo davanti alla caserma dei carabinieri. Il mio telefono si scarica, e chiedo ausilio a un collega gentile, che mi presta volentieri il suo per restare in contatto con la redazione. Ogni dieci minuti o poco pi� chiamo, per dare aggiornamenti.
Intanto a ripetizione i Black Block continuano ad attaccare, ora da un lato, ora dall'altro, ora in contemporanea. L'aria � piena di fumo, esplosioni, lacrimogeni. Noi siamo pieni solo di adrenalina.
Qualcuno vorrebbe uscire, ma le forze dell'ordine non ce lo permettono: "I manifestanti sono su tutti i lati", ci rispondono laconicamente.
All'improvviso vediamo nel fumo qualcosa di colore rosso, e i carabinieri arrivano di corsa verso la caserma cercando un'estintore: pare che qualcosa sia stato incendiato, forse delle auto.
Ad un certo punto la situazione si scalda ulteriormente. Sembra stiano attaccando in massa per forzare il blocco. I carabinieri ci impongono di entrare nella caserma, e per una ventina di minuti stiamo l�, col fiato sospeso. Poi i manifestanti vengono nuovamente respinti, e possiamo uscire.
Sono gi� le sette e quaranta, il mio telefono � scarico da un pezzo. Via Dante sembra ora libera e ci permettono di uscire da quella parte, giusto in tempo per vedere gli assalitori che in massa si stanno allontanando verso via Mantova.
Faccio un giro, osservo con sgomento le vetrine e i bancomat distrutti, nonch� lo scempio di oggetti che costellano l'asfalto di viale Trento e Trieste. Mi rendo conto che ci hanno tirato davvero di tutto, persino dei mattoni. E' un miracolo che nessuno ci sia rimasto secco.
Non faccio in tempo a chiedermi se sia finalmente finita quando vedo le camionette di carabinieri e polizia partire a tutta velocit� verso Porta Venezia. "Hanno assaltato il comando della polizia municipale", grida qualcuno. No, non � finita.
Io per� ne ho abbastanza. Devo ancora montare il video, mi girano le scatole perch� ormai mi � saltata la cena con cui avrei dovuto festeggiare il mio ottavo anniversario. Approfitto del fatto che via Aselli � tornata praticabile, e me ne torno in redazione.
Il mio compagno nel frattempo, preoccupato perch� avevo interrotto ogni contatto, � arrivato a Cremona, e mi raggiunge. Sono le dieci e un quarto quando riesco ad uscire dal lavoro.
Questa giornata pazzesca, folle e allucinante � finalmente finita, ma quello che ho visto e vissuto rester� impresso nella mia mente: il rumore delle esplosioni, le grida, il fumo, gli assalti, la violenza, gli occhi e la gola che bruciano per i lacrimogeni, quella pioggia assurda di oggetti sulle nostre teste... ma soprattutto quel gruppo di giovani vestiti di nero, con caschi e bastoni, che hanno distrutto la mia citt�.