Non so se qualcuno di voi ha visto questo film tedesco in due puntate datato 2013: l'hanno trasmesso la settimana scorsa, per la seconda volta in Italia.
Gi� il titolo � un aborto, quello originale � Unsere M�tter, unsere V�ter (le nostre madri e i nostri padri), e l'operazione di storpiatura � secondo me sintomatica di un'ufficiale presa di distanze da certi contenuti del film. Il quale parla delle vicissitudini di cinque amici berlinesi travolti dalla seconda guerra mondiale, di cui: due fratelli in partenza per il fronte, uno convinto e l'altro intellettuale disilluso in partenza, sui quali le vicende belliche opereranno quasi un rovesciamento dialettico; un'infermiera che parte per il fronte anch'essa, un'aspirante cantante fidanzata col quinto elemento il quale � nientemeno che ebreo (e siamo nel 1941).
Pu� darsi che la quinta figura sia presa per i capelli, anche se � funzionale a rappresentare il punto di vista di un ebreo in fuga dalla deportazione, ma � difficile da credere che proprio tutti i tedeschi fossero ostili agli ebrei in quanto tali anche perch�, come pi� di qualcuno ha detto, "nessuno � pi� tedesco di un ebreo tedesco". Altre forzature si sono rese necessarie per far incrociare alcuni dei protagonisti al fronte, ma nel complesso mi pare un gran bel film, con una ricostruzione storica su cui al contrario di qualche critico perbenista trovo ben poco da eccepire.
Oltre all'idealismo e alla disillusione di chi parte da eroe e si ritrova assassino, fra i personaggi di contorno troviamo rappresentati: l'ufficiale della Gestapo opportunista che butta la divisa e diventa poliziotto al servizio degli alleati, l'ufficiale della Werhmacht ligio al proprio dovere fino in fondo, ucciso da uno dei protagonisti, alcuni esaltati della Volkssturm e della Hitlerjugend negli ultimi giorni di guerra. Il tutto in mezzo ai soldati regolari tedeschi che diventano sempre pi� brutali, anche se sembra che gli ausiliari ucraini fossero peggio di loro, ai soldati russi che salvano i tedeschi ma passano per le armi i compatrioti che hanno collaborato con loro, e all'antisemitismo dei partigiani polacchi che vorrebbero lasciare i deportati ebrei dentro i loro vagoni, se non fosse per il protagonista ebreo che li libera a rischio della propria vita. Proprio per quest'ultima ragione il film � stato boicottato in Polonia, creando un certo imbarazzo anche a livello diplomatico. A me per� risulta che l'odio dei polacchi verso gli ebrei sia una di quelle cose tanto risapute all'interno quanto taciute all'esterno, per motivi facilmente immaginabili.
Il film in Italia ha ricevuto accoglienze in generale positive, anche se non � mancato chi ha voluto vedervi una ben studiata operazione di lavaggio delle coscienze da parte tedesca; del resto non credo che una simile accusa sia mai stata mossa agli americani, nella pletora di film che hanno realizzato sul Vietnam. Qui un esempio di questo genere, la cui indignazione mi sembra perfino pi� studiata delle intenzioni che attribuisce a chi ha realizzato il film. E chi avr� la pazienza di proseguire la lettura si accorger� di quanto l'autore dell'articolo sia stato sputtanato nei commenti.