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Discussione: Correva l'anno...

  1. #901
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    Avevo adorato Pirandello, con il suo relativismo e la conseguente incomunicabilità, da ragazza.

  2. #902
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    E dopo? Che è successo?
    amate i vostri nemici

  3. #903
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    E dopo? Che è successo?
    Sono passata da una passione sviscerata ad un affetto tranquillo, come quello del matrimonio.


    Oggi sono dieci anni da quando Margherita Hack non c'è più.

    Margherita Hack, a 10 anni dalla morte ecco l’omaggio della Trieste della scienza

    Dieci anni fa moriva a Trieste l'astrofisica e attivista italiana Margherita Hack: era il 29 giugno del 2013


    Nella relatività del tempo, dieci anni - trascorsi oggi dalla sua scomparsa, era il 29 giugno 2013 - sono tanti ma un infinitesimo rispetto alla vita di una stella: la stessa scienziata l’avrebbe ricordato. Tutti gli appuntamenti in programma a Trieste e non solo

    FRANCESCO CODAGNONE
    29 Giugno 2023 alle 07:00
    5 minuti di lettura


    TRIESTE Margherita Hack, la «signora delle stelle». Hack l’astrofisica che «ci insegnò ad amare il cielo». Margherita l’amica «toscanaccia» che in giardino sputava i noccioli della frutta così che crescessero alberi.

    L’anniversario

    Nella relatività del tempo, dieci anni - trascorsi oggi dalla sua scomparsa, era il 29 giugno 2013 - sono tanti ma un infinitesimo rispetto alla vita di una stella: la stessa scienziata l’avrebbe spiegato ai tanti bambini che, incontrandola in bicicletta per le strade di Trieste, la fermavano per chiederle quanto grande fosse l’Universo.

    L’arrivo a Trieste

    Era il dicembre del 1964 quando Hack arrivava in città. L’astrofisica aveva appena vinto la cattedra di astronomia all’Università, e assumeva la direzione dell’Osservatorio astronomico. Era la prima donna in Italia - e allora una delle pochissime al mondo - a dirigere un osservatorio. Fin quando c’è stata e anche poi, ha segnato generazioni di giovani scienziati, in particolare le donne alle quali diceva: «Non sentitevi mai inferiori, procedete come ho sempre fatto io: combattive, piene di fiducia in voi stesse».

    L’educazione

    Margherita, bambina spettinata, era nata il 12 giugno 1922 a in via delle Cento Stelle a Firenze, in una famiglia che le diede libertà e un’educazione anticonformista. La sua visione della vita era schematica, a tratti battagliera. Era scettica ma sognatrice, credeva negli alieni, ma non agli Ufo.

    Era atea, laica, antifascista: nel 1927 il babbo, socialista, fu licenziato dalla centrale elettrica dove lavorava. Era animalista, sempre circondata da gatti, vegetariana: «Mai mangiato carne in vita mia. E mai lo farò».

    Animalista schietta e indipendente

    Un merito di Margherita Hack, uno tra tanti: «non aveva peli sulla lingua» si concede l’astrofisica Francesca Matteucci. Nel 1997, in occasione della cerimonia per il suo pensionamento, era stata la stessa Hack a indicarla come la persona che avrebbe preso il suo posto sulla cattedra di astronomia: «La Francesca sarà la mia successora», aveva detto in accento toscano. Lo pensava in tutti i termini: nella scienza dura, «le donne erano poche. Margherita fu la prima, e grazie a lei non sarà l’ultima».

    L’astrofisica era «forte, indipendente»: «diceva sempre quello che pensava, le sue conferenze erano concerti rock». Lei muoveva le folle, «anche dinanzi alle domande scomode, non era mai in imbarazzo: rendeva semplici le cose difficili».

    La formazione

    Dopo la maturità classica sceglie di iscriversi a Fisica nell’ateneo fiorentino. La tesi la scrive sotto le bombe alleate: si laurea il 15 gennaio 1945 discutendo di Cefeidi, stelle variabili caratterizzate dal periodico pulsare. L’anno prima sposa Aldo De Rosa: si erano conosciuti da ragazzini giocando ai giardini del Bobolino, poi incrociati di nuovo all’università, lei tra le stelle e lui tra le lettere.

    Fu l’inizio di settant’anni di amore, discussione e litigi tra due persone diverse e complementari: lui cattolico e contemplativo, lei laica e pugnace.

    I contributi scientifici

    Nel salotto di casa a Trieste c’erano pile di libri, oltre 18 mila volumi su poesie e buchi neri: dopo un’accesa discussione, la catalogazione della biblioteca - lasciata in eredità al Comune - sarà presto affidata a un comitato scientifico. Le pulsanti Cefeidi furono solo il primo dei tanti, grandi contributi scientifici di Hack. Lei tendeva a sminuire: «Io non sono una grande scienziata, non ho fatto scoperte importanti», si giustificava sempre, ma i suoi meriti furono molti. Nell’esplorazione spaziale, nella didattica, nella divulgazione.

    Nell’«avvicinare le stelle»: Paolo Molaro, astronomo, fu suo studente alla fine degli anni Settanta. Lei era la «signora delle stelle», ma rimaneva «semplice, umile»: fu «la sua intuizione che ci insegnò ad amare il cielo».

    Margherita Hack è stata la prima donna a guidarci nello spazio, ma «rimaneva con i piedi per terra, indossava i jeans, si vestiva in modo semplice» ,ricorda Steno Ferluga, astrofisico. Il loro uffici erano comunicanti, «lo studio di lei era pieno di gatti» e lì l’ha osservata lavorare per oltre dieci anni: lei «aveva una mente all’antica, guardava le stelle ma non voleva usare il computer, solo per qualche mail».

    L’amore per lo sport e la bicicletta

    Nella sua mente, Hack la scienziata «disegnava grafici e funzioni con il pensiero, senza calcolatore, le bastava chiudere gli occhi». Era orgogliosa della sua forma fisica e praticava sport con successo, anche a livello agonistico: pallacanestro, atletica leggera, campionessa di salto in alto e in lungo.

    E l’amata bicicletta: spesso la si vedeva sfrecciare in città, pedalando verso una conferenza, una lezione, in Carso, a Barcola prima di tuffarsi ai Topolini.

    La donna che si esponeva

    Oltre la scienziata c’era sempre la persona. Non si nascondeva, esprimeva le sue opinioni, «sfacciata» e «ostinata» in ciò che credeva giusto: era schierata per la parità di genere, le unioni di fatto, i diritti della comunità gay, l’eutanasia. La sua visione positivista della scienza, unita a un’etica che non faceva sconti, la rendeva amabile o divisiva.

    Il mese scorso le è stato intitolato l’Istituto comprensivo di via Commerciale a Trieste, e a lungo si è discusso della possibilità di dedicarle anche una statua, pur per ora scontrandosi dinanzi a un “no” di parte della politica locale. Margherita Hack è stata molte cose: un’anticonformista, una grande scienziata, una divulgatrice capace di attirare le folle, un’icona pop della scienza.

    Una «triestina che non ha mai abbandonato il suo accento toscano» la ricorda Federico Taddia, scrittore, per anni amico dell’astrofisica fino a scriverne la biografia. Raccontarla in cielo di aneddoti è complicato: lui la ricorda sputare i noccioli della frutta nel giardino della sua casa in via del Pratello, perché crescessero alberi.

    Una persona semplice

    La «grande cifra» di Margherita Hack era la sua «semplicità»: «la stessa semplicità con cui ti metteva davanti un piatto d’insalata quando t’invitava a pranzo. La semplicità con cui raccontava quanto grande, e bello, fosse l’Universo». —

    Immaginario scientifico: esperimenti e racconti dedicati alla luce

    Una giornata dedicata alla spettroscopia stellare. Così l’Immaginario Scientifico di Trieste renderà omaggio a Margherita Hack nel decennale della morte. Domenica il museo triestino ospitato al Magazzino 26 in Porto Vecchio proporrà racconti ed esperimenti dedicati alla scienza che misura l’intensità della luce a diverse lunghezze d’onda, principale campo di studi della grande astrofisica scomparsa. Gli interventi si svolgono alle 11.30, alle 15 e alle 16.30, e rientrano nel biglietto d’ingresso

    Il Gattile: il premio per la difesa degli animali

    L’Associazione Il Gattile Odv ha già reso omaggio alla scienziata, come noto grande amante degli animali, con una festa organizzata sabato scorso nell’ambito del tradizionale open day. Nell’occasione è stata assegnata la “Margherita d'Argento”, premio che riconosce l'impegno nel campo della cura degli animali. Il riconoscimento, ideato 22 anni fa dal fondatore del Gattile Giorgio Cociani, è stato assegnato quest’anno a Silvana di Mauro, fondatrice dell’Associazione Liberi di Volare

    Al Caffè San Marco il protocollo sull’inquinamento luminoso

    Un protocollo contro l’inquinamento nel ricordo di Margherita Hack. Lo firmeranno questa sera alle 18 al Caffè San Marco esponenti della comunità astronomica e delle associazioni ambientaliste triestine. Alla base dell’iniziativa la considerazione che l’eccessiva illuminazione notturna ci ha privati della vista della Via Lattea, nascondendoci in larga misura lo spettacolo di stelle e pianeti che accompagnano da sempre la storia dell’uomo. Una perdita scientifica, culturale e spirituale.

    La proiezione al Miela: l docufilm dedicato all’icona pop

    //didigu.com
    Si intitola “Margherita - La voce delle stelle” il docufilm, con la regia di Samuele Rossi, proiettato di recente al Teatro Miela in occasione del Festival Scienza e Virgola. Il docufilm raccoglie immagini d'archivio e interviste a colleghi e amici per raccontare la vita di una grande scienziata, una rivoluzionaria, una donna, pioniera, entrata nell'immaginario pubblico come figura iconica, fuori dagli schemi, quasi pop.

    Firenze: la performance teatrale e divulgativa

    Anche Firenze, città natale dell’astrofisica, la ricorderà nell’anniversario della morte. Domani alle 21 all'Osservatorio Polifunzionale del Chianti sarà in scena "Margherita Sette Vite", uno spettacolo di teatro e musica con Eleonora Fisco (attrice e performer) e Francesco Rainero (voce e chitarra).L’evento unisce due elementi: una performance teatrale inedita sulla vita e sul lavoro della Hack e un momento di divulgazione scientifica con osservazione del cielo stellato.

    Bologna: i videoclip di amici e colleghi

    A Bologna i meriti in ambito scientifico e il carisma magnetico di Margherita Hack saranno ricordati nel corso di una serata inserita nel cartellone di Bologna Estate. Parteciperanno Flavio Fusi Pecci, astronomo dell’Inaf, amico e collega della scienziata, e ll’attrice Gigliola Fuiano, che insieme tracceranno un ritratto a tutto tondo, umano e scientifico, del personaggio. Nel corso della serata saranno inoltre proiettati videoclip di ricordo di amici e colleghi.

    Rai Cultura: il programma tv introdotto da Mieli

    A Margherita Hack è stata dedicata una puntata della trasmissione “Italiani” trasmessa si Rai Cultura a pochi giorni dal decimo anniversario della morte. A firmarla Giancarlo Mancini con la regia di Nicoletta Nesler e l’introduzione di Paolo Mieli. Al centro del programma la scienza e la letteratura, l’astronomia e il teatro, la musica, lo sport, l’impegno politico, le battaglie per i diritti e la laicità dello stato portati avanti per tutta la vita dalla scienziata.

    Kosovo: la pièce in scena al Teatro di Pristina

    Di recente a ricordare Margherita sono stati anche l'Ambasciata d'Italia a Pristina e il Teatro Nazionale del Kosovo. In occasione della "Giornata della ricerca italiana nel mondo", è stato portato in scena il monologo teatrale "Oceano Margherita", testo di Gabriella Greison. Uno spettacolo pensato anche per stimolare l'interesse delle studentesse verso le scienze applicate e di accrescere la consapevolezza della disparità di genere nel mondo della scienza.

    ARGOME

  4. #904
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    Avevo adorato Pirandello, con il suo relativismo e la conseguente incomunicabilità, da ragazza.
    Però ancora certi passi mi fanno venire i brividi.
    A voi no?



    IL PADRE.
    Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi — veda— si crede «uno» ma è vero: è «tanti», signore, «tanti», secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi: «uno» con questo, «uno» con quello — diversissimi! E con l'illusione, intanto, d'esser sempre «uno per tutti», e sempre «quest'uno» che ci crediamo, in ogni nostro atto. Non è vero! non è vero! Ce n'accorgiamo bene, quando in qualcuno dei nostri atti, per un caso sciaguratissimo, restiamo all'improvviso come agganciati e sospesi; ci accorgiamo, voglio dire, di non esser tutti in quell'atto, e che dunque un'atroce ingiustizia sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciati e sospesi, alla gogna, per un'intera esistenza, come se questa fosse assommata tutta in quell'atto!

    Il padre.
    Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo d'intenderci; non c'intendiamo mai!

  5. #905
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    Sono passata da una passione sviscerata ad un affetto tranquillo, come quello del matrimonio.


    Oggi sono dieci anni da quando Margherita Hack non c'è più.

    Margherita Hack, a 10 anni dalla morte ecco l’omaggio della Trieste della scienza

    Dieci anni fa moriva a Trieste l'astrofisica e attivista italiana Margherita Hack: era il 29 giugno del 2013


    Nella relatività del tempo, dieci anni - trascorsi oggi dalla sua scomparsa, era il 29 giugno 2013 - sono tanti ma un infinitesimo rispetto alla vita di una stella: la stessa scienziata l’avrebbe ricordato. Tutti gli appuntamenti in programma a Trieste e non solo

    FRANCESCO CODAGNONE
    29 Giugno 2023 alle 07:00
    5 minuti di lettura


    TRIESTE Margherita Hack, la «signora delle stelle». Hack l’astrofisica che «ci insegnò ad amare il cielo». Margherita l’amica «toscanaccia» che in giardino sputava i noccioli della frutta così che crescessero alberi.

    L’anniversario

    Nella relatività del tempo, dieci anni - trascorsi oggi dalla sua scomparsa, era il 29 giugno 2013 - sono tanti ma un infinitesimo rispetto alla vita di una stella: la stessa scienziata l’avrebbe spiegato ai tanti bambini che, incontrandola in bicicletta per le strade di Trieste, la fermavano per chiederle quanto grande fosse l’Universo.

    L’arrivo a Trieste

    Era il dicembre del 1964 quando Hack arrivava in città. L’astrofisica aveva appena vinto la cattedra di astronomia all’Università, e assumeva la direzione dell’Osservatorio astronomico. Era la prima donna in Italia - e allora una delle pochissime al mondo - a dirigere un osservatorio. Fin quando c’è stata e anche poi, ha segnato generazioni di giovani scienziati, in particolare le donne alle quali diceva: «Non sentitevi mai inferiori, procedete come ho sempre fatto io: combattive, piene di fiducia in voi stesse».

    L’educazione

    Margherita, bambina spettinata, era nata il 12 giugno 1922 a in via delle Cento Stelle a Firenze, in una famiglia che le diede libertà e un’educazione anticonformista. La sua visione della vita era schematica, a tratti battagliera. Era scettica ma sognatrice, credeva negli alieni, ma non agli Ufo.

    Era atea, laica, antifascista: nel 1927 il babbo, socialista, fu licenziato dalla centrale elettrica dove lavorava. Era animalista, sempre circondata da gatti, vegetariana: «Mai mangiato carne in vita mia. E mai lo farò».

    Animalista schietta e indipendente

    Un merito di Margherita Hack, uno tra tanti: «non aveva peli sulla lingua» si concede l’astrofisica Francesca Matteucci. Nel 1997, in occasione della cerimonia per il suo pensionamento, era stata la stessa Hack a indicarla come la persona che avrebbe preso il suo posto sulla cattedra di astronomia: «La Francesca sarà la mia successora», aveva detto in accento toscano. Lo pensava in tutti i termini: nella scienza dura, «le donne erano poche. Margherita fu la prima, e grazie a lei non sarà l’ultima».

    L’astrofisica era «forte, indipendente»: «diceva sempre quello che pensava, le sue conferenze erano concerti rock». Lei muoveva le folle, «anche dinanzi alle domande scomode, non era mai in imbarazzo: rendeva semplici le cose difficili».

    La formazione

    Dopo la maturità classica sceglie di iscriversi a Fisica nell’ateneo fiorentino. La tesi la scrive sotto le bombe alleate: si laurea il 15 gennaio 1945 discutendo di Cefeidi, stelle variabili caratterizzate dal periodico pulsare. L’anno prima sposa Aldo De Rosa: si erano conosciuti da ragazzini giocando ai giardini del Bobolino, poi incrociati di nuovo all’università, lei tra le stelle e lui tra le lettere.

    Fu l’inizio di settant’anni di amore, discussione e litigi tra due persone diverse e complementari: lui cattolico e contemplativo, lei laica e pugnace.

    I contributi scientifici

    Nel salotto di casa a Trieste c’erano pile di libri, oltre 18 mila volumi su poesie e buchi neri: dopo un’accesa discussione, la catalogazione della biblioteca - lasciata in eredità al Comune - sarà presto affidata a un comitato scientifico. Le pulsanti Cefeidi furono solo il primo dei tanti, grandi contributi scientifici di Hack. Lei tendeva a sminuire: «Io non sono una grande scienziata, non ho fatto scoperte importanti», si giustificava sempre, ma i suoi meriti furono molti. Nell’esplorazione spaziale, nella didattica, nella divulgazione.

    Nell’«avvicinare le stelle»: Paolo Molaro, astronomo, fu suo studente alla fine degli anni Settanta. Lei era la «signora delle stelle», ma rimaneva «semplice, umile»: fu «la sua intuizione che ci insegnò ad amare il cielo».

    Margherita Hack è stata la prima donna a guidarci nello spazio, ma «rimaneva con i piedi per terra, indossava i jeans, si vestiva in modo semplice» ,ricorda Steno Ferluga, astrofisico. Il loro uffici erano comunicanti, «lo studio di lei era pieno di gatti» e lì l’ha osservata lavorare per oltre dieci anni: lei «aveva una mente all’antica, guardava le stelle ma non voleva usare il computer, solo per qualche mail».

    L’amore per lo sport e la bicicletta

    Nella sua mente, Hack la scienziata «disegnava grafici e funzioni con il pensiero, senza calcolatore, le bastava chiudere gli occhi». Era orgogliosa della sua forma fisica e praticava sport con successo, anche a livello agonistico: pallacanestro, atletica leggera, campionessa di salto in alto e in lungo.

    E l’amata bicicletta: spesso la si vedeva sfrecciare in città, pedalando verso una conferenza, una lezione, in Carso, a Barcola prima di tuffarsi ai Topolini.

    La donna che si esponeva

    Oltre la scienziata c’era sempre la persona. Non si nascondeva, esprimeva le sue opinioni, «sfacciata» e «ostinata» in ciò che credeva giusto: era schierata per la parità di genere, le unioni di fatto, i diritti della comunità gay, l’eutanasia. La sua visione positivista della scienza, unita a un’etica che non faceva sconti, la rendeva amabile o divisiva.

    Il mese scorso le è stato intitolato l’Istituto comprensivo di via Commerciale a Trieste, e a lungo si è discusso della possibilità di dedicarle anche una statua, pur per ora scontrandosi dinanzi a un “no” di parte della politica locale. Margherita Hack è stata molte cose: un’anticonformista, una grande scienziata, una divulgatrice capace di attirare le folle, un’icona pop della scienza.

    Una «triestina che non ha mai abbandonato il suo accento toscano» la ricorda Federico Taddia, scrittore, per anni amico dell’astrofisica fino a scriverne la biografia. Raccontarla in cielo di aneddoti è complicato: lui la ricorda sputare i noccioli della frutta nel giardino della sua casa in via del Pratello, perché crescessero alberi.

    Una persona semplice

    La «grande cifra» di Margherita Hack era la sua «semplicità»: «la stessa semplicità con cui ti metteva davanti un piatto d’insalata quando t’invitava a pranzo. La semplicità con cui raccontava quanto grande, e bello, fosse l’Universo». —

    Immaginario scientifico: esperimenti e racconti dedicati alla luce

    Una giornata dedicata alla spettroscopia stellare. Così l’Immaginario Scientifico di Trieste renderà omaggio a Margherita Hack nel decennale della morte. Domenica il museo triestino ospitato al Magazzino 26 in Porto Vecchio proporrà racconti ed esperimenti dedicati alla scienza che misura l’intensità della luce a diverse lunghezze d’onda, principale campo di studi della grande astrofisica scomparsa. Gli interventi si svolgono alle 11.30, alle 15 e alle 16.30, e rientrano nel biglietto d’ingresso

    Il Gattile: il premio per la difesa degli animali

    L’Associazione Il Gattile Odv ha già reso omaggio alla scienziata, come noto grande amante degli animali, con una festa organizzata sabato scorso nell’ambito del tradizionale open day. Nell’occasione è stata assegnata la “Margherita d'Argento”, premio che riconosce l'impegno nel campo della cura degli animali. Il riconoscimento, ideato 22 anni fa dal fondatore del Gattile Giorgio Cociani, è stato assegnato quest’anno a Silvana di Mauro, fondatrice dell’Associazione Liberi di Volare

    Al Caffè San Marco il protocollo sull’inquinamento luminoso

    Un protocollo contro l’inquinamento nel ricordo di Margherita Hack. Lo firmeranno questa sera alle 18 al Caffè San Marco esponenti della comunità astronomica e delle associazioni ambientaliste triestine. Alla base dell’iniziativa la considerazione che l’eccessiva illuminazione notturna ci ha privati della vista della Via Lattea, nascondendoci in larga misura lo spettacolo di stelle e pianeti che accompagnano da sempre la storia dell’uomo. Una perdita scientifica, culturale e spirituale.

    La proiezione al Miela: l docufilm dedicato all’icona pop

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    Si intitola “Margherita - La voce delle stelle” il docufilm, con la regia di Samuele Rossi, proiettato di recente al Teatro Miela in occasione del Festival Scienza e Virgola. Il docufilm raccoglie immagini d'archivio e interviste a colleghi e amici per raccontare la vita di una grande scienziata, una rivoluzionaria, una donna, pioniera, entrata nell'immaginario pubblico come figura iconica, fuori dagli schemi, quasi pop.

    Firenze: la performance teatrale e divulgativa

    Anche Firenze, città natale dell’astrofisica, la ricorderà nell’anniversario della morte. Domani alle 21 all'Osservatorio Polifunzionale del Chianti sarà in scena "Margherita Sette Vite", uno spettacolo di teatro e musica con Eleonora Fisco (attrice e performer) e Francesco Rainero (voce e chitarra).L’evento unisce due elementi: una performance teatrale inedita sulla vita e sul lavoro della Hack e un momento di divulgazione scientifica con osservazione del cielo stellato.

    Bologna: i videoclip di amici e colleghi

    A Bologna i meriti in ambito scientifico e il carisma magnetico di Margherita Hack saranno ricordati nel corso di una serata inserita nel cartellone di Bologna Estate. Parteciperanno Flavio Fusi Pecci, astronomo dell’Inaf, amico e collega della scienziata, e ll’attrice Gigliola Fuiano, che insieme tracceranno un ritratto a tutto tondo, umano e scientifico, del personaggio. Nel corso della serata saranno inoltre proiettati videoclip di ricordo di amici e colleghi.

    Rai Cultura: il programma tv introdotto da Mieli

    A Margherita Hack è stata dedicata una puntata della trasmissione “Italiani” trasmessa si Rai Cultura a pochi giorni dal decimo anniversario della morte. A firmarla Giancarlo Mancini con la regia di Nicoletta Nesler e l’introduzione di Paolo Mieli. Al centro del programma la scienza e la letteratura, l’astronomia e il teatro, la musica, lo sport, l’impegno politico, le battaglie per i diritti e la laicità dello stato portati avanti per tutta la vita dalla scienziata.

    Kosovo: la pièce in scena al Teatro di Pristina

    Di recente a ricordare Margherita sono stati anche l'Ambasciata d'Italia a Pristina e il Teatro Nazionale del Kosovo. In occasione della "Giornata della ricerca italiana nel mondo", è stato portato in scena il monologo teatrale "Oceano Margherita", testo di Gabriella Greison. Uno spettacolo pensato anche per stimolare l'interesse delle studentesse verso le scienze applicate e di accrescere la consapevolezza della disparità di genere nel mondo della scienza.

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  6. #906
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    Però ancora certi passi mi fanno venire i brividi.
    A voi no?



    Molti! Brividi e vertigini: quando incrociamo alcune verità su ciò che siamo, beati noi se ancora avvertiamo brividi e vertigini.

    "C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno."
    (Uno, nessuno e centomila)
    amate i vostri nemici

  7. #907
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    11 luglio 1982: battendo in finale 3-1 la Germania, l'Italia si laurea campione del mondo per la terza volta.
    amate i vostri nemici

  8. #908
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    11 luglio 1982: battendo in finale 3-1 la Germania, l'Italia si laurea campione del mondo per la terza volta.
    Uh, questa me la ricordo perfettamente sebbene della parte calcistica me ne fregasse ben poco...
    ...quella sera qua ci furono festeggiamenti senza precedenti, roba da sud Italia, si spararono razzi tipo a capodanno e qualcuno si arrampicò su una fontana monumentale con i bengala, cosa che oggi farebbe indignare
    ...ma soprattutto fu la prima volta che potei uscire dopocena con gli amici

  9. #909
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    amate i vostri nemici

  10. #910
    12 luglio 1562
    Il monaco francescano Diego de Landa Calderon fa bruciare tutti i libri, distruggendo la storia e la cultura Maya. La spada (santa) completo' l'opera.
    Fu fatto vescovo di Yucatan.
    Solo quattro volumi sono sopravvissuti il " Codice di Dresda", il "Codice Trio-cartesianus", "il "Codice di Parigi" ed il "Codice Grolier" scoperto recentemente.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 12-07-2023 alle 07:25

  11. #911
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    12 luglio 1562
    Il monaco francescano Diego de Landa Calderon fa bruciare tutti i libri, distruggendo la storia e la cultura Maya. La spada (santa) completo' l'opera.
    Fu fatto vescovo di Yucatan.
    Solo quattro volumi sono sopravvissuti il " Codice di Dresda", il "Codice Trio-cartesianus", "il "Codice di Parigi" ed il "Codice Grolier" scoperto recentemente.


    Ci voleva.

  12. #912
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    Ci voleva.

    Intendi dire che avrebbe dovuto essere santificato, o quanto meno, beatificato?

  13. #913
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio

    Intendi dire che avrebbe dovuto essere santificato, o quanto meno, beatificato?
    Volevo dire che ci voleva la tua segnalazione, perché quasi nessuno si ricorda di questi misfatti.

  14. #914
    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Volevo dire che ci voleva la tua segnalazione, perché quasi nessuno si ricorda di questi misfatti.


    chiedo scusa: avevo omesso alla fine la faccina sghignazzante e la firma giullaresca

  15. #915
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    18 luglio 2003 – Muore a Roma Sandro Ciotti, una delle voci più caratteristiche e più amate del giornalismo radiofonico e televisivo. Era stato anche conduttore della “Domenica sportiva”. Aveva 75 anni.
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