Tra due giorni comparirà nelle librerie l’ultimo, attesissimo libro di Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti.
https://www.repubblica.it/robinson/2...-C4-P7-S1.4-T1
Io certo non me lo lascerò scappare!
Tra due giorni comparirà nelle librerie l’ultimo, attesissimo libro di Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti.
https://www.repubblica.it/robinson/2...-C4-P7-S1.4-T1
Io certo non me lo lascerò scappare!
Letto.
La storia ricorda quella già narrata dall'autrice ne " L'amica geniale" per la tematica adolescenziale, le dinamiche dei rapporti personali, per l'ambientazione del romanzo, per il feroce verismo dei personaggi, L’ambiente tuttavia è un po’ soffocante rispetto alla tetralogia, visto che si limita a pochi personaggi che la protagonista adolescente incontra. Ciò detto, la Ferrante non risulta mai scontata o noiosa. E' un libro che si divora anche solo per l'invidiabile e rara capacità narrativa di questa autrice.
Io non ho visto niente, ne' letto niente
Forse ci vorrei provare
Mia cognata lo scorso Natale mi regalo' il libro
Un paio di mesi fa sono incappata nelle riprese a Pisa
(Io pensavo che le macchine schierate fossero una mostra di macchine d'epoca )
Che faccio, ci provo?
Me lo consigliate?
-Healthy body, clear mind, peaceful spirit-
-Where there’s will there’s a way-
-Work hard have fun & be nice-
Ho questo!
-Healthy body, clear mind, peaceful spirit-
-Where there’s will there’s a way-
-Work hard have fun & be nice-
Perfetto per iniziare e vedere se incontra i tuoi gusti!
Dark, potresti per favore cambiare il titolo? Da L'amica geniale di Elena Ferrante a Elena Ferrante soltanto, perché si parla anche di altri suoi libri.
Oggi e per una settimana su Robinson in edicola, una bella intervista ad Elena Ferrante (gli intervistatori devono fare le domande per iscritto, sottoporle alla casa editrice che si premura di farle avere alla scrittrice), che ruota intorno al suo ultimo libro, ma non solo.
E’ prevista per febbraio, invece, la messa in onda sulla Rai della seconda serie tv tratta dall’Amica geniale.
Incuriosito dal titolo, e sperando che si tratti di un'opera a sé stante, alla fine mi sono deciso a leggere l'ultimo romanzo di Elena Ferrante. Non è impegnativo, fila via liscio, l'ho affrontato in due tempi mettendoci in totale una mezza giornata. Sto parlando naturalmente de "La vita bugiarda degli adulti".
Si capisce che l'autrice è napoletana da come descrive bene quella città, mentre di Milano parla molto poco e forse avrebbe potuto farlo ancora meno, poiché nomina alla svelta solo i posti più noti e oltretutto senza che essi abbiano alcun peso nell'economia della narrazione. L'opera è generalmente ben scritta, anche se trovo discutibile qualche scelta di punteggiatura: ad esempio mettere il punto finale dopo la chiusura delle virgolette in un discorso diretto, oppure una carenza cronica di punti di domanda (ammetto di essere particolarmente sensibile su questo tema).
Comunque per almeno tre quarti la trama regge bene, e sembra preludere a qualche colpo di scena finale che però non è mai arrivato. L'evolversi della situazione rende evidente la veridicità del titolo per quanto riguarda i genitori della protagonista e i loro amici, e appare perfino consolatorio che la verace zia Vittoria si riveli in fondo bugiarda, meschina e ipocrita quanto i suoi parenti più presentabili. Atteggiamenti questi che non tardano a contagiare la protagonista adolescente la quale, prima per autodifesa, poi per aperta ribellione nei confronti dei propri genitori finisce per comportarsi esattamente come loro, mentre il rapporto con le sue amiche, figlie dei loro amici, diventa sempre più stentato e ambiguo man mano che la patina di rispettabilità degli adulti si sfalda.
A parte un finale a mio parere banale e deludente, forse lasciato apposta incompiuto per preparare un seguito, vorrei segnalare qualcosa che non riguarda la vicenda principale, ma che ritengo degno di nota. Rosario, figlio di un ricco avvocato, viene presentato ancor prima della sua apparizione come un pericoloso poco di buono, e in seguito tratteggiato con le caratteristiche tipiche degli intoccabili di camorra. Tuttavia le sue azioni stonano parecchio con questa descrizione: alto, allampanato e coi denti sporgenti, non si offende se Vittoria lo minaccia perché sembra che rida, forse solo a causa della sua conformazione, anzi reagisce come uno che non fa male a una mosca anche se provocato. È chiaro che ha un debole per la protagonista e la vorrebbe per sé, ma non fa nulla per forzarla, e quando la porta con la propria macchina assieme al sodale Corrado si lascia comandare da quest'ultimo perché è stato lui a portarcela. Quando poi lei chiede proprio a Rosario di farle perdere la verginità lui appare addirittura imbarazzato, tanto che lei glielo deve ordinare a chiare lettere. Quello che si comporta da vero sbruffone è invece Corrado, che non è un affiliato ma non si fa problemi a esigere giochetti sessuali da lei anche quando la ripugnano.
I poveri di una volta la domenica erano costretti a indossare il loro unico abito decente, mentre i ricchi potevano anche permettersi il lusso di andare in giro con le pezze al culo. Allora i rampolli della mala sono i signori che non devono dimostrare nulla, mentre i veri cafoni sono quelli che non hanno il loro status ma vorrebbero essere come loro? Ignoro se siano proprio queste le intenzioni dell'autrice, sto solo cercando di dare un'interpretazione, ma per conto mio se le cose stanno così la sua costruzione del personaggio è un colpo di genio, altrimenti il suo tentativo riuscito di rendercelo perfino simpatico è un'incongruenza bella e buona.
Ai posteri l'ardua sentenza.
Ci sono recensioni più serie e recensioni meno serie. Quelle meno serie si limitano a dire "mi piace", "non mi piace" o poco più, magari anche dietro compenso un tanto al chilo; quelle più serie potrebbero essere altrettanto prezzolate, ma cercano in qualche modo di motivare il loro parere, e le trovi anche sulle pagine culturali dei quotidiani.
La mia vorrebbe essere del secondo tipo, ed è chiaro che se voglio giustificare ciò che mi piace di più e ciò che mi piace di meno sono costretto a ricondurmi a esempi tratti dal libro. Sono comunque convinto che quanto ho scritto possa risultare esaustivo solo a chi l'ha già letto, mentre nulla pregiudica a chi non l'ha fatto, che anzi potrebbe essere perfino spinto alla lettura. Se avessi voluto raccontare la trama avrei impostato il discorso in tutt'altro modo.
Io però mi sono divertito parecchio a scrivere la mia, e giuro che nessuno mi ha pagato per questo; non mi interessa né aggiungere né togliere lettori alla Ferrante. Se poi anche tu ti sei divertita a scrivere la tua, direi che nessuno ci perde e tutti ci guadagnano.
Le informazioni che riguardano la vita sessuale della protagonista, con la conseguente perdita della verginità (...a chi la darà? ) sono punti salienti della trama, senza i quali la lettura risulta molto impoverita.
Ammetto che i particolari pruriginosi di solito attirano il pubblico, ma a me la sua vita sessuale sembra la parte più insulsa dell'intera storia, assieme al suo modo di porsi; già per come ci viene descritta, e poi per come la dà e a chi.
Ma infatti, la sua vita sessuale ha attirato anche me, tenendomi in ansia costante nel vedere che scelte faceva e avrebbe fatto la protagonista, se qualcuno si sarebbe approfittato di lei e facendomi chiedere come sarebbe andata a finire e cosa sarebbe successo. Non ripeto più quello che ho già scritto ed a cui tutti i critici si attengono.
La parte più insulsa per me è stata quella relativa al braccialetto: chi lo avrebbe dato a chi e perché, e che passava di polso in polso come simbolo di amore, tradimento, sfortuna, invidia… cosa che a me ha lasciato del tutto indifferente se non proprio seccata.
Comunque ti invito a leggere L’amica geniale: vedrai che molte tematiche sono le stesse (sebbene ne L’amica geniale le due ragazze siano poverissime, mentre qui Giovanna appartiene alla piccola borghesia), anche la figura di Roberto è molto simile a Nino: però La vita bugiarda degli adulti non ha né la freschezza né la coralità della tetralogia.
Fermo restando che la Ferrante scrive divinamente.