L'ultimo spettacolo a cui ho assistito è stato il mio
Però stasera concerto di Fresu
L'ultimo spettacolo a cui ho assistito è stato il mio
Però stasera concerto di Fresu
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Al teatro di prosa, Isabella Rossellini, Darwin's smile
Uno spettacolo deludente, ricco di ovvietà, di informazioni che tutti conosciamo su Darwin e l’evoluzione della specie, e poi accenni ad espressioni degli animali ed alla loro comunicazione per passare ai toni della voce umana, alla storia della fotografia, alle inquadrature cinematografiche, al diverso impatto della musica nei film. Tutte cose che noi sappiamo benissimo senza scomodarci per andare al Rossetti.
Capirei se si fosse rivolta ai piccoli della prima media inferiore, ma non ad un pubblico adulto!
E’ che lei si chiama Isabella Rossellini e si può permettere di portare in scena anche delle banalità scontatissime.
E dire che è la figlia di Ingrid Bergman ed ex-moglie di Scorsese....
Pare che farà una tournée in vari paesi con questo monologo: evitatela!
Meno male che noi ci consoliamo nel dopo-teatro....
non so se si può chiamare spettacolo...
.https://fb.watch/pKhLSRCl1D/
Ultima modifica di King Kong; 22-01-2024 alle 15:46
Aut hic aut nullubi
La danza in questione si chiama "Sema". È un nome persiano che significa "Il cielo" o "Il paradiso".
Nasce con Jalaluddin Rumi (1207 - 1273) poeta e mistico persiano che ha vissuto ed é sepolto a Konya (oggi Turchia) e che ho visitato nel 1994.
Viene tradizionalmente praticata dai dervisci dell'ordine Sufi dei Mevlevi (da Mevlana, il nome con cui veniva chiamato Rumi) anche se oggi é diffusa anche in altri ordini, Bektasci, Naqshibandi...
All'inizio del rito, i dervisci si tolgono il mantello nero e incrociano le braccia sul petto: gesto di umiltà e segno del ritorno a casa, allo stato di originalità, che non conosce preoccupazione per la vita e nessuna paura della morte. 'Solo quando l'uomo è privato del suo aspetto esteriore, come accade in inverno, c'è speranza che dentro di lui si sviluppi una nuova primavera'.
A questo punto resta con l'abito bianco, simbolo della morte mistica e il lungo copricapo che simboleggia la lapide.
Il derviscio, al suono o al canto di testi sacri, gira in senso anti-orario, come i pellegrini attorno alla Caba o come la terra sul proprio asse.
Per effettuare questa danza non é necessaria una condizione fisica, ma una condizione mentale di distacco da ogni pensiero mondano.
Ho visto dervisci girare per oltre quindici minuti e poi rallentare e fermarsi senza nessun tipo di conseguenze sull'eqilibrio o allo stomaco...
Il rito comprende delle regole complesse di esecuzione che qui occuperebbero troppo spazio.
Il video é mio, ripreso a Berlino.
Con il Derviscio in questione sono legato da profonda amicizia.
Aut hic aut nullubi
Molto interessante, King Kong!
Anna Bolena, Donizetti
Avevamo la seconda scelta dei cantanti, ed è stata una enorme sorpresa la giovane Sara Cortolezzis nelle vesti di Anna Bolena: ha riscosso applausi scroscianti e grida dopo ogni aria cantata, una interprete con un grande futuro ed un'attrice provetta.
Opera come piace a me: scene essenziali, ma dove non si badava a spese, costumi ricchi e sontuosi, direzione musicale d'impatto, coro ineccepibile, capace di trasmettere l'enfasi del momento.
Mentre 10 milioni e 600.000 di italiani erano davanti alla tv a seguire Sanremo, io sono mi sono regalata a teatro un’esperienza immersiva nell’ultimo canto del Paradiso di Dante recitato da Elio Germano (ricordate la sua divina interpretazione de Il giovane favoloso nelle vesti Leopardi?).
La dimensione visiva e quella immersiva sono totalizzanti, le videoproiezioni e le animazioni accompagnano la declamazione con un moto acceso, dinamico ma fluido, astratto ma allo stesso tempo quasi tangibile. La musica di Teho Teardo in consolle fra suoni elettronici e acustici si fa tutt’uno con quella live del duo viola e violoncello sul palco, contribuendo alla creazione di una dimensione sospesa e onirica.
Gli effetti tecnologici speciali meravigliosi, anche se per i miei gusti racchiusi in troppo buio (io mi figuro il paradiso dantesco come un’ininterrotta festa di luci), la musica d’autore, non sempre consona a ciò che si diceva, ma soprattutto la declamazione di Elio Germano che scandiva le sillabe e le pause (come Ungaretti) con troppa lentezza e la voce rauca, come di chi fa molta fatica, mi hanno lasciata sorpresa sì, ma anche perplessa e non del tutto contenta.
Guarda che anche quando non siamo del tutto soddisfatti dello spettacolo teatrale, andiamo sempre al dopo-teatro, dove tra Leffe e birre scure conversiamo di tutto, da ciò che abbiamo appena visto alle ricette di cucina, alla situazione politica, alla storia, dagli aneddoti personali alla situazione internazionale e... chi ne ha più ne metta!
Questo è un grande momento per noi, spesso più del teatro!
Birra Leffe Rouge (o Ambree? mica ricordo!) a me piace molto!
Ad un certo punto, alle ore piccole, eravamo rimasti soli nel pub e, per correttezza, chiedemmo al proprietario se stavano per chiudere. Lui rispose che potevamo rimanere lì quanto volevamo e se avessimo voluto un altro giro di birre grandi. Rispondemmo che sì, si poteva fare, se ci accompagnava a casa in macchina. E poi via ad altre battute del genere, anche sui carabinieri.
Che poi, potremmo bere pure del tè, l’importante è la compagnia!