Bello!
Qui si è scelto di intraprendere i Carmina Burana in forma concertante e non scenica e pertanto sarebbe stato meglio che ci fossero i sottotitoli.
Bello!
Qui si è scelto di intraprendere i Carmina Burana in forma concertante e non scenica e pertanto sarebbe stato meglio che ci fossero i sottotitoli.
Ho spostato la Biennale di Venezia in Agenda Eventi culturali, sebbene potrebbe starci anche qui, visti i molti video e le performance.
Ultima modifica di follemente; 06-11-2017 alle 15:21
La Carmen, regia di Goldstein. Spettacolo molto bello, con dei cori spettacolari e la voce di Michaela semplicemente divina. Molto bello e drammatico anche il personaggio di Carmen, sebbene secondo me la voce non fosse delle migliori.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene†[cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Chi canta il personaggio Carmen deve avere non solo notevoli doti canore, ma anche una grande capacità interpretativa, che non è da tutte.
Tra qualche giorno seguirò l’Evgenij Onegin, non vedo l’ora, perché non ho ancora visto quest’opera.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene†[cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Uno spettacolo fantastico.
Scene e costumi ricchi e sontuosi, adeguati all’ambiente rappresentato, regia tradizionale, a parte il fatto che Onegin era presente a tutte le scene, anche in disparte sin dall’ouverture: si è voluto immaginare che lui ricordasse gli eventi.
(La lettura del direttore Fabrizio Maria Carminati è stata scabra, asciutta e al contempo innervata di una tensione drammatica che ha esaltato la vigorosa e lapidaria teatralità della partitura. Ottime le prestazioni dell’orchestra e del coro del teatro.
La giovane soprano Valentina Mastrangelo, che vanta una voce bella e luminosa, musicalità e una linea di canto omogenea, è stata protagonista di una perfetta prestazione che il pubblico ha premiato con un lungo applauso a scena aperta dopo la scena della lettera.
Cătălin Ţoropoc era nei panni dell’ambiguo e incoerente Onegin. Il baritono ha un gran vocione di timbro scuro, che ben si adatta a una parte di dandy pentito, ombrosa e torva.
Incisiva la prestazione di Tigran Ohanyan, Lenskij tormentato e temperamentoso, ben risolto con un canto sfumato e un analitico fraseggio che hanno fatto passare in secondo piano una presenza scenica non esattamente travolgente. Molto ben riuscita la famosa aria Kuda, kuda interpretata con gusto e passione.)
Il pubblico, molto numeroso, ha accolto con grande entusiasmo lo spettacolo.
Ho seguito in tv l’opera Macbeth di G. Verdi (con il famigerato libretto di Francesco Maria Piave , Shakespeare si rivolterebbe nella tomba) con l’eccezionale soprano Liudmyla Monastyrska che ha dato voce a Lady Macbeth, uno dei ruoli più impegnativi della storia dell’opera.
Giovedì, 7 dicembre, vedrò anche in Tv la prima di Andrea Chénier al Teatro alla Scala (mi riservo il pomeriggio libero).
http://www.corriere.it/spettacoli/ca...incipale.shtml
Concordo con la pagella, tranne per i ruoli principali.
Nella parte di Andrea Chénier si è difeso con sufficiente dignità Yusif Eyvazov (è offensivo già chiamarlo Signor Netrebko), la cui emozione era palpabile anche in televisione. Certo deve gestire uno strumento che è fondamentalmente di seconda categoria per quanto riguarda il timbro, decisamente ingrato e affetto da un vibratone molto fastidioso. Si sforza però di alleggerire e stemperare toni troppo accesi e, a mio modestissimo parere, non sfigura. Tutto questo non lo rende però un tenore da prima alla Scala. Non ne ha né i mezzi tecnici né l’allure artistica.
Bravo Luca Salsi, che è un artista coscienzioso e dotato di una voce bella per colore e ampia, che gestisce con fermezza. Credo che oggi sia uno dei migliori e più affidabili baritoni sulla piazza. La parte di Gérard credo gli si addica molto perché Salsi può esprimere un’innata empatia e comunicativa.
Dal mio punto di vista è risultata deludente ma non insufficiente Anna Netrebko, la quale ha palesato i consueti problemi di intonazione e gli altrettanto cronici guai di pronuncia. Di là di questo mi è sembrata non troppo convinta nella caratterizzazione di una donna temperamentosa e dolce, che in teoria dovrebbe starle a pennello. Peraltro nella famosa aria e nel finale è venuta fuori la classe dell’artista di rango superiore.