Da “Dottrina e Alleanze” 95:
7 …Signore degli eserciti, che per interpretazione significa il creatore del primo giorno, il principio e la fine.
Si tratta, evidentemente, di eserciti di cose create, non di eserciti di uomini armati.
Da “Dottrina e Alleanze” 95:
7 …Signore degli eserciti, che per interpretazione significa il creatore del primo giorno, il principio e la fine.
Si tratta, evidentemente, di eserciti di cose create, non di eserciti di uomini armati.
ahahahahquesta è bella.
Il signore degli eserciti era proprio relativo a eserciti di uomini armati.
E' una concezione ebraica che vede dio come il condottiero di Israele in battaglia.
I pagani avevano il dio della guerra.
Gli ebrei avevano un unico dio che, secondo la visione degli ebrei, avrebbe condotto Israele alla vittoria nelle sue battaglie.
Lo stagista.
Apprendista stregone.
La concezione ebraica è una cosa, la verità un'altra.
Che poi Dio abbia guidato l'esercito d'Israele in alcune sue battaglie e gli islamici in battaglie difensive, è vero pure questo, ma non è l'interpretazione corretta di quell'appellativo.
"Kurios Sabaoth" significa inequivocabilmente "dio degli eserciti", poi manipolato dalla Chiesa in "Signore dio dell'universo".
semel in anno licet insanire, cotidie melius
Quell'appellativo ricorre più e più volte nell'Antico Testamento. La caratteristica fondamentale di Dio non è certo quella di essere un belligerante alla guida di eserciti armati, pure se talvolta si è manifestato così, ma quella di aver creato un'infinità di cose... eserciti di cose... Per questo è corretta l'interpretazione che risulta dal testo citato.
Lettera ai Romani 9, 29
Apocalisse 19, 14
Luca 2, 13
Giacomo, 5,4
Nuovo Testamento, eh...
La cosa divertente è che ancora l'edizione CEI del 1974 si era "dimenticata" di purgarlo e solo nel 2008 si è provveduto in tal senso...
semel in anno licet insanire, cotidie melius
Quell'appellativo compare anche nel Nuovo Testamento? Non cambia nulla. Anche se si parla di una grande quantità di angeli e di uomini. Voler dare a quell'appellativo una connotazione bellicosa è un errore.
Il conflitto c'è sicuramente e ci sono sicuramente due schieramenti, ma i moderni combattenti per la fede di regola non usano le armi convenzionali o metodi coercitivi - a parte la minaccia di una punizione futura, lasciata a Dio -, come invece fanno spesso i figli di Satana.
La lettera agli Efesini (6:11-18) chiarisce il tutto:
Prendete l’armatura di Dio per stare saldi contro le macchinazioni del diavolo. La nostra lotta, infatti, non è contro il sangue e la carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i signori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male nelle regioni celesti. Perciò indossate l’armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno cattivo e, superato ogni attacco, restare saldi. Su, dunque! Con la verità per cintura, la giustizia per corazza, calzati i piedi per essere pronti ad annunziare l’evangelo della pace, assumendo inoltre lo scudo della fede, con cui smorzare tutte le frecce infuocate del maligno. Prendete altresì l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Con ogni sorta di preghiera e di supplica pregate costantemente nello Spirito: siate in questo d’una vigilanza instancabile e intercedete per tutti i santi.
La spada con cui i credenti dovrebbero combattere è la parola di Dio ed è la stessa spada che esce dalla bocca di Cristo: la lingua, che si può esprimere anche attraverso gli scritti.
L’ottica culturale dei Vangeli aveva convertito il Dio guerriero in un Dio della pace, mentre Giacomo (nel brano 5,4) continua a chiamarlo il "Signore degli eserciti" [scritto nel 47 dC]. Questo retaggio bellicoso incrinava la metamorfosi neotestamentaria.
Che fare, allora? Semplice: sopprimere l'ultimo "Dio degli eserciti" dal Nuovo Testamento.
E così ha fatto la Bibbia CEI 2008 tramutando "Dio degli eserciti" in "Signore onnipotente", nonostante le parole di Giacomo in greco «del Signore degli eserciti» in greco (Kuriou Sabaoth) indicano esattamente «del Signore degli eserciti».
Per di più, il successivo brano di Giacomo (5,5) raffigura il Giudizio universale come una "strage", proprio a voler dire che l’esercito di Dio eseguirà lo sterminio finale dei peccatori.
In tutto questo, l'apostolo Giacomo è stato il primo vescovo di Gerusalemme e fratello del Signore per la stretta relazione consanguinea con Cristo.
E come se non bastasse, il brano di Giacomo ha una destinazione liturgica. (È la seconda lettura liturgica nella 26ª domenica del Tempo Ordinario, anno B. Nella messa in latino (testo Vulgata) c'è scritto "Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth." Santo, Santo, Santo, il Signore Dio degli eserciti, ma ingannevolmente tradotto "Dio dell'Universo".)
Apriti cielo! Meglio manipolare che far udire ai fedeli parole contrarie all’esegesi moderna, una delle preoccupazioni del Vaticano.
Insomma, ci troviamo di fronte a una manipolazione palese, ma "liturgicamente necessaria" giacché la traduzione autentica mostrerebbe la totale convergenza tra Antico e Nuovo Testamento, mentre l'esegesi cerca di differenziare e candeggiare il contenuto del Nuovo.
semel in anno licet insanire, cotidie melius
E' corretta l'analisi di Arcobaleno: "La spada con cui i credenti dovrebbero combattere è la parola di Dio" (cit. del 1 Aprile)
Ed è proprio San Paolo ad esplicitare il concetto:
"Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio."
EFESINI 6
amate i vostri nemici
Trattandosi di parola di Dio non può essere c...
Se, invece, ci si mette del nostro, tutto è possibile...
Fate l'amore, non la guerra.
Lavorare tutti, lavorare meno.
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amate i vostri nemici
Una fotocopia? E come la interpretiamo nel nostro cervello?
Io parlavo di c... quando chi parla pensa ad innalzare se insieme a Dio, o più sé che Dio, sarebbe un'incongruenza bestiale. Non parlavo di c... quando, anche se si sbaglia nell'interpretazione lo sbaglio è in buona fede. Il secondo caso merita giustificazione ,ma il primo no, è mera ipocrisia
Ma certe cose si sentono e si vedono, basta una certa lucidità intellettuale e soprattutto una grande umiltà d'animo.
Altra cosa importante è la coerenza.
Ultima modifica di crepuscolo; 02-11-2017 alle 18:11