Il codice da Vinci di Ron Howard. Purtroppo devo ammettere che non ho letto il libro ed averlo letto molto probabilmente avrebbe modificato in peggio o in meglio il mio voto... per questo motivo il mio commento sul film è sicuramente restrittivo. Infatti (come è ovvio) è implicito il fatto che il metro di valutazione principale riguarda il confronto con il libro: quindi, guardandolo da un punto di vista strettamente cinematografico, credo di aver capito che i film di Ron Howard non sono poi così eccezionali, se non sotto il profilo dell'originalità della trama. Più che altro i migliori aspetti in questo film sono gli effetti speciali, la recitazione (Tom Hanks, McKellen, Prochnow, Jean Reno, tutti bravi, anche se la Tautou non è che mi dica poi tanto) ed appunto la trama presa dal romanzo di Dan Brown. Questi aspetti ne fanno comunque un buon film, anche se sicuramente si poteva fare molto di meglio. Un piccolo buco nell'acqua, se vogliamo metterla così.
L'uomo che non c'era (Ethan e Joel Coen, 2001) con Billy Bob Thornton, Frances McDormand, Tony Shalhoub e Scarlett Johansson. Beh sì, un film introspettivo, profondo, ben recitato, ben diretto. Le atmosfere suggestive e ben imitate degli anni cinquanta e l'uso del bianco e nero ne fanno un film accattivante e sicuramente originale sotto questo punto. Ma non mi è andato giù più di tanto, anche se non mi ha annoiato nè stancato. C'è ancora qualcosa che non mi convince del tutto: mi sarei aspettato molto di più dai fratelli Coen, con quel loro modo di dare sempre una punta di ironia ed amaro umorismo ad ogni loro film. In alcuni passaggi la trama e le riflessioni del protagonista risultano poco chiare e tutto sommato monotone. Comunque certo un film da tenere in conto, bravo B.B.Thornton (ed anche Shalhoub)
Spider (David Cronenberg, 2002) con Ralph Fiennes, Miranda Richardson e Gabriel Byrne. Molto molto bello. Anche qui la trasposizione cinematografica è fortemente condizionata dal libro (che non ho letto) ma a prescindere da questo da un maestro come lui direi che è uscito un ottimo film. Insieme a "an history of violence" ha contribuito ad inquadrare un po' Cronenberg come regista: questo è un film lento, estenuante, che mette un po' a disagio grazie soprattutto all'interpretazione di Fiennes su come il confine fra la realtà e l'immaginazione di un pazzo possa essere molto labile. Non sto a dire altro dico solo che è da vedere.