[QUOTE=karina]Decisamente imposizione, specie ora che si sta confondendo volutamente l'identit
[QUOTE=karina]Decisamente imposizione, specie ora che si sta confondendo volutamente l'identit
[COLOR=Green]"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer
io non generalizzo, ho esplicitamente affermato che ciò era quanto avessi avuto modo di vedere. Diverse volte ho sottolineato di aver incontrato solo questo tipo di cattolici e che quindi la mia opinione si basa sull'esperienza, come tale difficilmente generalizzabile. E' ovvio nel mio ragionamento che io giudichi eretici quelli che si dicono cattolici ma non riconoscono la chiesa. I casi sono due: o la metti in dubbio la mia esperienza a prescindere, annullandola, oppure mi mostri una folla oceanica di fedeli che si riconoscono nella Chiesa. Io finora non ne ho incontrati. Che ci posso fare? Mica è una scelta, io ho solo recepito umori.Originariamente Scritto da marco68
sono contenta per te e loro. Se leggi con attenzione le mie parole, vedrai che ho parlato di profondo rispetto per i credenti, tanto da non volermi battezzare solo per formalità. Ora sei tu che stai generalizzando la tua esperienza familiare a tutti i credenti, mica sono tutti convinti come i tuoi genitori? Forse non hai capito: io non voglio generalizzare né da un lato né dall'altro. Rilevo semplicemente che nella massa di credenti esistono sfumature di grigio, non è tutto bianco o nero. Le nostre esperienze personali non dimostrano altro che questo:il mondo è bello perché è vario, basta che vi sia rispetto reciproco. Ogni volta che si usa la massa per dare autorevolezza ad un ragionamento, se ne mostra solo la debolezza. La religione non dovrebbe fondare la sua forza sul numero di credenti, ma sulla sua qualità.In quanto ai Sacramenti i miei genitori, battezzandomi e facendomi fare comunione e cresima, sono sempre stati convintissimi di aver fatto la cosa più bella e più grande per me... pure quando mi vedevano così lontano dalla Chiesa, erano assolutamente convinti che Dio non mi avrebbe abbandonato, in virtù del Battesimo!
Io ho avuto sempre preti nelle ore di religione. Ho scelto di rifiutarne l'insegnamento (visto che diventavo sistematicamente l'oggetto della lezione, o esplicitamente, o con battutine e riferimenti vari), ma non sempre la scuola che frequentavo mi ha offerto un'alternativa (gli atei danno solo problemi in più. Spesso mi è capitato quindi di rimanere in classe, perché a vagare per i corridoi da soli dopo un po' ci si annoia. In particolare mi capitò di rimanere in classe per le descrizioni entusiaste dei miei compagni, che trovavano il professore uno spasso. Sembrava uscito dai film di Pierino. Una sequela di simpatici ammiccamenti ai maschietti, battutine a sfondo sessuale e tutti che ridevano. Anche in questo caso non pretendo di fare di tutta l'erba un fascio, ma il paese reale E' anche questo.Sulle tue esperienze personali non posso che prenderne atto... le mie sono state ben diverse... frequentando una scuola pubblica dove di Dio non c'era traccia... dove l'ora di religione era fatta da laici che non presentavano una storia della salvezza ma semplicemente una tra le tante opinioni religiose... con professori di filosofia e di altre materie che indottrinavano le magnificenze del marxismo... e io mi sono avviato a diventare ateo... e poi agnostico, proprio nella galassia new age et similia, e infine ritornato in seno alla Chiesa cattolica.
Riguardo i professori di filosofia, la mia era di sinistra (non l'ha mai detto apertamente, rifiutando qualsiasi discorso politico in classe, ma da dettagli nei ragionamenti extrascolastici te ne accorgi) ma mi ha fatto una palla allucinante su Hegel. Me l'ha fatto leggere, sotto costrizione.
Non esistono solo i preti volgari e non esistono solo gli insegnanti con la maglietta del Che, se andiamo avanti su questa strada non arriveremo a niente. Io ho riportato la mia esperienza, ma credimi su un punto, perché è quello importante: il mio ateismo non è motivato dal fastidio di ciò che ho vissuto. Non sono atea perché scottata dall'essere costretta ad una confessione nell'infanzia. Io distinguo tra fede e persone, tra teoria ed applicazione pratica. I problemi che ho avuto sono stati conseguenti alla mia scelta, non la causa: non mi hanno spinto a rifiutare la religione, ma a riflettere sull'intolleranza diffusa e sul suo significato a livello sociale. Il rifiuto sistematico delle differenze diventa una forma di coercizione.
Spero per te che il tuo rifiuto delle dottrine marxiste sia conseguente ad una riflessione seria e non per partito preso contro un insegnante che non stimavi.
Ultima modifica di karina; 27-01-2006 alle 19:23
Figurati... lo stimavo cosOriginariamente Scritto da karina
[COLOR=Green]"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer