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conogelato
Le cose son legate fra loro, Laurina! Se non recuperiamo un atteggiamento positivo verso la Vita in generale, non solo l'Italia, ma tutto il pianeta rischia di scomparire....
Napoli, le Cinque Terre, i canali di Venezia: ecco i siti Unesco che rischiano di sparire entro il 2100
I cambiamenti climatici minacciano alcuni gioielli del patrimonio italiano: erosioni e inondazioni possono cancellarli
Dal Faro di Alessandria in Egitto alla città medievale di Rodi e alla statua di Zeus a Olimpia, in Grecia, fino a Petra in Giordania: che il destino delle meraviglie del mondo sia quello di venire cancellate dalle calamità naturali ha sempre rappresentato parte del loro fascino. Ma oggi, a sfidare questa fatalità, ci dovrebbe pensare l’impegno sul clima, siglato da 55 stati del mondo a Parigi nel 2015, per ridurre le emissioni e limitare l’aumento della temperatura.
I canali di Venezia, le città barocche della Val di Noto, gli scorci pittoreschi delle Cinque Terre e i vicoli medioevali di Ferrara: prima ancora che dal turismo, questi gioielli del patrimonio italiano sono minacciati dalle calamità naturali. Sono tredici infatti i siti in Italia, dichiarati patrimonio dell’Unesco che entro la fine del secolo potrebbero sparire, cancellati dall’erosione delle coste o dalle inondazioni dovute all’innalzamento del mare. Il centro storico di Vicenza, Napoli, Ferrara, Ravenna, le Cinque terre, e poi Genova, Pisa, il sito archeologico di Pompei, la Costiera amalfitana, Siracusa, Venezia, il sito di Paestum e la Val di Noto.
A denunciare la situazione ci pensa uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, coordinato da Lena Reimann dell’università tedesca di Kiel. La ricerca fotografa lo stato di quarantanove siti dell’Unesco, in prossimità delle coste, in sedici Paesi del Mediterraneo: tra questi, l’Italia ospita il numero più alto di meraviglie a rischio. Dopo di lei seguono la Croazia, con sei siti, e la Grecia con tre. Tra le località italiane in pericolo, spicca al primo posto la città di Venezia, che pure, come sottolineato dalla ricerca, rimane l’unico sito dell’Unesco ad essere protetto dall’innalzamento dell’acqua attraverso un sistema di barriere. “Una volta che il Mose sarà completato – si legge nel documento della ricerca – il rischio verrà ridotto notevolmente, perché il sistema di barriere mobili proteggerà la città e la laguna dall’acqua alta fino ai tre metri”.
Nel complesso, secondo la ricerca sono 37 le località, affacciate sul Mediterraneo, che rischiano di essere colpite da un’alluvione nei prossimi cento anni, mentre 42 vengono minacciate dall’erosione costiera: alcuni corrono entrambi i rischi. Soltanto due località del bacino, secondo la ricerca dell’università di Kiel, per ora si salverebbero da queste minacce: l’oasi della città di Medina, in Tunisia, e il sito archeologico di Xanthos-Letoon, in Turchia. La ricerca sottolinea inoltre che entro il 2100 il rischio di inondazioni potrebbe aumentare del 50% e quello di erosione del 13%.
Per salvaguardare i siti dell’Unesco, i ricercatori dell’università di Kiel incoraggiano quindi l’utilizzo di barriere artificiali, che non danneggino il profilo estetico dei luoghi, oppure naturali, ripristinando per esempio gli ecosistemi costieri per arginare l’avanzata del mare. Sforzi necessari, conclude la ricerca, ma inutili senza un impegno globale a rispettare l’accordo di Parigi, per evitare la nostra versione moderna del mito di Atlantide.
https://www.repubblica.it/viaggi/201...-C4-P1-S1.4-T1