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Solo la morte
A volte vedo
Solo bare a vela
Salpare con pallidi defunti, con donne dalle trecce morte,
con panettieri bianchi come angeli,
con fanciulle assorte spose di notai,
bare che salgono il fiume verticale dei morti,
il fiume livido,
in su con le vele gonfiate dal suono della morte,
gonfiate dal suono silenzioso della morte.
(da
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Frammenti (dai lontani anni ’90)
1
Respirano nella città
Cuori zoppicanti
Come cerbiatti di luce
Come arcocerchi accennati
Come lucertole
Da roccia a roccia.
Si toccano
Dopo vertici di paura
Dopo stridori convulsi
Lacerati da brevi intermittenze.
S’incontrano
Sulle strade calde e veloci
Su pietre in rapida trasformazione
Su pendii in movimento
Sopra vecchi cadaveri.
Amano e si baciano
Avvizziscono e ricordano
Soffocando nella città
Cuori confusi
Come falene esperte
Come impronte digitali
Come radici
Costrette alla luce
* * * * *
E’ notte.
Una lunghissima notte.
Una di quelle notti che durano tutta la vita.
* * * * *
“Lilly!!! Non-ci-sia-mo!”
Non puoi farmi “Uh-Uh…..Ah-Ah” quando vedi uscire il mostro dalla palude. Non so più come dirtelo. “Uhuhahah” me lo reciti si rimani chiusa in una stanza buia. “Uhuhahah” lo dici se perdi l’ultimo treno nella metropolitana di New York. “Uhuhahah” puoi anche urlarlo se alla tua festa di compleanno non riesci a spegnere tutte le candeline. Ma se un mostro terrificante viene fuori da una melmosa palude perché ha fame e ti trova deliziosa, l’ultima cosa che dovresti dire è “Uhuhahah!!!”
“Lerry, ho capito. Non c’è bisogno di alzare la voce. Vuoi che mi strappi i capelli di fronte a quel pupazzo scemo? Voui che mi ficchi le unghie nella carne viva per il terrore? Che mi venga una crisi epilettica? Che mi esca schiuma verde dalle narici? Va benissimo. Ma non pensare che sia la reazione più credibile di fronte a quell'obbrobrio!”
“Non me ne frega un cazzo se quel mostro fa schifo. Tu devi solo avere paura. Ricordatelo per una fottutissima volta: quello è un mostro.
È un mostro
È un mostro
È un mostr…..”
Ultima modifica di funeralblues; 22-07-2006 alle 14:24
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Frammenti
2
25 gennaio 1995
Colmerebbero di baci l’assoluto
Le mie labbra. Le mie labbra assetate
Come sciami su terre fiorite.
Le mie labbra che attendono il volo
Come immote altalene, Come colli
Di bottiglia generosi alla sera.
Come fari preziosi sul mare vorace
Come nuvole grigie arrossate al tramonto.
Ma le labbra rinchiuse tra queste pareti
Sono terra riarsa da sospiri mendaci: come
Pesci inchiodati sulla trama di reti
La paura rubò la mia messe di baci.
* * * * *
Febbraio-marzo 1994
Chiamami uomo
Perché ho saputo amare.
Frammenti di sudore
Subissarono la mia anima
Abbassai lo sguardo
Cercando un miracolo.
Era il cenacolo del mio peccato
Il pericolo del mio silenzio.
Riposi le tue parole
Come echi di sirene
Attesi il lamento
Di conchiglie frantumate,
Ti toccai dietro il mare.
Ora che ho saputo viverti
Chiamami amore.
* * * * *
Per Clacò - 1994
Sedie verdi tremolanti di smalto
Hanno perso colore
Sulla schiena di tanti viandanti.
Silenzioso dolore.
Sembra lucere di pianti cobalto
Per le cose da poco
Che benfecero di uomini amanti
D’agapanti, per gioco.
* * * * *
Frammenti
10
Sul traghetto che invade l’orizzonte
I tuoi baci sono archeologia
La bugia dei tuoi baci passiti
Rattrappiti, scolpiti, feriti e riuniti.
Sorseggia il mare, quando hai tempo.
* * * * *
Non so cosa mi possa turbare:
forse saperti al mare disteso
senza di me?
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Siedo alla mia scrivania.
In realt
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Uomini anguilla
Luci viola rosse rosa
blu biancorosse gialloblu
luci della citt
Ultima modifica di funeralblues; 30-07-2006 alle 19:30
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Banned
[QUOTE=funeralblues]Siedo alla mia scrivania.
In realt
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Ridono
e saccheggiano
l'infeltrita battigia
affondando mollemente
invisibili articolazioni
Sono le lezioni
delicatamente offerte
dalla natura
come trucchi grossolani
estratti
dalla valigia di cartone
di un mago ubriacone
Quelle Petites Maisons
quei minicirchi squadrati
come soldatini in parata schierati
quelle precarie scacchiere
serpeggianti
verso liquide sponde
Gavitelli sinuosi
agugliotti luccicanti
tenacemente avvinti
alle loro femminelle
battiti di fiocchi e di rande
gorgoglianti
attriti marini
alberi piantati nel nulla
sartie e stralli
tesi come le corde
di scaltri menestrelli
Sulla terra gli strilli
di bimbi in corsa
le mani al cielo
come banditi in fuga
Amo questa vita
e la smarrita ricordanza
che m'adombra i pensieri
semiseri della sera
Amo questo orizzonte
mai così ambiguo e così netto
come i miei occhi tremanti
Amo gli amplessi
degli amanti un po' indecisi
titubanti nel toccarsi
e pieni di stupore
Amo del fiore nella piana
più dei profumi e dei colori
quel dolce dondolio che
piano piano
lo spampana
-
Avanti... forza... un bel respiro.
Ecco fatto.
Nuovamente all'interno dei pantaloni che, sempre sul punto di esplodere, rivestono le mie gambe come domopac sartoriale.
Anche un trancio di tonno, dentro un scatoletta colorata, assume un'aria pi
Ultima modifica di funeralblues; 10-08-2006 alle 11:53
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