in gergo troveranno il capro espiatorio , faranno martire un povero cristo per salvare la pellaccia a tutto lo staff
peccato che tutti - e sottolineo il tutti - i garanti esterni alla Chiesa di quella task force si siano dimessi denunciando gli ostacoli e la mancata collaborazione delle gerarchie;
detto questo, e fatte salve tutte le risultanze oggettive, la questione pedofilia nella Chiesa non può essere usata come clava per una discriminazione o un'aggressione generalizzata contro il clero, anche quello che esprima posizioni discutibili o addirittura odiose;
quelle vanno contestate e contrastate in modo proprio; cioè, se un prete mi dice che la sua dottrina ritiene un determinato comportamento sessuale immorale, non avrebbe senso controbattere che "la Chiesa è piena di pedofili", anche se ciò fosse vero;
perché l'idea, il principio, ha un valore distinto da chi eventualmente la esprima; ed è quello in discussione, su cui devo argomentare;
non è che se un ladro mi dice "non rubare", il senso del principio viene meno; posso dire a chi lo esprime che è un buffone, ma questo non è concludente rispetto al principio.
c'� del lardo in Garfagnana
Sì, però è anche giusto che la Chiesa prenda atto che è la struttura stessa del clero, la sua storia secolare, l'organizzazione dei seminari a favorire lo sviluppo di questo cancro al suo interno, in primo luogo per l'obbligatorietà del celibato, che destabilizza sul piano affettivo e sessuale, poi per una sorta di "ereditarietà" della pedofilia, perché chi abusa spesso è un ex novizio a sua volta abusato da bambino. Brutalmente, qui si rischia che vada in seminario solo gente che ha queste tendenze qui, o forti problemi affettivi, sessuali, di relazione.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
non c'è più niente da salvare , la Chiesa le religioni in generale non sono più credibili ed è giusto che sia così per una spiritualità sentita e non pilotata che il tempo del medioevo è finito e fa parte del passato
questa della pedofilia che è il peggiore dei crimini perché deturpa una giovane vita per sempre... è un male che la dovrebbe portarla all'estinzione di se stessa e ringraziamo il male di esistere ( male come strumento evolutivo )..altro che task force , il napalm si dovrebbe usare
Ultima modifica di dietrologo; 24-07-2017 alle 11:18
vabbè, la Chiesa è un ente morale, associazione come le altre, e valuterà da sé le circostanze; le responsabilità penali sono personali e non si può interferire sulla questione del celibato del clero, come se quello che decide la Chiesa riguardasse anche chi ne è esterno, al di là di circostanze di ordine pubblico, che non ricorrono.
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Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Solo che la questione pratica non e' fatta di argomentazioni, ma di comportamenti, scelte ed esclusioni per cui se nello stagno ho il solo sospetto che ci siano i coccodrilli non ci faccio il bagno, ancor meno ci faccio avvicinare i bambini.detto questo, e fatte salve tutte le risultanze oggettive, la questione pedofilia nella Chiesa non può essere usata come clava per una discriminazione o un'aggressione generalizzata contro il clero, anche quello che esprima posizioni discutibili o addirittura odiose;
quelle vanno contestate e contrastate in modo proprio; cioè, se un prete mi dice che la sua dottrina ritiene un determinato comportamento sessuale immorale, non avrebbe senso controbattere che "la Chiesa è piena di pedofili", anche se ciò fosse vero;
perché l'idea, il principio, ha un valore distinto da chi eventualmente la esprima; ed è quello in discussione, su cui devo argomentare;
Poi i teorici argomentino.
la questione pratica è fatta di argomenti, perché quelli limitano la capacità di agire;
se tu sei il presidente di una squadra di calcio con una tifoseria particolarmente violenta, non puoi essere responsabilizzato de jure più degli altri presidenti per responsabilità che non sono tue;
una volta accertato che hai preso le precauzioni di legge in buona fede, la tua responsabilità lì finisce;
purtroppo, il tifo calcistico è un fenomeno che si presta alla violenza;
quindi, punisci i responsabili finché puoi;
se poi la cosa non si dimostra efficace, puoi disporre per la tutela dell'ordine pubblico la cancellazione del campionato;
ma non ipotizzare che il presidente trasformi la società e la squadra di calcio in un club di rugby perché la tifoseria è più pacifica
se gli ambienti parrocchiali dovessero rivelarsi come luoghi a rischio, semplicemente se ne dovrebbe proibire l'accesso ai minori, come per certi locali;
poi, come per lo stadio, ognuno liberamente scelga se la partita vale il rischio di essere coinvolti in incidenti; nella circostanza ordinaria, se far frequentare ai figli quegli ambienti.
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La definizione della responsabilita' avviene a posteriori del fattaccio, segue il suo corso e non cancella il fattaccio, ne elimina la possibilita' che si ripeta, visto che, se non e' stato impedito al primo, non si riconosce nemmeno il secondo.
Da esterno interessa non correre il rischio di subire il fattaccio, non di fare causa dopo, per cui, definito a mio giudizio, un ambienre rischioso, come un campo minato dove una minima percentuale di terreno contiene mine, che pero' ci stanno, evito di averci a che fare.
Salvo essere il cacciatore che con l'overcraft esplora la palude cercandoli proprio i coccodrilli.
Evito, manco spreco tempo in inutili condanne dialettiche.
Ma ci vai ad abitare con la famigliola nel parco verde di caivano?
Lo stesso frequentare certe strutture da decenni titolari di ampia fama e performance.
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Mi pare diverso.
Hai un fenomeno, apparentemente in percentuali anomale, che si verifica in ambiente ben definibile e circoscritto, che, oltre a vedere l'azione del singolo, vede la collusione, per i piu' svariati motivi loro, della struttura.
Mi pare azzardato permettere al pargolo di casa di frequentare quel contesto non si sa da chi popolato e che per altro lavora proprio con i bambini.
Ben diverso dall'idraulico, o architetto che sia, che opera individualmente e istituzionalmente non viene messo a gestire le prede.
Vabbe' non saranno tutti cosi', ma all'oratorio non ci vai.
La responsabilita' sara' individuale, ma non voglio essere io la vittima che la rende conclamata.
Mica serve essere dittatori.
Se su un aereo si scopre una persona infetta, tutti i passeggeri finiscono in quarantena.
Per un contesto piu' ampio e meno gestibile, ma tuttavia ben riconoscibile e' il contesto al contorno a rischio che lo isola, o opera a suo rischio e pericolo chiedendo giustizia a posteriori tenendosi il danno.
persegui anche i collusi, ovviamente;
dovresti estendere un provvedimento a tutti i contesti in cui adulti si relazionano con minori;Mi pare azzardato permettere al pargolo di casa di frequentare quel contesto non si sa da chi popolato e che per altro lavora proprio con i bambini.
tu puoi, comprensibilmente, nutrire un pregiudizio nei confronti di quell'ambiente e scegliere di non farlo frequentare ai tuoi figli; il che, appunto, non costituisce necessariamente razzismo culturale nei confronti di tutti i sacerdoti;
la legge non può presumere la responsabilità ambientale del singolo che faccia parte di quell'ambiente;
sarebbe diverso se tu non avessi alternative; in questo caso puoi solo far rispettare la legge e reprimere i reati; frequentare l'oratorio è una facoltà, non un obbligo;Ben diverso dall'idraulico, o architetto che sia, che opera individualmente e istituzionalmente non viene messo a gestire le prede.
nel caso degli orfanotrofi o case-famiglia, dove si verifica una condizione di necessario affidamento, il nodo del sistema sta nell'omologazione dell'abilitazione di quel personale; cioè, potresti sottoporre il personale consacrato ad un esame di stato, in quanto decidi inaffidabili i criteri selettivi adottati dall'autorità religiosa;
in questo caso opera una causa automatica, indipendente sia dalla volontà dell'infetto, sia da quella degli infettabili; infatti, il caso di epidemia è tipico per natura di ordine pubblico e sospensione di determinate libertà.
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