Originariamente Scritto da
Yele
Il punto è che le due cose sono legate.
Per un uomo la cosa è meno percettibile, perchè occupa il gradino più alto della scala sociale, e quindi pensa che l'essere uomo o donna, sia indifferente ai fini delle cose che una persona può fare. Ma purtroppo non è così.
Nonostante i cambiamenti, comunque una che nasce femmina impara vivendo che se vuole fare certe cose, deve far più fatica, deve farsi accettare, oppure che in quel ruolo, in quell'ambiente è "fuori posto", è percepita come "eccezione" ecc.
Una donna non può voler fare il papa, difficilmente aspira a diventare presidente degli Stati Uniti o capo di Stato, a cimentarsi nella boxe o a essere pilota di formula uno.
Quindi il fatto che le identità sociali siano "due", per una donna significa che ci sono persone che possono fare tutto e altre che non possono, e tra quelle che non possono fare tutto, c'è lei.
E il fatto che dipenda dal sesso, è fastidioso, perchè non dovrebbe dipendere dal sesso quello che puoi o non puoi fare, che sia il pilota di formula uno o il presidente della Repubblica.
Lo stesso si applica a molte altre caratteristiche "naturali" a cui vengono appiccicati dei vincoli, sia chiaro.
Una donna di colore, che si guarda nello specchio, non vede solo "una donna", vede "una donna di colore", a causa delle discriminazioni che storicamente sono state appiccicate a quella caratteristica.
Un anziano non vede una persona, vede "un anziano" e sa che se si veste in un modo, piuttosto che in un altro o pretende di fare una cosa piuttosto che un'altra, viene giudicato in base a quello che socialmente è ritenuto "adeguato" o meno alla sua età.
Un bambino impara presto che certe cose non le può fare, "in quanto bambino".
E così via.
Ma in molti casi le cose che una persona può o non può fare non hanno niente a che vedere con il colore della sua pelle, la sua età, o il suo sesso.