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Risultati da 181 a 195 di 349

Discussione: Donne uomini moglie e mariti

  1. #181
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ma dicevo ieri che non esistono più donne che si occupano solo della casa. Anzi, ma sono poi mai esistite? Le nostre nonne che erano casalinghe, magari facevano le riparazioni sartoriali a casa, o coltivavano l'orto, o qualsiasi altra cosa e comunque occuparsi della casa vuol dire occuparsi della famiglia. Non vedo come questo possa essere ritenuto un fallimento, può essere una scelta più o meno condivisibile, antiquata, ma fallimento? Tutte le donne che per tutta la nostra storia e fino a pochi decenni fa si sono occupate della famiglia sono state delle fallite? Insomma...le mie nonne erano persone in gamba seppur modeste
    Un abbraccio.
    amate i vostri nemici

  2. #182
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Il problema risiede in quante erano libere scelte e quante costrette da convenzioni, mancanza di opportunità e possibilità nello stare o non stare a casa.
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  3. #183
    L'avatar di dietrologo
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Se la scusa della complementarietà serve a qualcuno per discriminare, che stereotipo vuoi che dica?
    Che sia per idee religiose o di altra origine cambia poco.
    ora ti faccio un disegnino : a dietrologo piace cucinare a moglie no , dietrologo cucina e moglie fa ciò che dietrologo non riesce a fare ( esempio) , nessuno obbliga nessuno ma si fa ciò che è da fare a seconda delle capacità = complementarietà

    ho soddisfatto la tua indole rivoluzionariacomunistaemancipata ?

  4. #184
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Serve la cappella sistina a te per capire che ho detto che la complementarietà, nell'accezione "conesca" è un pretesto per mettere paletti?
    Che tu cucini e lei no, ok. Non è questo che sto dicendo.
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  5. #185
    L'avatar di dietrologo
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    naltra volta metti a chi va riferito altrimenti non si capisce


    @ Cono
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    È che la complementarietà viene usata a sproposito per ruoli e competenze stereotipate.

  6. #186
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Come sempre ti sei inalberato per un'affermazione che voleva sottolineare che nel fumoso mondo della definizione di complementarietà ci sta l'uso distorto per i soliti stereotipi di genere.
    Di che cosa ci fosse da arrabbiarsi non so.
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  7. #187
    L'avatar di dietrologo
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    Citazione Originariamente Scritto da Magiostrina Visualizza Messaggio
    Ma dicevo ieri che non esistono più donne che si occupano solo della casa. Anzi, ma sono poi mai esistite? Le nostre nonne che erano casalinghe, magari facevano le riparazioni sartoriali a casa, o coltivavano l'orto, o qualsiasi altra cosa e comunque occuparsi della casa vuol dire occuparsi della famiglia. Non vedo come questo possa essere ritenuto un fallimento, può essere una scelta più o meno condivisibile, antiquata, ma fallimento? Tutte le donne che per tutta la nostra storia e fino a pochi decenni fa si sono occupate della famiglia sono state delle fallite? Insomma...le mie nonne erano persone in gamba seppur modeste
    mi sono riaffiorati ricordi da tempo dimenticati , mia nonna era tutto questo ed era il punto di riferimento di una grande famiglia e a cui spettava ogni decisione finale , una Papessa

  8. #188
    L'avatar di dietrologo
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Come sempre ti sei inalberato per un'affermazione che voleva sottolineare che nel fumoso mondo della definizione di complementarietà ci sta l'uso distorto per i soliti stereotipi di genere.
    Di che cosa ci fosse da arrabbiarsi non so.
    non sono arrabbiato , forse è emersa la noia nel sentire una questione che per me fa parte di una cultura superata e sentirla da una giovane mi sorprende

  9. #189
    Opinionista L'avatar di Vega
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    È che quando appare la parola complementarietà non è scontato che non ci siano nozioni non corrette di cosa a livello psicologico voglia dire questo concetto.
    Magari il senso comune lo associa appunto a mansioni e capacità proprie di un genere e non dell'altro.
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  10. #190
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    È che quando appare la parola complementarietà non è scontato che non ci siano nozioni non corrette di cosa a livello psicologico voglia dire questo concetto.
    Magari il senso comune lo associa appunto a mansioni e capacità proprie di un genere e non dell'altro.
    nel tempo una coppia si complementa , non so se il termine è esatto , capisco la mia compagna lei fa altrettanto e si decidono i ruoli , lo farai anche tu spero se convivi con qualcuno

  11. #191
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Ma questo è un altro paio di maniche e riguarda attitudini/voglia di fare certe mansioni, avere certe responsabilità.
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  12. #192
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Non puoi metterli alla base di un rapporto: E' diverso. Se per differenti motivi l'uomo o la donna non lavorano devono forse essere amati di meno? Diventare meno degni della nostra stima? Del nostro rispetto?
    non necessariamente;
    ma resta un presupposto di potere che falsa il rapporto, perché un partner economicamente dipendente non è mai libero nei sentimenti, né l'altro sarà mai sicuro che quell'"amore" non sia condizionato dalla necessità;
    qualcuno preferisce così, perché si sente in controllo, rassicurato da quella mancanza di libertà; ma è un'ombra che distrugge tutto, perché dove c'è un potere di fatto, non può esserci vero amore;
    è un drago dormiente, che magari non si sveglia mai perché è già in coma;

    Viviamo veramente nella cultura dello scarto, sapete? Dove viene dato valore alle persone solo per ciò che producono. Per ciò che guadagnano. Per quella che chiamiamo "qualità della vita". E questo sul lavoro, in economia, in politica e, mi duole constatarlo, anche in campo affettivo. Nei rapporti fra i partners. Parola d'ordine: "Dimostrami che non sei un fannullone. Fammi vedere il tuo estratto conto bancario" Soltanto dopo deciderò se amarti o non amarti....
    appunto, col risvolto della medaglia, che fa preferire proprio il partner dipendente, che non guadagna, perciò non libero, quasi sempre la donna:
    fammi vedere se sei in grado di fare a meno di me, perché in quel caso non potrò amarti, dato che non voglio correre il rischio; e se lo corro e sarò abbandonato, te la faro pagare;

    perché è questo che succede, il vero dramma, un giorno sì e uno no; oggi sì, per esempio, in Friuli...

    io la penso all'opposto di te, Cono, non scarto e non ho mai scartato nessuna, ricca o povera; ho sempre cercato di rispettare la volontà altrui; ma guarda, nemmeno per particolare virtù, che non credo di avere;
    semplicemente, è troppo faticoso e angoscioso avere a che fare con una persona che cova il rancore latente dovuto alla cattività, al desiderio d'altro che si genera nella frustrazione del non poter comunque scegliere; perché è questa la condizione di chi non ha un reddito proprio o di chi dipende dalle scelte altrui;
    è una cosa che consuma tutte le energie vitali, impedisce la spontaneità, costringe al controllo, al sospetto; un inferno.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #193
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non necessariamente;
    ma resta un presupposto di potere che falsa il rapporto, perché un partner economicamente dipendente non è mai libero nei sentimenti, né l'altro sarà mai sicuro che quell'"amore" non sia condizionato dalla necessità;
    qualcuno preferisce così, perché si sente in controllo, rassicurato da quella mancanza di libertà; ma è un'ombra che distrugge tutto, perché dove c'è un potere di fatto, non può esserci vero amore;
    è un drago dormiente, che magari non si sveglia mai perché è già in coma;


    appunto, col risvolto della medaglia, che fa preferire proprio il partner dipendente, che non guadagna, perciò non libero, quasi sempre la donna:
    fammi vedere se sei in grado di fare a meno di me, perché in quel caso non potrò amarti, dato che non voglio correre il rischio; e se lo corro e sarò abbandonato, te la faro pagare;

    perché è questo che succede, il vero dramma, un giorno sì e uno no; oggi sì, per esempio, in Friuli...

    io la penso all'opposto di te, Cono, non scarto e non ho mai scartato nessuna, ricca o povera; ho sempre cercato di rispettare la volontà altrui; ma guarda, nemmeno per particolare virtù, che non credo di avere;
    semplicemente, è troppo faticoso e angoscioso avere a che fare con una persona che cova il rancore latente dovuto alla cattività, al desiderio d'altro che si genera nella frustrazione del non poter comunque scegliere; perché è questa la condizione di chi non ha un reddito proprio o di chi dipende dalle scelte altrui;
    è una cosa che consuma tutte le energie vitali, impedisce la spontaneità, costringe al controllo, al sospetto; un inferno.
    E' anche la condizione di chi è molto insoddisfatto del proprio lavoro, magari per essere sottopagato, sottovalutato o per essere finito a fare qualcosa che proprio non gli piace e non avere la possibilità di cambiare. Forse non c'entra niente, ma mi sembra che il senso non sia tanto nel lavorare o non lavorare, quanto nel realizzare ciò che realmente ci soddisfa. Per alcune potrebbe ancora davvero essere soddisfacente fare la casalinga? Ci metto un punto di domanda perchè davvero non lo so...io quando sono stata in maternità alla fine non ce la facevo più...

  14. #194
    abstract L'avatar di Yele
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    Come sempre ti sei inalberato per un'affermazione che voleva sottolineare che nel fumoso mondo della definizione di complementarietà ci sta l'uso distorto per i soliti stereotipi di genere.
    Di che cosa ci fosse da arrabbiarsi non so.
    eh lo sai lo sai

  15. #195
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Magiostrina Visualizza Messaggio
    E' anche la condizione di chi è molto insoddisfatto del proprio lavoro, magari per essere sottopagato, sottovalutato o per essere finito a fare qualcosa che proprio non gli piace e non avere la possibilità di cambiare. Forse non c'entra niente, ma mi sembra che il senso non sia tanto nel lavorare o non lavorare, quanto nel realizzare ciò che realmente ci soddisfa. Per alcune potrebbe ancora davvero essere soddisfacente fare la casalinga? Ci metto un punto di domanda perchè davvero non lo so...io quando sono stata in maternità alla fine non ce la facevo più...
    i gusti son gusti; se scegli di fare la casalinga e ti piace, benissimo;

    se non hai scelta, quella condizione la subisci, ed era l'handicap delle nonne, rassegnate, quasi sempre prive di studi e alternative;
    certo che a fare i mestieri non è che ci sia gran sollecitazione di capacità e intelligenza;
    oltretutto, dato che in media le donne sembrerebbero riuscire un pochino meglio degli uomini negli studi, è tutta la società che si priva di quelle potenzialità;

    cioè, se tagli del 50% il bacino di pescaggio di tante professioni selettive, la qualità complessiva di ogni settore sarà per forza peggiore, per un semplice calcolo di utilità attese: è estremamente probabile - a partire dai dati universitari - che se su 100 posti di, che so, pediatra, tu potessi selezionare a partire da 500 uomini, avresti un livello complessivo inferiore che potendo scegliere tra 500 uomini + 500 donne;
    moltiplica per tutti i settori e hai una notevole differenza di qualità complessiva di tutto il sistema, che premia il merito;

    per me, poi, ostacolare il lavoro e l'indipendenza femminile è un crimine.
    c'� del lardo in Garfagnana

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