Citazione Originariamente Scritto da Yele Visualizza Messaggio
Non esattamente, però di sicuro i vitalizi non contano una cippa.
Io vorrei dei politici degni dello stipendio che prendono, non degli stipendi da fame per chi deve governare bene un paese.
se non ne trovi, candidati tu, se sei capace; altrimenti, vuol dire che la tua società non è in grado di esprimerli;
del resto, perché uno che intenda assumersi certe responsabilità e abbia fiducia nei propri mezzi dovrebbe concorrere per un non-potere di governo come quello sancito dal referendum, se gli italiani in maggioranza vogliono un sistema proporzionalista di sottogoverno ?
tu andresti a lavorare in un posto dove non fossi messa in condizione di essere efficace, dovendo poi rispondere di quell'inefficacia ? non credo...

Se sai prevedere il comportamento dell'essere umano, fatti avanti per il Nobel
io non prevedo nulla, perché non si può; mi limito ad osservare delle correlazioni fattuali e a naso credo che quelle siano meglio di nulla per scegliere una direzione;
ad osservazione, sembrerebbe che le motivazioni forti che spingono la società nel suo insieme ad aderire a stili di vita individuati come "virtuosi" riposino sulla costruzione di identità sociali percepite come elitarie, piuttosto che sulla ragionevolezza del precetto; fai la differenziata perché ti senti migliore, più affine ai nordeuropei, hai una gratificazione identitaria individuale, esattamente come l'auto e le vacanze facevano sentire sprovincializzati certe generazioni precedenti, che a latere diventavano più liberali anche coi figli; poi, puoi elaborare ideologicamente e razionalizzare; ma senza il movente del desiderio si resta fermi all'acquis;


non mi pare che l'approccio pedagogico sia classista in sé, né quello di sinistra classico, che mira proprio a negare il classismo, quindi mi sembri un po' fuori strada...
beh, c'è un eloquente dibattito di molti decenni sul tema; la sinistra italiana ha abbandonato il materialismo dialettico, sostituito da un nulla retorico e moralista che mancava di individuare le prospettive di classe, e per questo è stata incapace di elaborare teorie e prassi concrete; lo vedi comparando con la socialdemocrazia tedesca che, scevra dai pipponi massimalisti nostrani, ha spinto davvero su politiche di classe e mobilità sociale, ottenendo grandi risultati, ora difesi pure dai centristi;
in concreto, i socialdemocratici tedeschi hanno costretto la borghesia nazionale a fare la sua parte borghese - innovare, assumersi le responsabilità di classe, pagare il prezzo della selezione - mentre la sinistra nostrana, incapace di svincolarsi dal sovietismo di facciata, è stata solo capace di cooptare i propri assistiti nel sistema della rendita che snaturava la nostra borghesia; cioè: io ti consento di tenere la Fiat da incapace, sussidiando le tue auto del cazzo; e tu in cambio mi garantisci stipendi a fronte di lavoro inefficiente; il padrone è contento, gli operai pure; questa non era lotta di classe, né lotta al classismo, ma conservazione feudale a buffo;

Comunque l'Università, sotto un certo reddito è praticamente gratuita, se ottieni una borsa di studio. Almeno dove sto io è così. Ed è reale. Fai domande, porti l'ISEE, mantieni i crediti obbligatori e hai borsa di studio, alloggio, buoni pasto, tutto.

Ma io sto in Emilia Romagna... piena di ex comunisti
evidentemente, non basta; perché la selezione motivazionale avviene a monte, in famiglia; dovrebbe essere istituito un percorso formativo di default, già dalle superiori, in cui un biennio universitario di prova, abbinato ad un servizio civile fuori-sede, sia la regola, e non il punto di arrivo di gente già motivata;
questo perché certi talenti emergono solo dopo, quando ci si familiarizza con un interesse specialistico;
io alle superiori ero un asino, sempre a rischio bocciatura, salvo prendere 54/60 alla maturità; ma all'università ero una spada, perché motivato;
i miei compagni di liceo che hanno avuto più successo professionale erano delle capre, due su tre bocciati alla maturità; poi hanno fatto il salto, quando è scattato il "click" della motivazione; mentre i "60" della mia classe si sono tutti arenati su carriere standard, piuttosto mediocri;

oggi a 20 anni si è ancora in crisi d'identità, e se si ragiona punitivamente, nel senso di castigare l'indecisione, si perde un potenziale altissimo e si premiano i bambini antichissimi, come li chiamava un mio amico di facoltà, cioè quelli che a 20 anni sono già agghindati da piccoli manager o professionisti, imbevuti di ambizioni apparentemente solide, che però spesso nascondono solo investimenti identitari precari.