Originariamente Scritto da
axeUgene
bisogna vedere cosa, valutato come, e in quali condizioni;
intanto questa carenza di potere contrattuale a tutti i livelli comporta che siano le generazioni anziane a dirigere, e queste nei grandi numeri si occupano poco del futuro, per ovvii motivi;
senza scomodare le alte sfere, se un 70enne in buona fede ritiene un investimento in eredità dei figli la ristrutturazione del casale della sua infanzia a Monculi di sopra, va a spendere risorse per qualcosa di dubbia redditività e per un motivo affettivo recondito; vacci a ragionare...
non che il parere e le predilezioni dei giovani siano necessariamente più efficienti, beninteso;
in un ambiente culturale meno autoritario e gerarchico, ci sarebbe più cultura economica diffusa e le generazioni anziane si farebbero una ragione della necessità di passare la mano, a tutti i livelli; perché il "giovane scemo" e fancazzista è anche il risultato della porta chiusa sull'accesso alle risorse, visto che la cultura della competizione contro la generazione possidente non fa parte del nostro bagaglio;
cioè: tu, padre, fai lo scarparo , non mi dai retta, a 30, 40 o magari 50 anni, e pensi di essere ancora il più capace ? io mi metto in proprio e ti faccio concorrenza; non succede, non è nella cultura; ci si accontenta di far finta di lavorare in cambio dell'argent de poche; salvo poi scannarsi coi fratelli quando il vecchio tira le cuoia, ma la situazione è compromessa dalla gestione poco dinamica;
avrai notato che in questo paese non c'è mai stata un rivoluzione, ma guerre civili quante ne vuoi...
è la cultura gerarchica, autoritaria, verticale, rurale, patriarcale;
ogni tanto, qualche solone si lagna dei giovani imbelli e predica un calcio in culo alla maggiore età; che sarebbe giustissimo, purché si sia disposti a ritrovarsi dopo qualche anno il figliolo che ti manda anzitempo alla bocciofila, perché ha lo spazio e le opportunità per farti concorrenza; cioè, accesso al credito e opportunità minime di una carriera autonoma;
noi vediamo la crisi, ed in generale le scelte, sempre e solo come risultato di circostanze endogene o inevitabili; ma spesso sfugge il contenuto intrinseco di potere nel perseguire un assetto miserabile, tanto ai livelli "alti", quanto a quelli famigliari, dove la povertà è chiaramente un puntello di assetti tradizionali di genere.