Forse perche' in una parola si condensa un punto di vista.
Quindi?
Poi il "razzista" ciascuno lo definisce ad uso proprio e, in ogni caso, gli altri sono sempre selezionati in graditi, sgraditi e indifferenti, i piu'.
Ecco qui altre due perle. Non serve che tu ogni volta evidenzi quanto poco capisci di ciò che scrivo, ormai il fenomeno è lampante.
Non ho detto di volerla reinventare, ho detto che in caso di necessità sarei in grado di farlo. Riprendi il discorso dall'inizio e lo scoprirai.
Ma se tu dovessi mai ritrovarti in tali condizioni e non sapessi che pesci pigliare, allora tanti auguri a te.
Infatti è stata proprio fatta apposta, tanto per levarti dalle spine. Axe l'ha capito, l'ha detto e ripetuto ma non ti è bastato; ma io la tua reazione scomposta me la sono proprio goduta.
con me sfondi una porta aperta, perché quella qualità e tutto il mondo che c'è dietro sono una specie di religione, e non mi dilungo a spiegare il perché e il percome; mi ci cade l'occhio sempre e comunque e ci investo tutto quello che mi resta dopo aver provveduto all'essenziale in modo razionale;
c'è da dire che grazie alla tecnologia della comunicazione in grande misura sopravvive sempre una domanda e una capacità di accumulo e conservazione delle competenze, anche quelle più di nicchia; oggi è la stessa standardizzazione a produrre infinite nicchie di domanda alternativa; io guadagno grazie a questa cosa;
vero, ma le proporzioni sono lo stesso sfavorevoli; con la caccia e raccolta la saturazione di territori amplissimi è molto rapida, ed è anche molto improbabile che non appena si formino gruppi organizzati non si inneschi il ricorso all'agricoltura, con tutto il portato militare di contorno;Ragionando sempre per ipotesi, perché da lì siamo partiti, è facile che prima di arrivare alle montagne impervie la densità della popolazione si sia già considerevolmente ridotta a partire dalle aree più popolate. L'adattamento non si acquista dall'oggi al domani, e vivendo nelle condizioni presenti sono pochi quelli che sanno adattarsi.
storicamente, l'handicap cinese - da millenni prima del comunismo - è l'attitudine alla conformità; quando sbagliano una cosa, è un disastro, perché culturalmente sono poco attrezzati a lavorare orizzontalmente, in autonomia; questa è una caratteristica delle società ad alta densità demografica, che si possono permettere poco comportamenti non disciplinati; il Giappone presenta aspetti analoghi, ma mutuati dall'eterodirezione yankee e dall'inserimento nell'economia di mercato;Può darsi, ma forse nelle attività a più elevato valore aggiunto sono ancora la mentalità e la cultura a fare la differenza. A questo punto ti sottopongo il caso di un mio caro amico di indiscutibile talento sia tecnico che umano, il quale è stato chiamato per 5 anni a fare il direttore del centro stile di una delle più importanti fabbriche automobilistiche cinesi.
anche per i cinesi, è questione di tempo e grado di osmosi col resto; ciò non toglie che quando faranno qualche cazzata grossa ne risentiremo tutti; per ora, c'è da sperare che le loro necessità li indirizzino a imprese utili, come la ricerca su energie alternative; magari esce fuori qualcosa di buono;
il linguaggio è un fatto relativo, di relazione tra significato e significante; vivo da decenni in una città in cui il politicamente scorretto è una filosofia elettiva di linguaggio, con sue modalità precise; all'università - tra amici - Omar, un compagno somalo era spesso chiamato "negraccio" e lui rispondeva a tono con l'inflessione locale, e così un altro amico in carrozzina con un gravissimo handicap; fuori da quella cerchia di amici avremmo dato fuoco a qualcuno che si fosse permesso;Forse non ti piacerà ciò che sto per dirti, anche perché non si tratta di un caso di handicap conclamato, ma tant'è.
Mio zio è un balordo inveterato...
...
Benissimo. Ma come tu stesso suggerisci, la parola mongoloide di per sé indica un tipo umano ed in quanto tale è assolutamente neutra; diventa spregiativa quando è riferita ai down. Io stavo dicendo invece che la parola negro è nata neutra e tale è stata considerata fino a qualche tempo fa, quando l'orecchio dei benpensanti ha creduto di dover cambiare registro. Mi sarei aspettato casomai il molto più pregnante paragone con handicappato, trasformato prima in portatore di handicap e poi in diversamente abile, che vorrebbe essere qualcosa di diverso da disabile. Se a te questo non sembra ipocrita non so che dirti.
il punto è che in una circostanza pubblica il linguaggio "scorretto" implica un'affermazione di potere del "normale" e maggioritari sull'interlocutore: io so che oggi dire negro o mongoloide ha convenzionalmente un valore dispregiativo, a prescindere dall'uso passato, ma ti faccio presente il mio potere di ricorrere a questo linguaggio, mentre tu non puoi fare altrettanto con me, perché io sono maggioranza e tu sei oggettivamente intimidito;
non è una questione tanto di lana caprina, perché, a intensità più bassa, capita quotidianamente di vedere brave persone che inconsapevolmente adottano posture razziste, come dare del "tu" ad immigrati padri di famiglia, magari con due lauree, come fossero in una trattativa da spiaggia per comprare un braccialetto, quando mai si permetterebbero nelle stesse circostanze di fare altrettanto con me ed esiterebbero con qualunque bianco che non fosse palesemente un clochard; oramai, ci faccio caso metodicamente e pare che i caxxo di italiani qualsiasi siano per la quasi totalità assolutamente incapaci di concepire il "lei" per chiunque abbia i tratti somatici diversi, se non mostra in modo evidente l'appartenenza ad una condizione borghese;
se la parola "negro" fosse tanto neutrale, nulla ti impedirebbe di usarla con gli abitanti di una periferia di Birmingham-Alabama; tra di loro spesso si apostrofano come nigger, come si faceva noi all'università; ma ti sconsiglio l'esperimento da estraneo.
c'� del lardo in Garfagnana
No il razzismo è una cosa ben precisa:
Il termine razzismo nella sua definizione più semplice si riferisce a un'idea, spesso preconcetta e comunque scientificamente errata, come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che la specie umana (la cui variabilità fenotipica, l'insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un vivente, è per lo più soggetta alla continuità di una variazione clinale) possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali, con la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Razzismo
Non dirmi che anche tu non hai capito. Se oggi negro è considerato dispregiativo, ieri non lo era nemmeno per gli stessi negri. Dopodiché io sono abituato a chiamare le persone per nome, non negri o neri o gialli o bianchi. O vogliamo discutere del perché bianco per il colore della pelle non sia ancora considerato offensivo?
Infine ci sono degli ambienti di lavoro in cui ci si dà del lei o del tu in base all'appartenenza a un gruppo: gli insegnanti (laureati) si danno del tu fra loro anche se non si sono mai visti prima, altrettanto fanno fra loro i bidelli (diplomati) o gli amministrativi. Però un insegnante dà del lei a un bidello, e viceversa. Ma per quanto mi riguarda, butterei a mare tutti i termini di cortesia.
Bene, io non sono razzista. Ma se il razzismo è immediatamente riconoscibile come tale, non altrettanto l'ipocrisia di chi adoperando certe parole crede di mascherarsi di buoni sentimenti. E a me quella fa ancora più schifo, perché il nemico che non si riconosce non si può combattere.
Appunto: oggi è oggi. Non mi interessa cos'era ieri.
Sei rimasto all'altro secolo, ho capitoInfine ci sono degli ambienti di lavoro in cui ci si dà del lei o del tu in base all'appartenenza a un gruppo: gli insegnanti (laureati) si danno del tu fra loro anche se non si sono mai visti prima, altrettanto fanno fra loro i bidelli (diplomati) o gli amministrativi. Però un insegnante dà del lei a un bidello, e viceversa. Ma per quanto mi riguarda, butterei a mare tutti i termini di cortesia.
Se per te non chiamare una persona "negro" è ipocrisia, sbagli porta.
Bene, io non sono razzista. Ma se il razzismo è immediatamente riconoscibile come tale, non altrettanto l'ipocrisia di chi adoperando certe parole crede di mascherarsi di buoni sentimenti. E a me quella fa ancora più schifo, perché il nemico che non si riconosce non si può combattere.
Ipocrisia è non usare certe parole e poi comportarsi da razzista.
Io di fianco a quelli che i razzisti chiamano in tutti i modi solo perché stranieri, ci vivo, e ci vivo in buoni rapporti, come con qualsiasi altra persona che conosco. Dunque l'ipocrisia cercala altrove.
beh, non mi dire che non capisci che quello che ti riguarda non esaurisce il significato sociale del linguaggio;
se la brava cassiera del super dà del "tu" al senegalese di fronte alla figlia piccola, e del "lei" a me, per quanto l'africano possa essere temprato e fottersene, la bambina subisce una violenza, e io non lo tollero, punto;
non me ne frega un caxxo delle inclinazioni e motivazioni personali della cassiera o di chiunque altro; se lo fai davanti a me, ti stronco, nei modi che le circostanze suggeriscono più opportuni, perché sì, fine;
sai, uno può anche essere ipocrita, ma se si adegua in termini di linguaggio riconosce comunque un principio come consolidato;Bene, io non sono razzista. Ma se il razzismo è immediatamente riconoscibile come tale, non altrettanto l'ipocrisia di chi adoperando certe parole crede di mascherarsi di buoni sentimenti. E a me quella fa ancora più schifo, perché il nemico che non si riconosce non si può combattere.
io non posso, non voglio e non pretendo di purificare i sentimenti privati delle persone, anche perché non sono nemmeno certo del candore dei miei;
mi basta che in pubblico quelli non spargano veleno dialettico e ideologico; posto che possono comunque decidere di farlo, ma in tal caso si devono aspettare una reazione e poi non devono piagnucolare quando vengono mazzolati.
c'� del lardo in Garfagnana
Su questa cosa del tu agli stranieri devo esercitare un costante controllo, perché tendo a farlo, ma non per motivazioni razziste: se ci fate caso anche molti di loro usano sempre il tu, credo per difficoltà iniziali di apprendimento della lingua, quindi spesso ho semplicemente timore di non farmi comprendere.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".